lunedì 29 giugno 2020

RECENSIONE #61/2020 LA RAGAZZA DELLA PALUDE by DELIA OWENS - SOLFERINO


La ragazza della palude

di Delia Owens

SOLFERINO

Pagine 414 

Prezzo di copertina 15 Euro

 

 Il libro

Nuova edizione.

A Barkley Cove, un tranquillo villaggio di pescatori, circolano strane voci sulla Ragazza della Palude.
Dall’età di sei anni Kya si aggira completamente sola tra canali e canneti, con qualche straccio addosso e a piedi nudi. Ha al suo attivo un solo giorno di scuola, ma la palude e le sue creature per lei non hanno segreti: la nutrono, la cullano, la proteggono, sono maestre e compagne di giochi.
Kya impara a decifrare i segni della natura prima ancora di saper leggere un libro: nella sua assoluta solitudine sembra bastare a se stessa. Ma la sua bellezza non tarda a sbocciare: insolita, selvatica, sfuggente accende il desiderio nei ragazzi del paese. Kya scopre l’amore, la sua dolcezza e le sue trappole.
Quando negli acquitrini riaffiora il corpo senza vita di Chase Andrews, gli occhi di tutti puntano su di lei, la misteriosa ragazza dimenticata: i mormorii diventano subito accuse, i sospetti incrollabili certezze. Il processo, fuori e dentro al tribunale, trascina la vicenda verso il suo imprevedibile e folgorante epilogo.
La Ragazza della Palude è il romanzo commovente di un’infanzia segnata dall’abbandono e di una natura che si rivela madre, non matrigna. Ma è anche la storia di una violazione e di un segreto gelosamente custodito, che mette in discussione i confini tra la verità e la menzogna, il bene e il male.

 

 RECENSIONE 

 

Kya vive in un’area geografica assente dalle mappe. Affonda in una palude di tradimenti, bugie, ricatti. E la sua vita va in pezzi. Laggiù, in profondità, accade qualcosa di incomprensibile. È la paura di impazzire, di sragionare all’improvviso in casa, per strada, nel bel mezzo di certe giornate nere che si fatica persino a raccontare a se stesse.

E una persona dimenticata dal mondo. Ubbidisce semplicemente in silenzio al suo destino: vivere tra la quiete e la bellezza del luogo e la crudeltà degli uomini. Impara cosí dapprima a sopravvivere  e alla fine fa amicizia con Chase Andrews.  

 Questo sentimento così tenace, che sembra schermarli dalle insidie del reale, li rafforza e li divora al tempo stesso, finché un evento prodigioso arriverà a sconvolgere le loro vite e le loro certezze.

La nostra era una casa disadorna le cui pareti, mai dipinte, erano da sempre alla mercè delle intemperie. Lì il paesaggio vario, disordinato, privo di una naturale armonia, piuttosto impegnativo da descrivere, dove l'anima imputridisce di malinconia. 

Abitare un’antica fattoria, dipingere con lo sguardo ogni singolo scorcio di un luogo incantato, abitare in una palude, essere «un’unica creatura»: la felicità sembrerebbe la condizione naturale di Kya se… se lei osasse soltanto portare alla luce i folletti maligni che li sbeffeggiano dall’ombra e li sfidano a farli uscire.  

La ragione vera era che le sorprese non erano destinate a finire con la via d'uscita della madre. Un tempo sognava spesso la madre, e sebbene i particolari variassero di volta in volta, la sorpresa era sempre la stessa. Il sogno si interrompeva perchè era troppo palese la speranza, troppo scontato il perdono, credo. Nel sogno aveva la sua vera età e faceva la sua vera vita, ma scopriva che la madre era tornata a casa.

La trovava bene, non proprio giovanissima, e nemmeno del tutto al riparo dal male tiranno non ha, infatti, nulla a che vedere con il coronamento del suo idillio, ma con la sua sfiorata fine, precisamente non aveva sopportato più gli accessi d'ira di papà, che dalle urla passava ai pugni o ai manrovesci,  che la tormentò per tanti anni.

Nata e cresciuta in povertà, schiava della terra e del padre Kya, ha scelto di cercare un posto sicuro, nel silenzio della palude. La palude con le sue creature selvagge l'hanno sepolta, coperta, protetta, sommersa, sono rimaste una presenza costante nella sua vita. Scopre così che il dolore è il rumore più forte di tutti.

Sapeva che era papà il motivo per cui tutti se ne erano andati; tuttavia si chiedeva perché nessuno l’avesse presa con sé.

Il corpo di Kya cambia e tutto intorno sembra ribellarsi al segreto che lei sceglie di tenere per sé. La madre e i fratelli diventano sempre più distanti ed enigmatici e la casa stessa prende a vibrare e animarsi di strani presagi, al ritmo di misteri ulteriori.

Mentre zanzare e cavallette le si affollano attorno, Kya esplora libera il terreno insidioso e stupefacente della sua adolescenza: scopre così la simbiosi dell’amicizia e il suo punto di rottura, la sessualità aspra e curiosa, l’energia femminile e mistica della natura, la possibilità di mentire per cancellare ogni colpa, per illudersi che tutto resista al tempo, che nulla cambi mai.

"Io non ho mai odiato nessuno. Sono loro che odiavano me. Loro che mi ridevano dietro, loro che mi hanno abbandonato a me stessa. Loro che mi hanno tormentata. Loro che mi hanno aggredita. Ed è proprio vero, sai: ho imparato a vivere senza di loro."

Kya che sa troppo, la scrittrice che ha in testa un opprimente pensiero fisso. La ricerca di un buon posto dove stare? Per questo trascorre giornate intere nella palude e ne esce con l’aria afflitta. Per questo la sua scrittura si è raggomitolata su se stessa per poi morire. Per fortuna, però, ora è giunto il suo amico Chase.
 
La ragazza della palude è un romanzo dalla forza quieta e inarrestabile sul potere arcaico dei legami famigliari, sulle minuscole e più intime rivoluzioni di un corpo in movimento, e sull’istante esatto in cui un’infanzia finisce: quando le pareti vengono giù e le vite adulte si rivelano, è allora che non siamo più soltanto la storia di scelte anteriori, perché quello è il principio delle nostre. 

 Tutto sembra irrimediabilmente e vanamente trascorso agli occhi di Kya – la famiglia, la giovinezza, l’esistenza presente fatta di uno sciocco, bizzarro destino – quando dagli acquitrini riaffiora il corpo senza vita di Chase Andrews, gli occhi di tutti puntano su di lei. È un’idea assurda, inammissibile, ma Kya ne percepisce, ne avverte chiaramente la verità da quando si è svegliata quel giorno.

Come spiegarsi, infatti, gli eventi accaduti? Quando però la gente mormora che si sono alleati tutti contro di lei - abbandonandota lí, distrutta, dimenticata? Qualcosa li ha seguiti. Kya se lo sente dentro, come un dolore bruciante. Una pressione enorme nei polmoni. Kya va forse alla ricerca della verità o forse semplicemente di un altro luogo lontano da quello reso insopportabile dall’assenza e dalla fuga della madre. 


Decide di fuggire, di terra in terra, in un pellegrinaggio senza pace che ha, tuttavia, dei veri momenti di felicità la sera, quando cala il silenzio, ascolta l’acqua e i pesci «che non si vedono ma si possono sentire». In seguito verrà condannata.

La ragazza della palude, racconta del male ubiquo che appartiene al mondo ma che si rintana anche all’interno di ogni amore assoluto: perché la “città palude” non è solo un luogo reale di distruzione e segregazione, ma anche il nodo più intimo e pericoloso di ogni relazione, dove i confini tra il sé e l’altro si confondono e può bastare una parola, un gesto, un grumo di silenzio per far crollare ogni cosa o metterla per sempre in salvo.

La laguna sapeva di vita e di morte insieme; un miscuglio organico di potenzialità e decomposizione.

E' un romanzo dalla scrittura potente e delicata insieme che parla della perdita delle radici, del dolore dell’abbandono e dell’incomunicabilità tra le generazioni attraverso la dolorosa storia di Kya e della sua famiglia in una terra che, come loro, sembra aver perduto il suo bene più prezioso senza sapere come poterlo riavere.

 Scritto con uno stile impeccabile e popolato da personaggi dotati di grande umanità, il romanzo di Delia Owens, racconta l’emozionante storia di una  bambina che, quasi senza accorgersene, è diventata grande senza aver realizzato nessuno dei suoi sogni. Un romanzo delicato e commovente sull’importanza di conoscere e difendere le proprie radici, per trovare il proprio posto nel mondo.


Citazioni del libro


"Io non ho mai odiato nessuno. Sono loro che odiavano me. Loro che mi ridevano dietro, loro che mi hanno abbandonato a me stessa. Loro che mi hanno tormentata. Loro che mi hanno aggredita. Ed è proprio vero, sai: ho imparato a vivere senza di loro."


"Sapeva che era papà il motivo per cui tutti se ne erano andati; tuttavia si chiedeva perché nessuno l’avesse presa con sé."

"La laguna sapeva di vita e di morte insieme; un miscuglio organico di potenzialità e decomposizione."


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