venerdì 17 luglio 2020

RECENSIONE #66/2020 PAURA VERTICALE by LINWOOD BARCLAY - NUTRIMENTI EDIZIONI

 

Linwood Barclay

Paura verticale

Nutrimenti

Traduzione di Nicola Manuppelli
 pp. 512 
Euro 20,00



Il libro
Tutto inizia di lunedì, quando quattro persone salgono su un ascensore di un grattacielo di Manhattan. Ciascuno preme il pulsante del proprio piano, ma l’ascensore continua a salire, senza sosta, fino al quarantesimo piano, l’ultimo. Una volta lì, si ferma per alcuni istanti, poi comincia a riscendere. Giunto al ventinovesimo piano, si blocca di nuovo. Pochi secondi di ansia e sconcerto, poi l’ascensore inizia a precipitare vertiginosamente, schiantandosi e uccidendo i passeggeri al suo interno.
Sembra trattarsi di un incidente orribile, ma casuale. Il giorno dopo, però, un altro ascensore fuori controllo, in un altro edificio di Manhattan, causa la morte di una persona. E quando il mercoledì ci si trova ad affrontare la terza tragedia, opera dell’ennesimo ascensore impazzito, New York precipita nel caos. Ormai è chiaro che non si tratta più di una coincidenza, ma di un piano calcolato per mandare nel panico la città. E sta funzionando.
Chi sta facendo tutto questo e perché? C’è la mano del terrorismo islamico? Oppure è opera dello stesso gruppo estremista che ha già fatto esplodere delle bombe in altre città degli Stati Uniti? E c’entra in qualche modo il cadavere trovato sulla High Line, a cui è stato sfigurato il volto e sono state mozzate tutte le dita? Trovare una risposta è una corsa contro il tempo, prima che il Top of the Park, l’ultimo audace grattacielo della città, venga inaugurato il venerdì sera.

Sunday Times Bestseller e Globe & Mail Bestseller.
Leggetelo prima che potete. È un thriller strepitoso”.
Stephen King
Da brividi, pieno di verve creativa, davvero spaventoso”.
The New York Times
Una premessa perfetta per il grande schermo, una trama piena di sorprese incredibili e un finale che dà piena soddisfazione al lettore”.
The Wall Street Journal

Linwood Barclay

Linwood Barclay è uno dei maggiori scrittori di thriller del Nord America, autore di libri da milioni di copie. Nato negli Stati Uniti, si è trasferito a quattro anni con la famiglia in Canada, dove è sempre vissuto. Dopo una lunga carriera giornalistica, da più di dieci anni si dedica esclusivamente alla scrittura. Ha pubblicato una ventina di romanzi, tradotti in più di trenta lingue, e ha vinto, tra gli altri, l’Arthur Ellis Award, il più importante premio canadese riservato al genere crime e mystery. In Italia sono stati pubblicati: Senza dirsi addio, Il vicino di casa, Prima che sia troppo tardi, Non voltarti indietro, Segreti sepolti, Lontano dalla verità e Ventitré.


RECENSIONE

Benvenuti a Manhattan. Eravamo in un ascensore da un paio d'ore e ci eravamo scambiati opinioni sul da fare in questi casi. Finchè siamo precipitati in un tunnel molto velocemente. Siamo emersi in un ambiente simile a una caverna con un alto soffitto dove tutte le superfici - ogni centimetro delle pareti, erano ricoperti da metallo.

"Questa è la fine ", fece una pausa, "la morte delle catacombe!" Difficile non essere inghiottiti anche noi in questa avventura nel ventre della Terra: il mondo <<di sotto>> della capitale, fatta di centinaia di chilomettri di passaggi, cave, condotti fognari, tunnel e ossari, macabri e ammalianti.  Linwood Barclay, la racconta come "esplorare la discesa della paura", l'attrazione per la parola "emergere", è fatale.

Così Barclay ha perlustrato, ovunque, ciò che nel mondo c'è di speciale. Le vicende di questo complesso residenziale per raggiungere ogni angolo della città. L'edificio, come tanti altri in città, era una citadina a sè stante, e poi grattacieli altissimi, bunker, dedali di cavità nella giungla urbana. Se la superficie della Paura fosse trasparente, passeremmo giornate intere sdraiati a pancia in giù, a curiosare in questi meravigliosi territori stratificati a scoprire gli inferi, un <<cieco mondo>>. Discesa in improbabili spazi interni al nostro io - un mondo vivo e ricchissimo, è quasi una rivincita della fantasia.

Un ascensore che perde il controllo e senza sosta, se non per alcuni istanti. Poi si blocca. E subito dopo continua a ridiscenderre. Ed è questa energia bruciante che raggiunge il lettore. Ne deriva all'autore una fiducia assoluta nel proprio talento, lasciato vibrare senza mezzi di contenimento. Galleggiare.

E' soprattutto l'incredibile scoperta che le sue esplorazioni nella nostra coscienza, non sono gite fini a sè stesse, ma occasioni per conoscere e riflettere. E fare incontri affascinanti: vivere in condizioni impossibili, oscurità assoluta, temperature roventi, intensa pressione, scarsità d'ossigeno e di nutrimento.

Presenze e credenze che riportano, in fondo, alla ragione ultima per cui gli umani hanno sempre avuto paura di precipitare nel nulla: il fatto che ci ricordi la sepoltura. La fine della vita. Mentre questo suo perdersi nelle viscere della paura (e noi con lui) significa, <<cominciare a trovare la strada, o trovare un'altra strada>>.

Stabilire ciò che potrebbe succedere, valutare scenari differenti, giocare in anticipo è la regola per gli uomini che movimentano i capitali sulle reti degli scambi mondiali. Anche la letteratura sonda le eventualità, illuminando scorci di presenti alternativi e indicando orizzonti diversi. 

Nelle pagine di questo libro si racconta la consegna di una sceneggiatura "L'uomo dell'orologio". Stuart Bland scrittore, è al corrente che è difficile, quasi impossibile avere accesso all'abitazione di Sherry D'Agostino. Ma lei non poteva incolpare nessuno visto che non aveva risposto alle telefonate di Stuart. Per come la vedeva lui il suo tempo stava per scadere. Aveva trentotto anni. Se c'era una possibilità di riuscita nella vita come sceneggiatore, doveva coglierla, adesso.

Tutto il sistema gli sembrava terribilmente ingiusto. Perchè altri avevano il successo mentre a lui veniva negato? Decise che non avrebbe più sopportato tale sconfitta. Così aveva studiato un piano. Bloccarla in ascensore. Per come la vedeva lui, quella donna era l'ostacolo alla sua carriera di sceneggiatore.

Prima che l'ascensore si trovi in fase di caduta libera. Stuart, riesce ad accennare la storia della sua sceneggiatura a Sherry. Illustrando il passaggio di come il tempo gestisca la nostra vita in modi differenti, rappresentato dall' "ascensore sociale". Voleva dirmi che la vita scorreva tranquilla, disse Sherry. Non ci sono stati momenti particolari, la nostra è stata una vita ripetitiva. Del resto ignorava quasi tutto di lui: del poeta che scriveva, chiuso nella sua stanza non sapeva nulla, ignorava i suoi combattimenti con le parole, le gioie improvvise suscitate da una pubblicazione, e la travagliata vita per ritagliarsi un posto nel mondo.

Ma ora che ne è della solitudine del cittadino globale chiuso nell'ascensore?

Guardando alla società contemporanea, si percepisce una chiusura verso l'altro, una progressiva regressione verso la coltivazione degli interessi egoistici, la perdita di solidarietà a relazionarsi con il prossimo, soprattutto con le persone vicine. La classica immagine di individui occupati a trafficare sui propri cellulari. Senza parlarsi, senza neppure guardarsi.

Una vicinanza fisica cui non corrispondeva una vicinanza mentale, nè tantomeno un coinvolgimento emotivo. La comunicazione, magari personalissima, era rivolta all'esterno, verso destinatari lontani, in un non-luogo sospeso nello spazio digitale.

Dunque una tragedia trasformata nel detonatore di una sensibilità invisibile e inspiegabile. Ma ci sono anche le premesse che, alla paura della morte avrebbe contrapposto un amore per la vita, di lusso.
A ripensarci oggi, a guardarsi indietro, questi frammenti di futuro passato sembrano scandire l'età di un mutamento brusco e repentino, di un'accelerazione inarrestabile, di trasformazioni radicali. 

Poi la  nuova vita: un grande puzzle pieno di zone d'ombra che celebra la bellezza della rinascita. Cicatrici comprese. Sembra un incidente. Ma quando, il giorno dopo, un altro ascensore fuori controllo, in un altro edificio di Manhattan, causa la morte di una persona. E il mercoledì ci si ritrova a registrare, un altro ascensore fuori controllo, New York precipita nel caos. Ormai, è chiaro troppe coincidenze, qualcosa non sta funzionando. 

Chi ha interesse a creare caos? E perchè? C'è la mano del terrorismo islamico?

Oppure e opera di un uomo malato di mente che, ha già fatto esplodere delle bombe in altre città degli Stati Uniti?

Il cadavere trovato sulla High Line, sfigurato, può essere una traccia. Risolvere il caso mentre il tempo passa, prima che anche l'ultimo edificio "Top of the Park",  subisca lo stesso incidente orribile. A svolgere le indagini viene convocato il detective Jerry Bourque. Si trattava di un maschio bianco, molto probabilmente fra i quaranta e i cinquant'anni, la foto mostra il tatuaggio, e i calzini.

Un trauma che ha denti affilati, che ingoia affetti, abitudini, progetti. Mastica serenità e futuro e restituisce un bolo fatto di niente, perchè l'assenza è vuoto che brucia e rende sterile il grembo dell'esistenza. Con mani industriose bussa al sonno e impone la veglia, scortica la volontà fino a sfibrarla e con i tendini della resistenza intreccia gabbie che imprigionano.  

E' l'incertezza ad allontanare la pace. La pazienza si corrode forgiando una pazienza folle, mentre la mente gioca al teatro delle ombre con le paure, evoca mostri e parla con loro. Quando tutti attorno si allontanano, la disperazione espone a un contagio da evitare, mostri e fantasmi sono gli unici a rispondere. Se sopravvivi, cominci a cercare la verità in ogni ricordo, ovunque anche solo un riflesso ti rammenti i suoi passi nel mondo. 

Nel suo romanzo Paura verticale, Linwood Barclay, usa le parole per cucire una storia di immensi silenzi, in un'epoca in cui l'essere umano non è più abituato a sostenere psicologicamente la irreperibilità di chi gli vive accanto. Ma Jerry non è da solo come crede e, proprio quando s'interrompe la sua indagine, altre vie sembrano riaprirsi e farglisi incontro. 

Nuove strade che assomigliano ad altre vite, che nascondono altri pericoli e che, forse, conducono ad una strana forma di salvezza. Quando salvare sè stessi sembra impossibile e perfino oltraggioso, la guarigione è salvare gli altri.




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