Vite ritrovate di donne che sono le nostre
Caterina Giuseppa Buttitta
Pochi attimi in cui la memoria si azzera e lascia il posto a personaggi femminili attraverso i secoli. Per Benedetta Tobagi, voce narrante nel suo nuovo romanzo La resistenza delle donne (Einaudi), occasione di incontro con donne in apparenza vittime, in realtà autentiche eroine che lottano per sè, per i propri cari, per le donne a venire, il cui pianto secolare si riverbera, carico di frutti, fino ai nostri giorni.
Quando la memoria ritorna, riportare alla luce la loro storia si fa imperativo categorico, fra le poche notizie ufficiali scovate con certosina pazienza e la fantasia e il cuore a riempire le lacune. In una riuscita oscillazione tra passato e presente, il risultato è un'indagine sulla natura e sulla condizione femminile condotta di pari passo con una riflessione sul proprio vissuto, perchè quelle vicende apparentemente vicine nel nome di una sorelanza di genere fatta di corpi, contraddizioni, pensieri e anime che oltrepassa il tempo e le forme e resiste, granitica, fino a chi scrive.
Intanto la storia scorre parallela, fra i grandi eventi del passato e quelli del presente, e trova nella scrittura sostanza, redenzione e memoria in un romanzo che è anche una dichiarazione d'amore e di fiducia nei confronti della letteratura, capace di raccontare e aiutare a capire. Nella sua sostanza generatrice e introspettiva, la scrittura è:<<Scrivere di altri per scrivere di sè>>, alla luce di quelle vite che non sono la sua, ma alla sua indissolubilmente legate, Benedetta Tobagi s affaccia fra gli spazi della memoria in La resistenza delle donne, la propria con stile lucido e senza concessioni all'autocompiacimento.
La Resistenza delle donneEinaudi2022 Frontiere
pp. 376 € 22,00 Le donne furono protagoniste della Resistenza: prestando assistenza,
combattendo in prima persona, rischiando la vita. Una «metà della
Storia» a lungo silenziata a cui Benedetta Tobagi ridà voce e volto, a
partire dalle fotografie raccolte in decine di archivi. Ne viene fuori
un inedito album di famiglia della Repubblica, in cui sono rimesse al
loro posto le pagine strappate, o sminuite: le pagine che vedono
protagoniste le donne.
La Resistenza delle donne è dedicato
«A tutte le antenate»: se fosse una mappa, alla fine ci sarebbe un
grosso «Voi siete qui». Insieme alle domande: E tu, ora, cosa farai?
Come raccoglierai questa eredità?
Il libro
La
storia delle donne italiane ha nella Resistenza e nell’esperienza della
guerra partigiana uno dei suoi punti nodali, forse il piú importante.
Benedetta Tobagi la ricostruisce facendo ricorso a tutti i suoi talenti:
quello di storica, di intellettuale civile, di scrittrice. La Resistenza delle donne
è prima di tutto un libro di storie, di traiettorie esistenziali, di
tragedie, di speranze e rinascite, di vite. Da quella della «brava
moglie» che decide di imbracciare le armi per affermare un’identità che
vada oltre le etichette, alla ragazza che cerca (e trova) il riscatto da
un’esistenza di miseria e violenza, da chi nell’aiuto ai combattenti
vive una sorta di inedita maternità, a chi nella guerra cerca vendetta e
chi invece si sente impegnata in una «guerra alla guerra», dalle
studentesse che si imbarcano in una grande avventura (inclusa un’inedita
libertà nel vivere il proprio corpo e a volte persino il sesso), alle
lavoratrici per cui la lotta al fascismo è la naturale prosecuzione
della lotta di classe.
Tobagi racconta queste storie facendo parlare le fotografie che ha
incontrato in decine di archivi storici. Ne viene fuori quasi un album
di famiglia della Repubblica, ma in cui sono rimesse al loro posto le
pagine strappate, o sminuite: le pagine che vedono protagoniste le
donne.
Un libro che possiede il rigore della ricostruzione storica, ma anche
una straordinaria passione civile che fa muovere le vicende raccontate
sullo sfondo dei problemi di oggi: qual è il ruolo delle donne, come
affermare la propria identità in una società patriarcale, qual è
l’intersezione tra libertà politiche, di classe e di genere, qual è il
rapporto tra resistenza civile e armata, tra la scelta, o la necessità,
di combattere e il desiderio di pace?
La Resistenza delle donne è dedicato «A tutte le antenate»: se fosse una mappa, alla fine ci sarebbe un grosso «Voi siete qui». Insieme alle domande: E tu, ora, cosa farai? Come raccoglierai questa eredità?
Il libro
La
storia delle donne italiane ha nella Resistenza e nell’esperienza della
guerra partigiana uno dei suoi punti nodali, forse il piú importante.
Benedetta Tobagi la ricostruisce facendo ricorso a tutti i suoi talenti:
quello di storica, di intellettuale civile, di scrittrice. La Resistenza delle donne
è prima di tutto un libro di storie, di traiettorie esistenziali, di
tragedie, di speranze e rinascite, di vite. Da quella della «brava
moglie» che decide di imbracciare le armi per affermare un’identità che
vada oltre le etichette, alla ragazza che cerca (e trova) il riscatto da
un’esistenza di miseria e violenza, da chi nell’aiuto ai combattenti
vive una sorta di inedita maternità, a chi nella guerra cerca vendetta e
chi invece si sente impegnata in una «guerra alla guerra», dalle
studentesse che si imbarcano in una grande avventura (inclusa un’inedita
libertà nel vivere il proprio corpo e a volte persino il sesso), alle
lavoratrici per cui la lotta al fascismo è la naturale prosecuzione
della lotta di classe.
Tobagi racconta queste storie facendo parlare le fotografie che ha
incontrato in decine di archivi storici. Ne viene fuori quasi un album
di famiglia della Repubblica, ma in cui sono rimesse al loro posto le
pagine strappate, o sminuite: le pagine che vedono protagoniste le
donne.
Un libro che possiede il rigore della ricostruzione storica, ma anche
una straordinaria passione civile che fa muovere le vicende raccontate
sullo sfondo dei problemi di oggi: qual è il ruolo delle donne, come
affermare la propria identità in una società patriarcale, qual è
l’intersezione tra libertà politiche, di classe e di genere, qual è il
rapporto tra resistenza civile e armata, tra la scelta, o la necessità,
di combattere e il desiderio di pace?