Chi ha ucciso mio padre
Traduttore Annalisa Romani
BOMPIANI
Formato Legatura
Pagine 130x180
Cartonato con sovraccoperta 96
In libreria da Marzo 2019
€ 12
SINOSSI
Con il suo primo libro, Farla finita
con Eddy Bellegueule, Édouard Louis
ha fatto scalpore parlando di sé:
un giovane omosessuale avido di conoscenza
in un mondo che condanna qualsiasi forma
di diversità e non comprende l’utilità
della cultura. In questo bruciante pamphlet
che coniuga il tono letterario della sua
scrittura con la vampa dell’intervento,
l’autore torna a casa, cerca di riavvicinarsi
al padre, comprende quanto la sua rabbia
sia annidata in un’ignoranza indotta
dalla realtà in cui è cresciuto, dalle politiche
sociali francesi, e condanna con parole
roventi chi ha negato a quest’uomo
la possibilità di diventare altro. Chi ha ucciso
mio padre è un atto d’amore e di denuncia
che travalica i confini geografici e sociali.
Un pamphlet sul legame difficile, forse
impossibile, con un padre che ti respinge
e non ti capisce e le ragioni profonde
di quell’essere respinto e non capito.
Édouard Louis
Édouard Louis ha curato il volume Pierre
Bourdieu: l’insoumission en héritage (PUF, 2013) ed è ideatore e
direttore della collana “Des Mots” della Presses Universitaires de
France. Il suo primo romanzo, Farla finita con Eddy Bellegueule, è
diventato subito un caso in Francia, dove ha venduto oltre 300.000 copie
ed è in corso di pubblicazione in dodici paesi.
RECENSIONE
Édouard Louis, il giovane scrittore protagonista nel 2014 del caso letterario "Il caso Eddy Bellegueule", che si è confermato con "Storia della violenza" e pubblica adesso in Italia "Chi ha ucciso mio padre". Louis torna a parlare della sua famiglia di sottoproletari del Nord della Francia, in particolare del padre un tempo omofobo, razzista e violento e oggi fiero di lui, in un testo breve, pensato per il teatro. Un libro potente, di lotta politica e letteraria insieme, in cui Louis fa i nomi dei responsabili della disgrazia morale, sociale e fisica del padre: Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy, Emmanuel Macron, Marin Hirsch e altri.
Nel romanzo "Chi ha ucciso mio padre" sono presenti i problemi denunciati in seguito dal movimento dei gilet gialli. L'autore racconta una storia personale, quella del padre. Quando ha visto le condizioni di salute del padre che a cinquant'anni, con la schiena spezzata, ha voluto spiegare che le condizioni del corpo del padre derivano dal posto che gli è stato assegnato nel mondo, ed esse non sono una fatalità.
Il romanzo "Chi ha ucciso mio padre" ha fatto molto discutere, nelle sue pagine c'è la scelta dell'autore di indicare gli <<assassini>> del padre. La lettura di questo romanzo è imperdibile per chiunque. Il libro poggia su due pilastri: registro personale e politico. I due elementi si incrociano. Soprattutto per togliere alla politica quella dimensione tecnocratica, astratta, che sembra avere da troppo tempo.
La politica provoca effetti sui corpi. Tutta una parte del mondo politico non smette di mascherare questo, come se la politica fosse una questione di gestione, o di estetica, di visione della società, o di concetti vaghi come il vivere insieme.
Sebbene i gilet gialli si sono resi protagonisti di atti e slogan antisemiti, razzisti, omofobi. Ci si batte contro le ineguaglianze, contro la povertà e la discriminazione di classe, non mi interessa sapere se il singolo lo merita o no, afferma l'autore e aggiunge: "Mi batto contro la poverta, non mi interessa se mio padre lo merita. Lotto perchè è giusto".
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