Tra Terra E Cielo Di Cristina Benini Ed. Bompiani Tascabili N. 1077 A00
Qui sopra: la scrittrice Cristiana Benini, 34 anni, nella sua città, Ferrara.
CRISTIANA BENINI
HO VISTO NEL BUIO DUE SORELLE LITIGARE
Al centro della contesa c'è un uomo. Sembra la solita storia. Ma stavolta
fa più male, perchè tra loro c'è un forte legame familiare ... E' l'ultimo romanzo
di una scrittrice coraggiosa. Che ha dato forma alle ombre
<<Vivo con i miei genitori, quando esco c'è una persona che mi accompagna, per comodità uso un computer vocale. Io detto, lui scrive. Insomma, l'autonomia vera e propria, purtroppo, non la conosco. Però non è che io non veda del tutto, sono ipovedente. Cioè, vedo pochissimo>>. Allora ha spostato lei l'orizzonte. lo ha dovuto spostare un pò più in là. Incredibile quante cose si vedano quando lo sguardo è inibito.
Cristiana Benini è nata a Ferrara, ha 34 anni e una saggezza che non torna con l'anagrafe. Ha deciso lei cosa vedere della vita. Le storie che le arrivano in maniera felice, gli uomini che le sanno stare accanto <<malgrado tutto, ma si selezionano già da soli>>. Scrive per non rinunciare a tutte le vite che si possono avere. E per suggerire agli altri come si fa a mettere tra parentesi le cose che non si possono acchiappare. Senza arrabbiarsi, senza piegarsi, senza avercela con nessuno. Descrive le sfumature di una siepe di rose avendo visto solo ombre pallide, descrivere come si fa a rinunciare senza rabbia, avendo rinunciato a molto.
L'ultimo romanzo della Benini (il primo era "Tra terra e cielo") si intitola "Il fiume dei ricordi" (Bompiani) ed è la storia di una rinuncia senza livore. Di una perdita cocente e, alla fine, priva di rabbia. Di una sconfitta senza vendetta. Come tutte quelle che servono per ricominciare a vivere e a non farsi fregare gli anni dietro ai rancori. Nemmeno nei confronti di una sorella che ti scippa gli affetti.
Il primo romanzo di Cristiana Benini è uscito nel 2006 e si intitola "Tra terra e cielo" (Pendragon).
Protagonista, una donna costretta a una dolorosa scelta tra desideri e rinunce.
Dentro allo stomaco di Tea, la protagonista del romanzo della Benini, c'è Cristiana, e dentro a Cristiana c'è Tea. Scalza, umorale, irascibile, troppo magra. "Strana" perfino per i suoi familiari, che non capiscono il suo mutismo dietro ai libri, il suo vivere lontano, il suo isolarsi dietro silenzi affollati di chissà che.
Questa figlia che un giorno ha deciso di andarsene a vivere in città. Questa figlia che la sua gente e la sua terra non le capisce più. Una leonessa cresciuta in una famiglia di panda. E dire che da bambina, ulla riva di questo fiume, si sentiva cullata dagli Dei. Quando c'era Cesare a farle compagnia sul greto. A leggerle i libri che scopriva sui banchi del liceo. Sembravano un pezzo dello stesso corpo.
Ma un giorno Cesare è caduto prigioniero di un altro profumo e di un altro abbraccio. E allora Tea è diventata tutta un'altra cosa. Nemmeno chi l'ha messa al mondo, a un certo punto, ha saputo più chi fosse Tea.
E tantomeno perchè si fosse infilata tante spine nell'anima. A Tea le spine, a sua sorella i petali. Il lato morbido della vita. Isabella, con quel nome come una ciocca pettinata, con i pensieri in ordine, con la vita in discesa. Isabella che non vede tutto quello che vede Tea dietro alle cose.
Ma un giorno Isabella vede Cesare, il grande amore di Tea. E, inutile dire, per Isabella sarà facile anche quello. A Tea non resterà che andarsene. Che trascinarsi lontano per curarsi la vita da sola. Imparando a non odiare nessuno. A non avercela con nessuno. Nemmeno più con Isabella.
Il rimo romanzo di Cristiana Benini è uscito nel 2006 e si intitola "Tra terra e cielo" (Pendragon).
Protagonista, una donna costretta a una dolorosa scelta tra desideri e rinunce.
Tanto doveva andare così. A Tea piacciono i grandi amori. Quelli faticosi da maneggiare. A lei piacciono i grandi eroi che sono poi sempre anche un pò dei gran bastardi. Quelli che, in funzione della causa, calpestano tutto. Certi uomini sono così. Dove passano loro non cresce più l'erba. Sono quelli che ti leggono i pensieri e poi sanno anche aggiungerci qualcosa. Quelli che ti riempiono la vita di bellissimo niente.
A lei piacciono le storie, la gente scandagliata dal di dentro, i rapporti zeppi di ruggine e di ansie e di tenerezze e di silenzi, a lei piacciono le increspature del destino, gli acidi corrosivi delle faccende mai risolte, i profumi delle case avite, il rancido di certi ricordi, le sbucciature degli anni andati a male, le pomate dell'infanzia. E poi certe foto sbiadite, che all'inizio ti sembrano solo fermi immagine messi a fuoco male, e invece, a riguardarle dopo tanti anni, paiono scattate da Nostradamus.
Vai a capire in che direzione va la vita ogni tanto. <<Lei prende la sua strada e noi la nostra. E non sempre sono la stessa strada>>, come scriveva Baricco. Cristiana e i suoi occhi deboli. Tea e il suo amore infelice. E due grosse parentesi per chiuderci dentro la portata sbagliata della vita.
Quattrocentoventisette pagine che si leggono col fiato appeso ai rimpianti che ognuno ha. Per capire che nella vita di ognuno c'è un momento in cui il destio ti dice: e adesso, arrangiati da sola. La Benini ti fa capire che ce la si fa. Che lasciare andare le cose che se ne vanno è l'unico modo di restare in piedi e per godere di ciò che ti rimane. Perfino di ciò che hai avuto. Le lacrime si asciugano, la vita, in qualche modo, restituisce: <<Tanti mi hanno accompagnata per un tratto anche lungo, pensavo di non poterne fare a meno, e di punto in bianco, puf! Non ci sono stati più, per ragioni svariate. Sembra che la vita sia tutta un separarsi, un approssimarsi ad essere soli>>.
Certi amori vanno lasciati andare. Come certi anni aggrappati fuori tempo. E ogni tanto, inaspettatamente, è perfino entusiasmante scoprire di poter procedere per la strada sgombra.
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