«Brulicante di vita, e di passione, e di intelligenza».
«The Herald»
«La complessità emotiva della scrittura di McAfee si rivela all'altezza del paesaggio dell'isola e del mare che la circonda».
«Literary Review»
«The Herald»
«La complessità emotiva della scrittura di McAfee si rivela all'altezza del paesaggio dell'isola e del mare che la circonda».
«Literary Review»
Il libro
Sulla
minuscola isola di Fascaray, a nord della Scozia, la ricercatrice
canadese Mhairi McPhail si mette sulle tracce di Grigor McWatt, il
grande bardo locale recentemente scomparso, con l’intento di
ricostruirne la vita e l’opera per consegnarla ai posteri.
L’accompagnano nella sua ricerca la curiosità fresca e vitale della
figlia Agnes di nove anni, e il fantasma di un amore che si va
sgretolando. Sarà il lavorio congiunto delle due protagoniste unito alla
potenza del luogo, con la sua lingua e la sua storia, a restituire
ciascuno a ciò che davvero andava cercando.
Su una tela geografica di minuscole proporzioni – cinque miglia per tre di erica e roccia a picco su acque turbolente – Mhairi McPhail va in cerca di ogni documento, ogni testo, ogni lettera di Grigor McWatt, il grande bardo recentemente scomparso dell’isola immaginaria di Fascaray. Di lui la ricercatrice canadese appena sbarcata da New York nella remota Scozia delle proprie origini ha in mente di scrivere la biografia; alla sua memoria gli isolani intendono allestire un museo. L’opera e la sconfinata passione con cui il Poeta ha tramandato ogni aspetto dell’amata Fascaray, dalla fauna alla flora, dalla resistenza politica alla lingua, trovano spazio tra le pagine della vita di Mhairi e innervano il percorso della sua scoperta di sé. Ad accompagnarla nelle sue ricerche, la vigile e fresca curiosità della figlia Agnes di nove anni, assai piú pronta di lei a scoprire bellezze nelle persone e le cose, a riconoscere ciò che rimane e che conta dei foschi segreti di un tempo, delle meraviglie naturali di una terra scabra e bellissima, nonché delle imposture che il mare e il vento dell’isola a poco a poco cancellano. Come la grande letteratura da sempre ci insegna, tornare a casa significa dare inizio a un lungo viaggio pericoloso dentro un inesausto desiderio di appartenenza, affrontare ostacoli e inconvenienti, arrendersi a perdere e ritrovare altro da quello che credevamo di andare cercando. Navigare le acque della propria odissea in compagnia di qualcuno, se si è fortunati. Ritorno a Fascaray è un romanzo magmatico, ambizioso, proteiforme. Sorretto da una scrittura di straordinaria intelligenza e di sorprendente ricchezza, il racconto parallelo di Mhairi McPhail e di Grigor McWatt riesce a rendere vero un mondo che vero non è, perché profondamente autentico è il sentimento che anima i suoi protagonisti.
«Trascinante, irresistibile».
«Financial Times»
«La conferma dell’idea che ogni identità è un sistema creativo, il frutto di un buon accordo tra geografia e immaginazione».
«Daily Mail»
Su una tela geografica di minuscole proporzioni – cinque miglia per tre di erica e roccia a picco su acque turbolente – Mhairi McPhail va in cerca di ogni documento, ogni testo, ogni lettera di Grigor McWatt, il grande bardo recentemente scomparso dell’isola immaginaria di Fascaray. Di lui la ricercatrice canadese appena sbarcata da New York nella remota Scozia delle proprie origini ha in mente di scrivere la biografia; alla sua memoria gli isolani intendono allestire un museo. L’opera e la sconfinata passione con cui il Poeta ha tramandato ogni aspetto dell’amata Fascaray, dalla fauna alla flora, dalla resistenza politica alla lingua, trovano spazio tra le pagine della vita di Mhairi e innervano il percorso della sua scoperta di sé. Ad accompagnarla nelle sue ricerche, la vigile e fresca curiosità della figlia Agnes di nove anni, assai piú pronta di lei a scoprire bellezze nelle persone e le cose, a riconoscere ciò che rimane e che conta dei foschi segreti di un tempo, delle meraviglie naturali di una terra scabra e bellissima, nonché delle imposture che il mare e il vento dell’isola a poco a poco cancellano. Come la grande letteratura da sempre ci insegna, tornare a casa significa dare inizio a un lungo viaggio pericoloso dentro un inesausto desiderio di appartenenza, affrontare ostacoli e inconvenienti, arrendersi a perdere e ritrovare altro da quello che credevamo di andare cercando. Navigare le acque della propria odissea in compagnia di qualcuno, se si è fortunati. Ritorno a Fascaray è un romanzo magmatico, ambizioso, proteiforme. Sorretto da una scrittura di straordinaria intelligenza e di sorprendente ricchezza, il racconto parallelo di Mhairi McPhail e di Grigor McWatt riesce a rendere vero un mondo che vero non è, perché profondamente autentico è il sentimento che anima i suoi protagonisti.
«Trascinante, irresistibile».
«Financial Times»
«La conferma dell’idea che ogni identità è un sistema creativo, il frutto di un buon accordo tra geografia e immaginazione».
«Daily Mail»
RECENSIONE
Nelle pagine vengono mostrate le crepe del mondo che, da svegli veniamo avvertiti che è soltanto periferia della vita. Delusa da un matrimonio, dal cinismo della modernità sempre più scolorita e convenzionale, la protagonista del romanzo (che proviene da una famiglia scozzese trapiantata in Canada), cerca in una piccola isola della Scozia l'autenticità smarrita.
Le vicende sia pubbliche che private si intrecciano indissolubilmente, ma nel folto delle radici, si annida un'ulteriore delusione, un miscuglio di risentimenti, senso di esclusione e stanchezza. Eppure, ed è quindi il romanzo di McAfee si fa indagine, su una sensibilità collettiva che cambia.
Una frattura si è aperta su un'autenticità ricercata ma introvabile, una sospensione tra due mondi che riproduce, quelle vissute dagli antenati che si erano messi in cammino per il mondo grande e terribile. Tutto è periferia della vita. Dettagli di un disagio, di una disperazione sottile ma invincibile che spiega tante cose sulla sensibilità collettiva di questa Europa. I dettagli che la letteratura riesce a cogliere, più e meglio di un trattato di sociologia politica.
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