Tragedia di un uomo che detesta le donne.
Megan Nolan racconta una storia di dolore e violenza in cui la scrittura procede dura, senza metafore. Ma il testo non è un'apologia dell'odio, piuttosto un'elegia della nostra lotta all'odio. Quello dentro di noi.
Megan Nolan
Atti di sottomissione
Traduttore : Tiziano Lo PortoNumero Pagine : 304
Prezzo : 19 €
In libreria da : 30-09-2021
Il libro
Quando lei, giovane e travolta dalla Dublino notturna, incontra lui, Ciaran, bello e risoluto, succede qualcosa di semplice e straordinario: l’attrazione rompe gli argini, si mescola alle fragilità e alle paure, diventa il significato stesso del vivere. Nasce così una relazione che per la protagonista è un alternarsi di estasi e sofferenza, di gelosia sfrenata unita a un piacere così intenso e bruciante da creare dipendenza: lei vuole annullarsi nel corpo di lui, dissolversi nei desideri fino a non lasciare più spazio alla propria identità. Mentre Ciaran, uomo emotivamente incapace e ferito, non trattiene i propri atteggiamenti malsani e crudeli. Fino all’epilogo, distruttivo e liberatorio, che apre la strada a una fuga e una rinascita.
Megan Nolan racconta una storia di anti-amore, interrogandosi su cosa significa vivere in funzione del desiderio altrui, della volontà di essere amate a tutti i costi, rinunciando a ogni filtro che non sia lo sguardo dell’altro. Attraverso un serrato monologo interiore, sincero come il cristallo, Atti di sottomissioneparla della seduzione del nulla, che può piegare il senso stesso dell’amore rovesciando certezze, moralismi, rivendicazioni e cliché, in un’estenuante battaglia interiore per la conquista delle proprie emozioni.
MEGAN NOLAN
Megan Nolan (1990) è nata in Irlanda e vive a Londra. I suoi saggi, fiction e articoli sono stati pubblicati su The New York Times, The White Review,The Sunday Times, The Village Voice,The Guardian e nell’antologia Winter Papers. Salutato dalla critica come uno dei migliori esordi del 2021, Atti di sottomissione è il suo primo romanzo.
RECENSIONE
C'è molto dolore e molto odio, e molta violenza, nel romanzo (NNE) di Megan Nolan. E sono odio e violenza di un genere che farà discutere, perchè il bersaglio sono le donne. Tutte. Quasi tutte. Dove gemiti lugubre di piacere è regina. Sembra. Poi però le pagine scorrono. E solo dopo esserci passato ti accorgi che la storia non è un'apologia dell'odio, ma un'elegia tragica della nostra lotta eterna all'odio. Non quello di fuori di noi. Quello dentro.
La storia - scritta da Nolan con una sovrapposizione diaristica tra autore e personaggio che se non ricordassimo che si tratta di un romanzo, potrebbe portare davvero a chiedergli: <<Ma sul serio Nolan?>>
E veniamo alla lotta tra le due anime protagoniste che in questa storia si confrontano. A partire dallo stile. Perchè da una parte c'è il personaggio che parla di sè. E dice cose tipo queste:
“Perché dovrei dire che i cattivi sono loro, e io la buona, e poi limitarmi a osservare cosa accade nel mondo? Il potere che gli uomini hanno avuto su di me, più che una ragione per odiarli, mi sembra un dato di fatto. Non avrei potuto scegliere altri grandi amori invece degli uomini che ho scelto di amare?”. Avrebbe potuto, ma è intrappolata in un vizioso autolesionismo e sceglie di non volerlo.
E nel racconto del personaggio o nel racconto del suo vissuto non manca niente, il tutto unito alle violenze, privazioni subite. E c'è la differenza tra le lacrime del dolore umano, che subito passano, e quelle del dolore della natura. E ce n'è almeno una, di donna, che <<era riuscita a tirare fuori la parte buona di me, quell'anima che non sapevo di avere>>.
E alla fine, dopo aver letto l'ultima pagina, la mia nota personale: <<A volte ricordare che picconare intere montagne di ghiaccio per trovare quell'unica stilla di fuoco. Toccare il fondo di una fobia d'odio per risalire con una goccia d'amore>>.
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