Post del giorno 05 settembre 2022. Buongiorno.
Perché la supremazia strategica cinese è destinata a durare?
Anche la Cina è in campagna elettorale. Succede ogni cinque anni, senza bisogno di manifesti con i volti dei candidati, senza che siano noti i loro nomi, senza dibattiti in tv, dichiarazioni promesse. E, soprattutto, nell Repubblica popolare cinese non è previsto che i cittadini comuni vadano alle urne. Non è necessario perchè, come disse Mao Zedong: <<il Partito guida il governo, esercito, società, istruzione, Est, Ovest, Nord, Sud, Centro, il Partito controlla tutto, anche sè stesso>>.
Il teorema della supremazia comunista fu parzialmente ammorbidito ai tempi della grande apertura di Deng Xiaoping all'<<economia di mercato con caratteristiche socialiste cinesi>>, quando per riemergere dal pauperismo maoista fu riscoperta l'iniziativa privata. La frase sul controllo totale è tornata con Xi Jinping, che l'ha decimata aprendo il XIX Congresso del Zhongguò Gongchan Dang (il Pcc) nell'ottobre del 2017.
Cinque anni dopo, il Partiro-Stato rinnova le sue cariche di vertice: poco più di duemila delegati in rappresentanza di 96 milioni d'iscritti sono convocati il 16 ottobre nella Grande sala del popolo di piazza Tienanmen per eleggere 200 mmbri del Comitato centrale, che a loro volta daranno la loro benedizione a 25 dirigenti dell'Ufficio politico, i cui membri più autorevoli, attualmente 7 compreso il segretario generale Xi Jinping, costituiranno il Comitato permanente del Politburo. Ecco dunque, la Cina teoricamente in campagnaelettorale per il XX Congreso del Partito.
La regola non scritta si chiama qishang baxia, che significa <<sette su, otto giù>>. I membri del Politburo che al Congresso hanno 67 anni o meno possono restare in carica, quelli che hanno raggiunto o superato i 68 lasciano. Xi Jinping ha compiuto 69 anni il 15 giugno, ma ha preso le sue precauzioni per sfuggire al baxia/ <<otto giù>>: nel 2018, la Cina ha emandato la costituzione abolendo il limite dei due mandati per la presidenza della Repubblica e tutto lascia pensare che anche il Partito-Stato lo rieleggerà al vertice.
Provato dalla Rivoluzione culturale, nel 2012 si pensò che Xi jinping avesse un animo riformista , se non proprio liberale. Sempre nel dossier scaovato da Wikileaks, viene segnalata una sua simpatia hollywodiana: parlando di cinema con l'ambasciatore americano disse di avere molto apprezzato Salvate il soldato Ryan, <<perchè proietta un senso di giustizia>>. Ma era ancora vicepresidente, nel 2009, quando durante un viaggio in Messico sibilò: <<Alcuni stranieri con le pance piene non hanno niente di meglio da fare se non puntare il dito contro di noi. Dico loro: primo, la Cina non esporta la rivoluzione; secondo, non esporta carestia e povertà: terzo, non perde tempo a giocare con voi. Che altro dire?>>.
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