lunedì 12 settembre 2022

POST DEL GIORNO 13 SETTEMBRE 2022.

Post 13 settembre 2022. Buongiorno. <<Dare da bere agli assetati>>   è sacrosanto, ma la siccità non può essere un pretesto per realizzare opere costose e regalare l'oro blu (l'acqua) a tutti. La gestione delle risorese ha un prezzo. Il punto è chi lo paga?

C'è una gigantesca domanda di prelievi idrici. Si stima che da qui al 2030 ci sarà un ulterfiore incremento di consumi. E i cambiamenti climatici peggiorano la situazione.

Nell'ultimo secolo, i prelievi di acqua sono cresciuti di 9 volte. Si calcola che già da oggi, le risorse idriche non sono suggicianti, con conseguente sovra-sfruttamento degli acquiferi. Con i cambiamenti  tra acqua, cibo e ckimatici abdrà peggio: sia perchè dovremmo fare i conti con precipitazioni sempre più concentrate nel tempo, sia perchè potremo contare sempre meno sulla capacità naturale di modulare i deflussi - meno neve sulle montagne, meno ghiacciai, falde e acquiferi naturali sempre più magri.


Entro pochi lustri la domanda mondiale rischia di non essere soddisfatta. La crescente competizione tra usi alternativi dell'acqua enfatizzerà sempre più le interdipendenze tra acqua, cibo ed energia, secondo gli studiosi, in futuro sarà sempre più difficile venire a capo di uno di questi tre sistemi senza incidere sugli altri due.

Rendere concreto il <<diritto umano all'acqua>>, solennemente enunciato anche nella Carta delle Nazioni Unite, significa assicurare a tutta la popolazione non solo l'accesso a fonti idriche sufficienti per quantità e qualità, ma anche servizi igienici adeguati.

<<Dare da bere agli assetati>>   è sacrosanto, ma la siccità non può essere un pretesto per realizzare opere costose e regalare l'oro blu (l'acqua) a tutti. La gestione delle risorese ha un prezzo. Il punto è chi lo paga?

<<Le guerre per l'acqua>> sono piuttosto conflitti sociali e politici. Se per fare fronte a una natura avare e capricciosa dobbiamo supplire con l'ingegno e a tecnica, se il <<capitale naturale>> non basta, occorre che ci mettiamo d'accordo sulle priorità che vogliamo assicurare (usi civili o energia? Irrigazione o industria alimentare? Chi si deve sacrificare, se non ce n'è per tutti?). E anche su come mettere insieme le risorse economiche necessarie per pagare il lavoro, il capitale, la tecnologia. 

Il principio <<chi usa, paghi>> è fondamentale, occorre dare agli utilizzatori il segnale di quanto l'acqua è scarsa e preziosa: ma applicarlo alla lettera, e ovunque nel mondo, significa andare a incidere in modo inaccettabile sul potere di acquisto delle persone, soprattutto nei Paesi poveri. Soltanto trovando un buon compromesso tra questi principi l'agenda delle Nazioni Unite  potrà divenire realtà.

Nessun commento:

Posta un commento