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REVIEW: LE BOSTONIANE DI HENRY JAMES, PENGUIN CLASSIC - BUR
HENRY JAMESLE BOSTONIANE
I diritti delle donne le premevano quanto il canale di Panama…”. Un romanzo da rileggere: “Le bostoniane” di Henry James
La bella Verena Tarrant, la femminista Olive Chancellor, il
giovane e ambizioso avvocato Basil Ransom con velleità da scrittore. E
poi ancora Boston, New York e il Mississippi. Le bostoniane di Henry James – pubblicato inizialmente nel 1885 sulla rivista americana The Century Magazine,
e poi in volume nel 1886 da Macmillan and Co. di Londra – è un romanzo
pieno di contraddizioni e con una profonda analisi psicologica dei
personaggi. Ci addentriamo nei recessi più segreti delle menti dei
protagonisti, li seguiamo nei ragionamenti, nelle valutazioni, nelle
scelte. Il racconto e la scrittura sono ipnotici, ci trascinano per mano
nell’intreccio e nei cambiamenti di umore e prospettiva continui dei
protagonisti. Boston è una realtà fondamentale del romanzo.
Cinica, materialista, bigotta, provinciale. Il denaro e il successo sono
gli unici valori e aspirazioni dei suoi abitanti. New York
invece è il centro della vita sociale e culturale e considera Boston in
maniera snobistica perché di mentalità ristretta e asfittica, dove tutti
si conoscono e sanno delle vite degli altri. Il successo personale e la
notorietà sono gli unici metri di giudizio. E Verena è vittima di
questo ambiente e della sua famiglia. Il padre, guaritore mesmerico e la
madre vogliono infatti sfruttare il talento della figlia per le loro
aspirazioni materialistiche e sociali. Un ambiente gretto e nello stesso
tempo spietato. “La signorina Chancellor era un’amica desiderabilissima
– sostiene infatti la signora Tarrant, madre di Verena – e le avrebbe
aperto i migliori salotti di Boston”.
Ma non ci sono solo Boston e New York. Fa capolino tra le pagine anche
il Mississippi, rappresentato nelle sue idee da Basil che lì è nato.
Basil infatti porta avanti i principi – retrogradi e conservatori
secondo Olive e Verena – del suo ambiente. Sono presenti
all’interno del libro la lotta e i pregiudizi tra gli Stati del Nord e
quelli del Sud degli Stati Uniti. La differente concezione della donna,
le battaglie per i diritti civili, l’emancipazione dei neri.
Verona e Olive invece sono le beniamine delle idee più avanzate in
materia di diritti delle donne. Donano la loro esistenza a questa causa.
“Nulla le preme se non l’innalzamento del nostro sesso… dice che
posseggo il dono di esprimermi… Dice ch’è un gran vantaggio, per un
movimento, impersonarsi in una figura giovane e brillante”, racconta
Verena che per le sue notevoli doti oratorie viene infatti cooptata da
Olive nella sua battaglia e imbrigliata in un rapporto ambiguo e
drammatico nello stesso tempo. “Volete esser mia amica, la mia amica
unica e sola, al di là di tutto e tutti, ora e sempre?”, chiede Olive a
Verena. E più avanti nel romanzo crescerà l’intensità del suo
sentimento. “…non abbandonarmi…non abbandonarmi o morrò!”.
I tre protagonisti, Verena, Olive e Basil sono come i personaggi
di una pièce teatrale. Gli ambienti nel racconto sono pochi.
L’intreccio psicologico che non è privo di colpi di scena e non esente
da una trama avvincente, è arricchito dall’ambiguità dei caratteri
divisi tra innocenza e interesse, calcolo e idealismo. Tutti i
personaggi sono complessi, multipli, sfaccettati. Come d’altronde è lo
spirito più autentico degli Stati Uniti. Una grande potenza composta da
tante pieghe spesso contraddittorie tra loro ma che si tengono
incredibilmente insieme. La realtà infatti è sempre più sfuggente di
come si pensa. E la vita travolge tutto, spezza gli argini, deborda,
spariglia le carte, rimette tutto in discussione. Anche se il suo
prorompere è amaro e porta con sé dolore, ferite, sconfitte.
Con questo romanzo James si era prefisso di realizzare il “Grande
Romanzo Americano”. È riuscito nel suo intento? Sicuramente questa è
un’opera ambiziosa, ricca di spunti, una pietra del realismo
psicologico. Ma anche una fotografia degli aspetti più brutali
dell’America di fine ’800, attraverso i ritratti di personaggi
indimenticabili. Olive eroina tragica e passionale, combattuta
nell’ambiguità del suo sentimento e Verena giovane idealista vittima dei
valori materialisti della società ma non priva anche di un aspetto
calcolatore. “Era una furbacchiona spudorata, e i diritti delle donne le
premevano quanto il canale di Panama – racconta Adeline, sorella di
Olive su Verena –: l’unico diritto d’una donna a cui ambiva era quello di arrampicarsi su qualche cima, in modo da farsi guardare dagli uomini”. Olive
vuole convincere la sua amica a rinunciare a tutto, anche al matrimonio
e all’amore per la loro missione e vocazione. Verena sembra convinta,
fin quando l’imprevedibilità della vita le travolge.
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