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lunedì 30 ottobre 2023
INCIPIT N.4 PER SCRIVERE UN ROMANZO DEL 30/10/2023
INCIPIT N.3 PER SCRIVERE UN ROMANZO DEL 30/10/2023
INCIPIT N.2 PER SCRIVERE UN ROMANZO DEL 30/10/2023
Mi hai lasciato senza un forse, prigioniero del tuo labirinto? Quindi non ho mai saputo chi eri in realtà, vero? Non posso ricordarlo perchè non l'ho mai saputo. E così m resi conto che conoscerla veramente era divntata una necessità, perchè dovevo avere più cose da ricordare. Oggi sento di amarti ancora più di ieri, e non sai quanto ti amavo ieri.
INCIPIT PER SCRIVERE UN ROMANZO
“Lei nella vita non aveva fatto altra cosa che essere bella ed era
giusto perciò che rimanesse attaccata alla sua bellezza. Scriveva sempre a mano, diceva che aveva bisogno di sentire l'emozione del battito del polso. Consumava decine di fogli, semplicemente perchè le disseminava dappertutto e poi non li trovava più. Così passavano i giorni, i mesi, gli anni senza speciali accadimenti, a parte un viaggio ai confini con la Città (ma Lei non era una forte viaggiatrice). Finchè arrivai io.
POST DEL 30/10/2023
Governare la polvere, che si lascerà cadere su di un corpo immobile, consumato dai passi che scavavano solchi profondi come quei sorrisi che non erano tali. Proseguendo tra la nebbia del tempo, provandola a scostare con le mani,
domenica 29 ottobre 2023
POST N.3 DEL 29/10/2023
tutta avvolta ancora d'ignoranza e di tristizia umana,
nessun vapore maligno salisse a noi.
POST N.2 DEL 29/10/2023
che dicendosi gelosa della mia musa
avrebbe voluto regnar sola nel mio intelletto,
ispirarmi secondo le sue idee e le sue inclinazioni.
POST DEL 29/10/2023 CUORE GENEROSO
come si rifà puri l'onda d'infinito
che passa talvolta per l'anima
nostra dopo la preghiera,
non sento più dolore nè vergogna di quel passato.
REVIEW DI: CITTA' SOSPESA DI EDUARDO MENDOZA - DEA PLANETA
Città sospesa
- Autore Eduardo Mendoza
- Editore DeA Planeta
- Genere Narrativa
- Pagine 480
Biografia: Eduardo Mendoza
RECENSIONE
In poche parole, nulla di quanto sentii in quei venti minuti servì ad allontanare dal cervello di entrambi i sospetti o le inquietitudini che gli avevano fatto nascere: e prima di essere schiacciati dalle norme sociali, le stesse che avevano pensato di infrangere per divertimento, senza sapere che facevano parte non solo della loro coscienza, ma della loro stessa identità.
Il mercenario si comportava come se la mia fiducia nella sua persona e la sua complicità con tutte le sue decisioni fossero fuori discussione, ed Anthony non riusciì a trovare il coraggio o la volontà per mettere sul tavolo le tre semplici domande che avrebbero potuto chiarire, seppur temporaneamente, la loro situazione.
Il popolo era inquieto, molti dubitavano della tempra e delle capacità di un generale che si dedicava solo alle feste e allo svago. Come il generale, anche i nobili e le città iniziarono a prepararsi alla guerra.
Madrid, già in lacrime per la politica corrotta, cominciò a temere l'inevitabile conflitto per il controllo del territorio, della sicurezza e dell'economia che sarebbe seguito alla sconfitta della dittatura, considerata dai più pessimisti terribilmente vicina.
Anthony non aveva voluto che uno di quegli energumeni lo arrestasse, così era scappato sull'altro lato della via. Lungo la strada, aveva pensato che la vita delle persone come lui era sempre legata alle decisioni dei potenti. E poco si poteva fare per opporsi alla volontà di chi esercitava un potere assoluto, perchè si correva il rischio di provocare reazioni imprevedibili.
A metà strada tuttavia, Anthony non potè proseguire. Già da un pezzo egli si era accorto che trascinava i piedi e respirava a fatica. I suoi commenti sprezzanti e le battute maligne si erano ormai trasformati in un sibilo intermittente che faceva venire i brividi nel silenzio di quegli immensi campi lavorati di recente, su cui si stagliava ogni tanto in lontananza un contadino.
Al potere degli eserciti e del denaro su cui contava il reggente si era poi aggiunto anche quello della Chiesa. Il papa aveva preso posizione a favore del governo, perchè si era reso conto che, se questo fosse stato confermato, lui avrebbe potuto contare sull'obbedienza di molti, cosa indispensabile per mantenere il suo titolo.
Tutte queste notizie raggiunsero Anthony. Intanto, le reazioni della truppa erano sempre insufficienti, e a tutti quei soldati insoddisfatti che cercavano di assicurarsi altri rifornimenti uomini e donne al seguito dell'esercito, cui questa volta si erano uniti anche i lavoratori impegnati a trasformare in tutta fretta quell'accampamento in una piccola città.
Nel caso di Anthony, quello che non riusciva a togliersi dalla testa era il possibile significato della strana metamorfosi del capo della sommossa. La polizia era già così sicura della colpevolezza che persino l'ispettore si azzardava a spogliarsi del travestimento di agnellino e a mostrare in quel modo gli artigli con delle persone che quello stesso pomeriggio potevano sbatterlo in prima pagina su un giornale di massima distribuzione locale? La polizia dava già così poco peso alle possibili rappresaglie della famiglia o degli amici dei Rivera ? Il suo cognome era già così vicino a entrare a far parte della storia criminale di Madrid?
I rivoluzionari di solito hanno pochissimo senso dell'umorismo. Proprio come i fanatici religiosi. Per nobili che siano le idee che difendono e gli obiettivi a cui aspirano, i mezzi attraverso cui pretendono di raggiungerli finiscono sempre per essere gli stessi: l'obbedienza cieca, l'abolizione dello spirito critico e la semplificazione della realtà per farla aderire al proprio modello di pensiero. Con il popolo o contro di lui, al suo fianco o al fianco del nemico.
REVIEWS DI: LA TRAVERSATA NOTTURNA DI ANDREA CANOBBIO - LA NAVE DI TESEO
Andrea Canobbio
La traversata notturna
La Nave di Teseo
Il libro
Mosso dal desiderio di liberarsi dei ricordi che non smettono di
tormentarlo, il narratore di questo libro decide di compiere un viaggio
nella sua città, trasformata per l’occasione in un grande teatro della
memoria. E come in ogni avventura che si rispetti, si dota delle armi
magiche necessarie all’impresa: una mappa quadrata di ottantuno caselle,
una raccolta di lettere d’amore e alcune vecchie agende fitte di
appunti.
La città è Torino, la storia è quella di una coppia
italiana del dopoguerra, del loro innamorarsi, sposarsi e vivere prima
felici e contenti, e poi infelici e scontenti. S’incontrano nel 1943:
lui, ufficiale del Genio e futuro ingegnere, è appena tornato dalla
Russia; lei ama la musica e la poesia. Si sposano nel 1946, mettono su
famiglia. Gli anni della ricostruzione diventano presto gli anni del
miracolo economico, che diventano presto gli anni della contestazione e
della crisi. L’ingegnere, soccombendo alla melanconia, scava un tunnel
personale dove rimane intrappolato, intrappolando anche la moglie e i
figli.
Disseminati i frammenti del tempo nello spazio della città,
il narratore indaga i motivi misteriosi della depressione del padre.
Alla fine, però, nessuna ragione gli sembra sufficiente a spiegare
trent’anni di tristezza irrimediabile. Capisce che sono proprio i
ricordi più dolorosi quelli che gli permettono di non interrompere il
dialogo con i genitori – che, dopotutto, non vuole far scomparire dalla
propria vita.
In questa Traversata, il lettore sceglierà se
indugiare nei luoghi del romanzo familiare o avventurarsi su sentieri
più imprevedibili e nascosti. Qui incontrerà case stregate, martiri e
reliquie, monumenti equestri, bilance svizzere, papiri egizi,
antropologi e architetti; e poi cavalli bianchi, volpi pallide, pesci
siluro e molti altri animali. Ma giunto alle ultime pagine riconoscerà
le voci che risuonano nitide tra le righe: quelle di chi se ne è andato e
offre un’ultima occasione di incontro a chi è rimasto.
Andrea Canobbio
Andrea Canobbio è nato a Torino nel 1962. Vive a Torino, dove lavora nell’editoria. I suoi libri sono: la raccolta di racconti Vasi cinesi (1989), con cui ha vinto il premio Grinzane opera prima e il premio Mondello opera prima; i romanzi Traslochi (1992), Padri di padri (1997), Indivisibili (2000), finalista premio Strega, Il naturale disordine delle cose (2004), premio Brancati, e Tre anni luce (2013), premio Mondello Opera Italiana; e infine i due brevi testi autobiografici Presentimento (2007) e Mostrarsi (2011).
REVIEWS
Parte come un memoir La traversata notturna di Andrea Canobbio, ma diventa subito un potente romanzo famigliare dei nostri giorni, toccando con originalità e intensità il sentimento delle radici che ognuno di noi a suo modo coltiva. Tanto più convincente la storia che Canobbio ci racconta perché lo scrittore evita i modi della saga o delle reminiscenze sentimentali per inoltrarsi in una sorta di ricerca del tempo perduto che, come in un’antica epopea, si dilata in spazi ed epoche distanti, in un sapiente andirivieni tra passato e presente.
Il presente sono le peregrinazioni nella sua città, Torino, che è allo stesso tempo santuario dei ricordi, palcoscenico di una danza di spettri, e geografia esotica da decifrare come una terra straniera. Il narratore, chiedendo aiuto agli antropologi del passato, si fa etnologo della propria tribù famigliare mentre si muove sulle per lui misteriose tracce della vita del padre, come una sorta di nuovo Telemaco che in cerca di Ulisse si aggira per contrade lontane, qui rappresentate da fragili reliquie: lettere del perduto amore dei genitori, agende di una fitta e difficile quotidianità, reperti medici della depressione paterna che renderà agli occhi del figlio il capofamiglia una figura irraggiungibile e dolorosa.
Forse quasi tutte le famiglie felici si somigliano, certo ogni
famiglia infelice lo è a suo modo, un modo che per essere narrativamente
convincente deve saperne restituire l’originalità. È la sfida che
Canobbio vince, anche in virtù di una prosa perfetta e di una lingua
fresca, limpida e insieme colta, il cui tono famigliare non diventa mai
banalmente confidenziale mentre mette in scena questa toccante storia
italiana e racconta, come in un’intima epopea, ciò che ci lega e ciò che
ci allontana dalla nostra origine.