giovedì 28 febbraio 2019

POST #73/19 MARSILIO EDITORE - L'età straniera Marina Mander. Fuori di sé Sasha Marianna Salzmann. Il meticcio Federica Fantozzi. A via della Mercede c'era un razzista Lo strano caso di Telesio Interlandi Giampiero Mughini. La strana storia dell'Isola Panorama Ranpo Edogawa. I Ciardi. Paesaggi e giardini a cura di Giandomenico Romanelli a cura di Franca Lugato.





L'età straniera

1° ed.
978-88-297-0001-1 
MARSILIO EDITORE



SINOSSI


Leo non studia molto, ma è bravo a scuola. Non fuma tanto, ma un po’ d’erba sì. Ha una madre, Margherita, che lavora come assistente sociale e un padre che è stato matematico, è stato intelligente, è stato vivo l’ultima volta nel mare e poi è scomparso tra le onde con il pigiama e le ciabatte. Leo odia i pigiami, le ciabatte e non si fida più del mare, forse di nessuno. Odia tutte le cose fino a quando nella sua vita non arriva Florin, un ragazzino rumeno che non studia, non ha una casa, non ha madre né padre – o magari sì ma non ci sono – e si prostituisce. Florin si prostituisce e la madre di Leo decide di ospitarlo, sistemandolo nella camera del figlio, perché l’appartamento è piccolo e perché «forse potete farvi bene l’un l’altro». Leo che non ha mai fatto l’amore con nessuno e Florin che fa l’amore con tutti condividono la stessa stanza. Leo pensa di odiare Florin, che comunque è meglio di una cosa, è vivo. Leo è tutto cervello e Florin è tutto corpo: questo pensa Leo, che racconta la storia. La “scimmia” lo chiama, come una delle tre scimmiette: Iwazaru, quella che non parla. In realtà entrambi i ragazzi sono ancora forti di una fragile interezza, perché sono adolescenti e hanno ferite profonde ma corpi e sentimenti giovani. Comincia così, tutta storta, l’avventura del loro viaggio a occidente, fra estraneità e appartenenza: mistico per Leo – in continuo contatto con un tribunale immaginario che cerca di convincerlo di avere ucciso il padre – e fisico per Florin – in balia di uomini violenti in un mondo più violento ancora. Scritto in una lingua immaginifica e ironica, intelligente e musicale, L’età straniera racconta un mondo vocale: è nelle voci che questa storia e tutte le storie si sviluppano – le parole di Florin che mancano, quelle in cui Leo si rifugia.


Autore

 
scrittrice triestina, vive a Milano. Tra le sue opere di narrativa: Ipocondria fantastica (Editori associati – Transeuropa 2000, et al. 2012), Catalogo degli addii (et al. 2010), La prima vera bugia (et al. 2011, di prossima ripubblicazione presso Marsilio), tradotto in diversi paesi europei e negli Stati Uniti, Nessundorma (Mondadori 2013, finalista al Premio Rapallo-Carige), Il potere del miao. I gatti che mi hanno cambiato la vita (Mondadori 2015). Ha scritto per Il Piccolo, Vanity Fair e The New York Times.
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Fuori di sé

1° ed.
978-88-297-0022-6


SINOSSI

Sono sempre stati in due, Alissa e Anton. In due nel minuscolo appartamento di Mosca in cui vivevano con i genitori. In due sul treno che, dopo trentasei ore, li condusse in Germania, in fuga dall’antisemitismo di un’Unione Sovietica ormai in pezzi. In due a scuola, tra gli insulti razzisti dei compagni e il desiderio di trovare il proprio posto nel mondo. Quando Anton sparisce, l’unico indizio per seguirne le tracce è una cartolina che arriva da Istanbul, e anche se sopra non c’è scritto nulla, Ali sa che è lì che suo fratello si nasconde. Si lascia allora alle spalle la vita a Berlino, lo studio della matematica e gli allenamenti di boxe, e parte, impaziente di riunirsi al gemello – la persona che condivide i suoi ricordi, il suo specchio. Nella città sul Bosforo, le indagini di Alissa cominciano nel mondo sotterraneo di una metropoli scintillante e tentacolare, profondamente lacerata da una violenza politica senza precedenti. La ricerca di Anton diventa per Ali l’occasione per scavare nella storia della sua famiglia, segnata dalle vicende che hanno scosso l’Europa del Novecento, ma anche dalla violenza domestica, da incontri fortuiti, matrimoni combinati e grandi storie d’amore. E mentre intorno a lei parole come “casa”, “paese”, “lingua madre” e “genere” non hanno più alcun significato, Ali riesce a scavare anche dentro di sé e a interrogarsi su un corpo in cui non si riconosce, sull’eredità culturale che porta in dote e sui contorni di un avvenire senza certezze e senza confini.

AUTORE



è nata a Volgograd nel 1985, è cresciuta a Mosca e vive tra Berlino e Istanbul. Emigrata con la famiglia in Germania nel 1995, ha studiato letteratura, teatro e comunicazione all’università di Hildesheim e oggi insegna scrittura creativa. I suoi racconti e le sue poesie hanno ricevuto numerosi riconoscimenti, le sue pièce teatrali sono state tradotte e messe in scena in più di venti paesi. Fuori di sé, il suo primo romanzo, è stato finalista al Deutscher Buchpreis, il più alto riconoscimento letterario tedesco, ed è in corso di traduzione in quattordici lingue.
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Il meticcio

1° ed.
978-88-317-8952-3
 
 
SINOSSI

Roma, estate 2017. Durante un servizio di routine sulle misure di sicurezza a Fiumicino, la giornalista Amalia Pinter manda a monte un’operazione del suo ex amico Alfredo Pani, poliziotto che ha fatto carriera nel nucleo d’élite contro la criminalità organizzata. Per colpa della ragazza, si perdono le tracce di un corriere dell’Ascia Nera, la più pericolosa e spietata fazione della mafia nigeriana lanciata alla conquista dell’Europa continentale attraverso un patto con i clan siciliani. Nel frattempo, al Vero Investigatore, il piccolo quotidiano in cui lavora Amalia, le cose non vanno bene. Il Capo la spedisce a un’asta di pietre preziose dove un rarissimo diamante rosso viene acquistato da un tycoon brasiliano, Ezequiel Alves, che protegge in modo morboso la propria privacy. Lo chiamano “l’uomo dal tocco magico”, perché in pochi anni ha scalato il settore acquistando giacimenti esauriti e rendendoli di nuovo produttivi. Quando le due piste, inaspettatamente, si incrociano, Amalia si ritrova “arruolata” come agente sotto copertura. Da un cruento Palio di Siena agli antichi palazzi nobiliari di Palermo, però, un dubbio la tormenta: di chi può davvero fidarsi? Chi dice la verità? La giovane giornalista dovrà inerpicarsi fino a una clinica sperduta in mezzo alle Madonie per scoprire cosa ha trasformato un bambino in un sopravvissuto. E per riavvolgere il filo che lega, da molto lontano, i protagonisti di un sogno trasformatosi in sodalizio criminale. 

AUTORE



  è nata a Roma. Giornalista professionista, è stata cronista politica e parlamentare per l’Unità e si occupa di comunicazione economica. Scrive o ha scritto per il venerdì, L’Espresso, Sette, Il Mattino, La Nazione, la Repubblica, Italia Oggi. È autrice di tre romanzi thriller, tutti editi da Marsilio: Caccia a Emy (2000), Notte sul Negev (2001) e Il logista (2017). Con Roberto Brunelli ha scritto la biografia di Enrico Letta (pubblicata da Editori Internazionali Riuniti nel 2013). 
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A via della Mercede c'era un razzista

Lo strano caso di Telesio Interlandi
1° ed.
978-88-317-0023-3


SINOSSI 

Nell’epoca desiderosa di oblio che fu il secondo dopoguerra italiano, la storia di Telesio Interlandi, l’intellettuale che più spudoratamente approvò le leggi razziali in Italia, fu dimenticata con un certo sollievo. Eppure la sua figura rimane centrale per capire il contesto culturale di quegli anni. Se infatti, grazie al rapporto personale con Mussolini, da direttore dal 1938 al 1943 della «Difesa della razza» Interlandi fu portavoce del fascismo più intransigente e fanatico, allo stesso tempo sulle colonne del «Tevere» e «Quadrivio» diede spazio alle migliori firme dell’epoca, da Vincenzo Cardarelli a Mario Soldati, da Luigi Pirandello a Corrado Alvaro, mostrando un fiuto giornalistico e una raffinatezza editoriale eccezionali. Nella sua vicenda Mughini si imbatté quasi per caso. «Perché non lo scrive lei il libro su mio padre che Sciascia non potrà mai scrivere?», fu la richiesta che, all’indomani della morte dello scrittore siciliano, Mughini si sentì rivolgere dal figlio di Interlandi, la cui figura avrebbe dovuto essere al centro di un volume concepito come un secondo Affaire Moro. Nacque così A via della Mercede c’era un razzista, che, sfuggendo alla distinzione tra saggio e romanzo, ricostruisce gli ambienti di una Roma degli anni trenta come una piccola Atlantide sommersa, ricca di fermenti, di battaglie di idee e di esperimenti che appartengono a pieno diritto alla cultura europea dell’epoca, e riesce allo stesso tempo a rivelare l’origine profonda di alcuni moti che scuotono ancora oggi l’Italia.

AUTORE



 (Catania, 1941), narratore delle vicende politiche e sociali del nostro paese (Addio compagni, 1987; Gli anni della peggio gioventù, 2009; Addio gran secolo dei nostri vent’anni, 2012), è stato tra i fondatori del «Manifesto», ha collaborato con «L’Europeo», «Panorama», «il Giornale» di Montanelli, «Libero», «il Foglio». Dalla fine degli anni ottanta si è distinto come opinionista sul piccolo schermo. Collezionista e bibliofilo, ha pubblicato da ultimi La stanza dei libri (2016), Sempre una gran signora. Lettere d’amore alla Juventus (2017) e Che profumo quei libri (2018). Per Marsilio è uscito Era di maggio. Cronache di uno psicodramma (2018).
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La strana storia dell'Isola Panorama

a cura di

, 1° ed.
978-88-317-8850-2


SINOSSI

La strana storia dell’Isola Panorama è un romanzo mystery che ben esemplifica le caratteristiche che hanno reso Edogawa Ranpo un luminare di questo genere letterario. Il protagonista, Hitomi Hirosuke, è un eccentrico trentenne squattrinato con velleità artistiche che vive di espedienti e coltiva la bizzarra utopia di creare un paradiso terrestre. Un giorno gli si presenta inaspettatamente l’occasione di mettere in atto il proprio piano poiché viene a sapere che un suo compagno dei tempi dell’università, un ricco possidente a cui per uno strano scherzo del destino assomiglia in maniera impressionante, è venuto recentemente a mancare in seguito a una crisi epilettica. Hirosuke gli si sostituirà convincendo tutti di essere stato vittima di una sepoltura prematura - errore frequente nel caso di persone affette da epilessia -, e approfitterà del suo nuovo status sociale ed economico per realizzare la sua inquietante fantasia al largo di un’isola disabitata. Un intreccio ben congegnato che si dipana tra macabri dissotterramenti e occultamenti di cadaveri, omicidi efferati e suicidi simulati, folli utopie e crisi di onnipotenza conduce il lettore verso un finale pirotecnico in cui il protagonista dovrà affrontare la figura di un detective che sembra essere pronto a smascherarlo.

Autore

, nom de plume di Hirai Tarō, è stato uno dei più rappresentativi e prolifici scrittori di detective stories giapponesi. Vissuto tra il 1894 e il 1965, debutta nel 1923 sulle pagine della rivista «Shinseinen» (Gioventù nuova) scegliendo uno pseudonimo che nella pronuncia giapponese richiama il nome di Edgar Allan Poe, uno dei suoi punti di riferimento letterari. Negli anni successivi scriverà più di cento opere tra racconti brevi e romanzi, fra cui La moneta da due sen, Il delitto della salita D. e La belva nell’ombra. Maestro del genere mystery e poliziesco, i temi principali intorno a cui è imperniata la sua poetica sono la problematizzazione del concetto di identità e il disagio indotto dalla modernizzazione e dal nuovo stile di vita metropolitano, intrisi di un’estetica decadentista macabra e grottesca.
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I Ciardi. Paesaggi e giardini


, 1° ed.
 
 
SINOSSI
 
Catalogo della mostra,
Conegliano, Palazzo Sarcinelli,
febbraio – giugno 2019
Settanta opere di Guglielmo (Venezia, 1842-1917), Beppe (Venezia, 1875 – Quinto di Treviso, 1932) ed Emma (Venezia, 1879-1933), raccolte in un percorso tematico che attraversa circa ottant’anni della scena artistica italiana ed europea, consentiranno di apprezzare con un taglio critico originale e inedito, legato soprattutto alla pittura di paesaggio, gli elementi qualificanti della produzione ciardiana. La ricchezza della loro scelta a favore del paesaggio si misura nelle radicali novità che essi (e soprattutto Guglielmo) sanno introdurre in questo genere pittorico: la luce declinata in tutte le possibili atmosfere, la presenza viva e palpitante della natura nelle piante, nei campi, nelle messi, nelle distese di eriche; la maestosità spesso scabra delle masse montuose, colte nella luce azzurra dell’alba o in quella struggente e aranciata dei tramonti, i filari, i covoni, i corsi d’acqua.
 

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