venerdì 17 maggio 2019

RECENSIONE # 49/19 LA LUNA E' TRAMONTATA by JOHN STEINBECK - BOMPIANI

 

La luna è tramontata

Formato Legatura
Pagine 13 x 19,8
Brossura 176
In libreria da
Ebook Ottobre 2016

Isbn Curatore Traduttore
9788845283024
Luigi Sampietro
Giorgio Monicelli
SINOSSI


RECENSIONE
La vicenda narrata ne <<La luna è tramontata>> di Steinbeck si svolge in Norvegia durante l'occupazione tedesca nel corso della seconda guerra mondiale. Il romanzo pone in primo piano la resistenza tenace ed eroica opposta dai patrioti all'invasore e dà il massimo rilievo allo scontro tra le due opposte ideologie a cui si ispirano i belligeranti: da una parte, quella totalitaria, basata sull'imposizione, la costrizione e la forza, dall'altra quella democratica, che è invece espressione dell'aspirazione alla libertà.
Ma il discorso che Steinbeck svolge con <<La luna è tramontata>> è assai più profondo di quanto può apparire da questa traccia sommaria. Ci sono personaggi positivi dall'una e retorica equazione: tedeschi = criminali,  norvegesi = eroi.

Il comandante dell'esercito di occupazione, ad esempio, Lanser, è un fedele esecutore degli ordini che volta per volta riceve. Ma ne sente talora tutta la spietatezza e l'assurdità. Comprende il diritto che la popolazione vinta ha di difendere la propria libertà. Tra i norvegesi, la figura più luminosa è quella del sindaco Orden, uomo umile, ma deciso, vicino ai suoi cittadini nel momento in cui essi debbono affrontare i più gravi pericoli.

La tragedia ha origine da un attentato in cui resta ucciso un capitano tedesco. Responsabile dell'azione è Alessandro Morden, che viene processato e condannato. Inizia di qui tutta una catena di rappresaglie, di atti di sabotaggio e di ribellione che esasperano gli animi. Alla fine lo stesso Orden, preso come ostaggio, sarà fucilato ed affronterà la morte con la tranquilla coscienza di aver compiuto il proprio dovere.

E' una pagina veramente toccante, proprio perchè ne è bandita ogni impostazione volutamente eroica o retorica. Ogni parola, ogni particolare vi appaiono dimessi, quotidiani, comuni e appunto per questo il brano mantiene ancor oggi integri la sua attualità e il suo nobile insegnamento morale.

Il sindaco è tutt'altro che un eroe. Confida all'amico d'aver avuto la tentazione della fuga, che la morte gli fa paura. Eppure non fugge. La sua forza è nella ragione, nel profondo rispetto dell'<<altro>>, nella fede democratica che s'è fatta in lui norma di vita, pian piano, esperienza dopo esperienza, e che oggi fa tutt'uno con il suo carattere, la sua natura, si direbbe perfino con il suo atteggiamento e i suoi gesti così schivi.

Per questo motivo egli si mantiene calmo e a Lanser che lo ammira molto ma che non può salvarlo, dice rispettosamente, ma con decisione, frasi sulle quali dovremmo a lungo meditare: Gli uomini liberi non possono scatenare una guerra, ma una volta che questa sia cominciata possono continuare a combattere nella sconfitta. Gli uomini-gregge seguaci di un capo, non possono farlo, ed ecco: perchè sono sempre gli uomini-gregge che vincono le battaglie e gli uomini liberi che vincono le guerre.
La scena in cui egli ripete alcuni passi dell'Apologia di Socrate non si cancella più dalla memoria del lettore. Winter lo ascolta, ora commosso, ora ironico. Lanser, affascinato, impone il silenzio al sottotenente Prackle, che ha fatto irruzione nella casa eccitatissimo per dargli notizie assai gravi: per alcuni attimi il colonnello tedesco non vuol pensare alla guerra, e alla sua triste realtà, bensì alle parole di Socrate che Orden ripete con la stessa semplicità, la stessa forza interiore, la stessa convinzione dell'antico filosofo.
Non si tratta - lo avvertiamo bene - di citazioni erudite, nè tantomeno di una specie di gara che il sindaco voglia ingaggiare con l'amico per dimostrargli che la sua memoris è ancora buona.

Orden ha bisogno di ricordare ora quelle parole, di farle emergere dal fondo dei propri ricordi, chiare, distinte, precise perchè in esse è espressa tutta la sua fede nella libertà. La lezione morale degli antichi è diventata norma per la condotta presente. La cultura dei libri s'è fatta azione di vita.

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