PagineCOPYRIGHT - https://labibliotecadikatia.blogspot.com di Caterina Buttitta
venerdì 26 luglio 2019
POST #230/19 NERI POZZA AL FESTIVAL DI MANTOVA LUGLIO 2019
È l’estate del 1997 a Londra, l’estate del New Labour, della morte di
Lady Diana e della fine della scuola per Charlie Lewis. Cinque anni
terminati in un batter d’occhio e suggellati dall’immancabile ballo
nella palestra della scuola, coi professori alla
consolle che azzardano persino Relax dei Frankie Goes to Hollywood o
Girls and Boys dei Blur, i ragazzi che si dimenano selvaggiamente e
le ragazze che ancheggiano con malizia. Cinque anni in cui Charlie
Lewis si è distinto per non essersi mai distinto in nulla. Né bullo né
mansueto, né secchione né ribelle, né amato né
odiato, insomma uno di quei ragazzi che, a guardarli nella foto di fine
scuola, si stenta a ricordarli, poiché non sono associati ad alcun
aneddoto, scandalo o grande impresa.
Ora, però, per Charlie è giunta l’ora di definire la propria
personalità, il che alla sua età è come cambiare il modo di vestire e il
taglio dei capelli. Un’impresa di non poco conto, visto che, dopo aver
cominciato a lavorare in nero alla cassa di una stazione
di servizio per circa dodici ore la settimana, Charlie non sa che
farsene di quella lunga estate. Per giunta, a casa le cose non vanno per
niente bene. Sua madre se ne è andata e suo padre, un uomo mite, cade
spesso preda della malinconia.
Un giorno, il giovane Lewis afferra Mattatoio n. 5 di Kurt
Vonnegut, scelto giusto perché c’è la parola mattatoio nel titolo, e se
ne va a leggere su un prato vicino casa. Qualche pagina letta e poi si
addormenta all’aria aperta, per svegliarsi qualche
tempo dopo intontito dal sole e dalla meravigliosa visione di una
ragazza dalla carnagione pallida e i capelli neri. È Frances Fisher,
detta Fran. Viene dalla Chatsborne, una scuola per ricchi che se la
tirano da artisti e indossano vestiti a fiori vintage
e magliette che si stampano da soli. Fran fa parte della cooperativa
del Bardo, un gruppo teatrale di ragazzi come lei che vogliono mettere
in scena «una storia di bande rivali e di violenza, di pregiudizio e
amore»:Romeo e Giulietta di Shakespeare.
Charlie non è felice né indaffarato, e dunque si innamora perdutamente
di Fran. Per stare con lei, tuttavia, deve affrontare una sfida improba:
entrare a far parte della compagnia diretta da un tipo paffuto e con
gli occhioni da King Charles Spaniel.
Commovente, incantevole e struggente, insieme, Un dolore cosí dolce,
è una commedia amara sull’impervio passaggio all’età adulta, sul potere
vivificante dell’amicizia e sulla fulminea, bruciante esperienza del
primo amore.
David Nicholls ha lavorato a lungo con la BBC realizzando adattamenti shakespeariani e numerose serie di successo,
premiate con due nomination per i bafta Awards. Di recente è stato
nominato per gli Emmy Awards per la sceneggiatura di
Patrick Melrose, tratto dall’opera di Edward St Aubyn I Melrose. Tra i suoi romanzi
Le domande di Brian (beat 2011), Il sostituto(beat 2012),
Un giorno(Neri Pozza 2010), da cui è stato tratto un celebre film diretto da Lone Scherfig, con Anne Hathaway e Jim Sturgess e
Noi(Neri Pozza, 2014; beat 2017).
Che cosa resta quando una speranza, un’illusione vanno in frantumi?
Perché non possiamo evitare di affidarci ad altre speranze e illusioni
ancora? Perché ci è impossibile affrontare la vita senza dire e dirci
menzogne?
Nelle sette storie raccontate in queste pagine, non vi è nessuna parola
di troppo, nessuna frase priva di senso. Con la sua impeccabile
scrittura, Bernhard Schlink conduce il lettore al cospetto di
protagonisti che, intrappolati nel loro ego, cercano di rammendare
la propria vita con un tessuto di bugie e silenzi capace di velare
passioni, soffocare sentimenti, celare piccoli e grandi conflitti.
C’è Richard che, in Fine stagione, durante una vacanza al Capo,
si innamora di Susan, una «personcina dagli occhi troppo piccoli, il
mento troppo pronunciato, la pelle troppo sottile» e, tuttavia, una
«personcina» capace di vedere in lui «ciò che lui
stesso non vede». Richard ha la sensazione di doversi decidere,
abbandonare la sua vecchia vita per la nuova. Una sensazione, però, che,
nell’istante stesso in cui affiora, affievolisce immediatamente,
diventa subito «stanca».
C’è il protagonista maschile che, nella Notte a Baden-Baden,
vive una storia d’amore fatta di tradimenti consumati e non, e di
piccole bugie che gli permettono di evitare i grandi conflitti. Il
giorno, tuttavia, in cui emerge la verità su una sua notte a Baden-Baden, scopre che «senza la fede ingenua nell’altro l’amore non è possibile».
C’è il giovane uomo che,Johann Sebastian Bach sull’isola di Rügen,
invita il padre al festival bachiano sull’isola di Rügen per
trascorrere insieme due o tre giorni fatti di concerti e passeggiate
sulla spiaggia, e venire in questo modo a capo
di un rapporto che negli anni si è mostrato del tutto privo di ogni
tenerezza e intimità. Durante il viaggio in auto verso Rügen, il padre,
però, se ne sta seduto diritto, le gambe accavallate, le braccia
appoggiate ai braccioli, le mani a penzoloni. Poi si
addormenta, russando e biascicando.
Sette storie, sette bugie. Sette racconti in cui Schlink mostra la sua
straordinaria capacità di penetrare nell’animo umano e di restituirne
con precisione fragilità e disincanto.
Bernhard Schlink(Bielefeld, 6 luglio 1944) è uno
dei maggiori scrittori tedeschi contemporanei. Ha esercitato la
professione di giudice presso la Corte Costituzionale della Renania
Settentrionale-Vestfalia sino al 2006. Nel 2006 è stato
ordinato professore di Filosofia del diritto presso la prestigiosa
Humboldt Universität di Berlino. È autore di una raccolta di racconti,Fughe d’amore(Garzanti 2002), e di numerosi romanzi tra i qualiI conti del passato(Garzanti 2004),L’inganno
di Selb(Garzanti 2005),L’omicidio di Selb(Garzanti 2004),La nostalgia del ritorno(Garzanti 2007),Il fine settimana(Garzanti 2010),Olga(Neri Pozza 2018) eIl lettore(Neri Pozza 2018).
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento