Certi silenzi vivono e ti rimangono dentro tutta la vita.
Nel silenzio delle nostre parole
Con una straordinaria sensibilità e una scrittura che diventa più intensa a ogni pagina, Simona Sparaco indaga i momenti terribili in cui la vita e la morte si sfiorano diventando quasi la stessa cosa, e in cui le distanze che ci separano dagli altri vengono abbattute dall’amore più assoluto, quello che non conosce condizioni.
RECENSIONE
Nel silenzio delle nostre parole
Romanzo vincitore del Premio DeA Planeta 2019
- Autore Simona Sparaco
- Editore DeA Planeta
- Genere Narrativa
- Formato brossura con alette
- Pagine 288
- Data di uscita 14.05.2019
Non c’è morte che non presupponga una rinascita.
Imparare a decifrarla può dare un senso a tutto ciò che resta.
Persino alla cenere.
Imparare a decifrarla può dare un senso a tutto ciò che resta.
Persino alla cenere.
«Un romanzo corale che parla di vita. Il suo libro più bello.»
Chiara Gamberale
Chiara Gamberale
«Leggendo queste libro ci sono cose che ti resteranno per sempre.»
Massimo Gramellini
Massimo Gramellini
«Il romanzo più maturo di un’autrice amatissima.»
Michela Marzano
Michela Marzano
«Un piccolo miracolo di umanità, uno dei pochi veri romanzi di oggi.»
Antonio Scurati
Antonio Scurati
È mezzanotte e una nebbia sottile avvolge
la metropoli addormentata. In un palazzo di quattro piani, dentro un
appartamento disabitato, un frigorifero va in cortocircuito. Le fiamme,
lente e invisibili dall’esterno, iniziano a divorare ciò che trovano.
Due piani più in alto, Alice scivola nel sonno mentre aspetta il
ritorno di Matthias, il ragazzo che ama con una passione per lei nuova e
del quale non è ancora riuscita a parlare a sua madre, che abita
lontano e vorrebbe sapere tutto di lei. Anche Bastien, il figlio della
signora che occupa un altro degli interni, da troppi mesi ormai avrebbe
qualcosa di cruciale da rivelare alla madre, ma sa che potrebbe
spezzarle il cuore e non trova il coraggio. È un altro tipo di coraggio
quello che invece manca a Polina, ex ballerina classica, incapace di
accettare il proprio corpo dopo la maternità, tantomeno il pianto
incessante del suo bambino nella stanza accanto. Giù in strada, nel
negozio di fronte, Hulya sta pensando proprio a lei, come capita sempre
più spesso, senza averglielo mai confessato, ma con una voglia matta di
farlo. Per tutti loro non c’è più tempo: un mostro di fuoco sta per
stravolgere ogni prospettiva, costringendoli a scelte estreme per
colmare quei silenzi, o per dare loro un nuovo significato.Con una straordinaria sensibilità e una scrittura che diventa più intensa a ogni pagina, Simona Sparaco indaga i momenti terribili in cui la vita e la morte si sfiorano diventando quasi la stessa cosa, e in cui le distanze che ci separano dagli altri vengono abbattute dall’amore più assoluto, quello che non conosce condizioni.
«Una storia ad alto tasso di commozione.»
Eleonora Barbieri, ‘Il Giornale’
Eleonora Barbieri, ‘Il Giornale’
«Il romanzo che ha vinto la prima
edizione italiana del premio DeA Planeta, ci parla di morte e rinascita.
Di particolari che si incidono sulla pelle, di dolore e speranza.»
Marta Cervino, ‘Marie Claire’
Marta Cervino, ‘Marie Claire’
«Un libro di rapporti umani che racconta un mondo ordinario in maniera straordinaria.»
Marcello Fois
Marcello Fois
«È impensabile smettere di leggere questo libro. […] L’ho amato immensamente.»
Fabio Geda
Fabio Geda
«Il romanzo della Sparaco è denso di
umanità, nella sua forma più contorta e complessa, quella che unisce i
genitori a figli e i figli ai genitori. Ed è – cosa rara per la
letteratura italiana – un romanzo europeo.»
Antonio Polito, ‘Corriere della Sera’
Antonio Polito, ‘Corriere della Sera’
«Questo libro vi farà del male. Ma poi vi farà più bene.»
Rosaria Renna
Rosaria Renna
«Un romanzo profondo, doloroso e commovente con il ritmo di un thriller.»
Alessandra Tedesco, radio 24
Alessandra Tedesco, radio 24
Simona Sparaco
Simona Sparaco (1978) è madre di due figli.
Dopo aver vissuto per molto tempo all’estero, è tornata stabilmente a
Roma. Ha scritto sceneggiature e romanzi; tra questi, Nessuno sa di noi è
stato finalista al Premio Strega nel 2013. I suoi libri sono tradotti
in numerosi paesi europei, in Sudamerica, Giappone e Russia.
Nel silenzio delle nostre parole, guida il lettore in uno straordinario percorso, sviscerando il tessuto narrativo in ogni fibra, interrogndone le voci, lo spessore, le testimonianze e ricostruendo, passo dopo passo, il macrocosmo collettivo e individuale all'interno del quale queste vite si rincorrono, si sfiorano, senza mai capirsi. In questa coralità di voci e vite descritte, la trama si fa di pagina in pagina più alta, verticale, in sempre cristallina sospensione. Un
sentire comune che vibra di lettera in lettera, e che porta a un
confronto assiduo. Uccide la parola? Il silenzio, il dolore la perdita e il pericolo esasperano le attese dei protagonisti,
nascono attrazioni e antipatie. I personaggi vivono accanto all'esistenza e non più dentro la realtà, si sono costruiti una tana e si ossigenano con la memoria. Nel romanzo ci sono, piccole rese dei conti quotidiani, empatie, distanze incolmabili, mini isterie, finchè la confusione tra desideri e realtà si impossessa della loro vita, sulle cui misure e sulla cui cuccia psicologica il romanzo è stato pensato e scritto.
È mezzanotte e una nebbia sottile avvolge
la metropoli addormentata. Il palazzo in fiamme crolla. Nell'aria ingiallita da strati di polvere nera, con il sole che spunta come una macchina gialla nella foschia. Le macerie del fuoco si
trasformano in un’esperienza decisiva, che cambierà il destino di tutti.
Qualcuno ne uscirà temprato, qualcun altro distrutto. A volte si confonde la quantità di intrecci possibili, tra tutte le storie ospitate nel romanzo e tra quelle ospitate dai corpi che respirano, che tossiscono, che si muovono nel mondo verso un punto preciso. Si chiede che cosa si muova dietro il silenzio delle parole che gli uomini custodiscono? Simona Sparaco, azzarda uno sguardo, e vede quella persona girarsi lentamente, come se ciò che ha appena ascoltato non fosse possibile, come se qualcuno stesse indagando sul suo desiderio nascosto dietro una maschera, che avvicenda parole e espressioni.
Ma non può vedersi, non può immaginare, lo ascolta, perchè l'individuo ha imparato a ridurre i segni di quella lingua vitale che riproduciamo quando siamo indifesi.
<<E' come se qualcuno o qualcosa avesse deciso di cancellare quel microcosmo che è la vita.>> Loro, i protagonisti hanno delle regole di buon vicinato e vi si attengono in modo discreto. Evitano ogni piagnisteo o lamentela e trasformano ciò che accade nelle loro vite in pagine da raccontare. Potrebbero essere amici. Ma non lo sono. Vivono nei loro appartamenti come in compartimenti stagni che comunicano raramente tra di loro. Possono incontrarsi lungo una via affollata al supermercato, e quando ciò accade fingono di non conoscersi. Non coltivano nè amicizie, nè relazioni. Potrebbero esplodere in urla gli uni contro gli altri, odiarsi. Ognuno di loro ha un movente per distruggere, per rovinare, per cadere.
Il fuoco come rinascita. E rispettare quella resurrezione.
<<E' come se qualcuno o qualcosa avesse deciso di cancellare quel microcosmo che è la vita.>> Loro, i protagonisti hanno delle regole di buon vicinato e vi si attengono in modo discreto. Evitano ogni piagnisteo o lamentela e trasformano ciò che accade nelle loro vite in pagine da raccontare. Potrebbero essere amici. Ma non lo sono. Vivono nei loro appartamenti come in compartimenti stagni che comunicano raramente tra di loro. Possono incontrarsi lungo una via affollata al supermercato, e quando ciò accade fingono di non conoscersi. Non coltivano nè amicizie, nè relazioni. Potrebbero esplodere in urla gli uni contro gli altri, odiarsi. Ognuno di loro ha un movente per distruggere, per rovinare, per cadere.
Vite che sono al limite, ma è un limite che si sposta di continuo, una lingua tracciata a caso in un giorno drammatico, quando vogliono piangere. E' successo, evitarlo forse non era possibile. Piove cenere sulla strada. All'improvviso vedono frammenti di oggetti liquefatti dal fuoco. Simona Sparaco, posa il suo sguardo sornione su oggetti, situazioni,
emozioni di un passato che è di ciascuno di noi, ma che rischia di
andare perduto, sepolto nella soffitta del tempo. E' il ritratto della famiglia contemporanea colta nel cuore del suo
cambiamento e insieme il racconto della capacità di ognuno di noi di
assorbire anche i traumi più forti senza rompersi.
Certi silenzi vivono e ti rimangono dentro tutta la vita.
Anche singole voci isolate, ovunque si trovino. Le fa
vacillare, ma non al punto di pensare che il silenzio sia meglio della
parola. Simona Sparaco non sembra avere certezze granitiche, non elabora
una tesi:
viaggia tra i relitti insanguinati della storia alla ricerca di tracce
di dialogo, del filo di un discorso spesso interrotto tragicamente o mai
veramente cominciato. "Una parola, una parola", scrive. Come un eco di voci scoperto in mezzo alle macerie proprio mentre il mondo odierno
sembra negare questa possibilità. In un periodo in cui la parola è svilita, calpestata, resa sorda ovunque da un chiacchericcio, la giovane autrice Simona Sparaco, Premio DeA Planeta 2019, dimostra l'esigenza di riscoprirne il potenziale di <<invenzione>>. La parola, la centralità del linguaggio, che rivela anche il lato nobile della sua imprecisione perchè la precisione senza echi porterebbe a un mondo chiuso. Il mondo percorrendo con le parole. E questa è la sola via possibile per chi, come Simona Sparaco, sa contenere il riflesso della vita.
Accanto, e tutt’intorno, una
profusione di vite private che premono, inesorabilmente,
trascinandosi senza tregua gioie e dolori, successi e apprensioni
familiari, che entrambi non esitano a condividere con l’altro. Con uno sguardo nitido sul niente del mondo, il prodigioso ordinario
niente di tutti i giorni, che i protagonisti vedono col loro sbirciare dal nascondiglio spesso domestico, da un grande silenzio, da un ciondolare di ore che
sembrano a perdere e invece diventano questo oro delle loro parole. Un romanzo scritto per raccontare il tempo contemporaneo e dei sentimenti che lo abitano, degli appartamenti
in affitto, dei genitori, del futuro che va registrato e
tramandato, della scrittura che vive di un gesto
quotidiano e necessario, radicato nell’intimità delle cose più piccole,
microcosmi emotivi, generatori di storie. Il silenzio, il dolore la perdita e il pericolo esasperano le attese dei protagonisti,
nascono attrazioni e antipatie. Il palazzo in fiamme crolla. Le macerie del fuoco si
trasformano in un’esperienza decisiva, che cambierà il destino di tutti.
Qualcuno ne uscirà temprato, qualcun altro distrutto.
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