domenica 21 luglio 2019

RECENSIONE #78/19 LA REGINA DEI CASTELLI DI CARTA by STIEL LARSSON - MARSILIO

Vita da spia. Una verità che squarcia il silenzio. E porta a galla le colpe dei padri.

La regina dei castelli di carta

Millennium 3
MARSILIO EDITORE
3° ed.
978-88-317-2217-9



SINOSSI

La giovane hacker Lisbeth Salander è di nuovo immobilizzata in un letto d’ospedale, anche se questa volta non sono le cinghie di cuoio a trattenerla, ma una pallottola in testa. Lisbeth rappresenta una minaccia: se qualcuno scavasse nella sua vita e ascoltasse quello che ha da dire, potenti organismi segreti crollerebbero come castelli di carta. Deve sparire per sempre, meglio se rinchiusa in un manicomio. La cospirazione di cui si trova suo malgrado al centro, iniziata quando aveva solo dodici anni, continua. Intanto, il giornalista Mikael Blomkvist è riuscito ad avvicinarsi alla verità sul terribile passato di Lisbeth ed è deciso a pubblicare su Millennium un articolo di denuncia che farà tremare i servizi di sicurezza, il governo e l’intero paese. Non ci saranno compromessi. L’ultimo capitolo della trilogia di Stieg Larsson – uno dei più clamorosi casi editoriali internazionali degli ultimi anni – è ancora una volta una magnifica descrizione della società di oggi in forma di thriller.
Un romanzo emozionante di trame occulte e servizi segreti deviati, che cattura il ritmo del nostro tempo e svela a cosa possono condurre le perversioni di un sistema malato. Una storia che, fedele all’anima del suo autore, narra di violenza contro le donne, e di uomini che la rendono possibile.

Biografia

, giornalista, esperto mondiale di movimenti di estrema destra, fondatore di EXPO, lo svedese Stieg Larsson (1954) è morto improvvisamente nel 2004, quando aveva appena concluso la trilogia poliziesca Millennium. Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta hanno complessivamente venduto in 50 paesi ottanta milioni di copie, di cui quattro solo in Italia.


RECENSIONE

Il dottore Anders Jonasson si fermò un secondo ad osservarla. D'improvviso si sentiva scoraggiato. Da lui arrivavano ogni giorno persone in condizioni molto diverse ma con un unico scopo, ricevere aiuto. Ma c'erano due tipi di lesioni che Anders Jonasson detestava. Le ustioni gravi e le lesioni alla testa. La ragazza che aveva di fronte era ridotta molto male, poteva vivere con una pallottola nell'anca e una pallottola nella spalla. Ma una pallottola da qualche parte nel cervello era un problema di tutt'altro ordine di grandezza.

Lisbeth Salander la ragazza cui stanno dando la caccia per il triplice omicidio di Stoccolma. Ma la cosa non lo riguarda. Il suo lavoro era salvare la vita dei suoi pazienti, che fossero assassini o altro. Quindi scoppiò il caos che caratterizza un pronto soccorso. L'importante era la testa. Ma chi può volerla morta? Quali segreti, o mezze verità nasconde Lisbeth?  

"Lisbeth rappresenta una minaccia: se qualcuno scava nella sua vita e ascolta quello che ha da dire, potenti organismi segreti crolleranno come castelli di carta."

L'operazione era durata tre ore. Il dottore avvertì un improvviso senso di tenerezza del genere guardandola. Secondo i giornali Lisbeth Salander era una psicopatica pluriomicida, ma ai suoi occhi aveva piuttosto l'aria di un passerotto ferito. L'avvocato Annika Giannini, venne informata dai titoli di testa del giornale: <<Un poliziotto ucciso e un altro gravemente ferito. Dramma nella notte durante la cattura della super-ricercata Lisbeth Salander. Era stato emesso un avviso di ricerca su tutto il territorio nazionale per un trentacinquenne del quale non era ancora noto il nome. Lisbeth Salander era ricoverata in gravi condizioni al Sahlgreska di Goteborg.>>

 Mentre le indagini proseguono, un giornalista Mikael Blomkvist è riuscito ad avvicinarsi alla verità sul terribile passato di Lisbeth ed è deciso a pubblicare su Millennium un articolo che farà tremare i servizi di sicurezza, il governo e l'intero paese. Non ci saranno compromessi. <<Mi domandavo, cosa avesse fatto Lisbeth per vendicarsi?>>  La ragazza è stata vittima di un reato. E' lei la vittima. Ed è lei che diciderà cosa raccontare?

Vita da spia. Una verità che squarcia il silenzio. E porta a galla le colpe dei padri.

La storia di una giovane ragazza dall'intelligenza brillante, legata a loschi traffici e ancor più oscuri intrighi. A raccontarci la sua storia, è Larsson usando una forma ellittica e discontinua, l'autore costruisce un thriller intellettuale a cui non manca la "suspense", ma che ci rimanda contemporaneamente il riflesso di un'antieroina alienata e incapace di reinventare se stessa per l'ennessima volta. Con quel suo sguardo accuminato e sofferto ci guida attraverso i sentieri della memoria in cerca di quella ragazza, piena di buona volontà e speranze, integra nell'anima e nel corpo, che non conosceva ancora il veleno dei tradimenti, della disillusione o peggio ancora quello del tempo che rivela l'inganno. La seguiamo da giovane ed anche quando entra a far parte del progetto top secret.

E' una giovane donna, è un'ombra in mezzo a loro, in mezzo a tutto quel desiderio di morte, in mezzo a quell'orrore. Sono affascinata da questa donna innocente, fermamente convinta che fosse un errore fatale armare un solo Paese. Intuiva che solo l'equilibrio tra le diverse potenze avrebbe garantito la pace. La storia le ha dato ragione. Verità sconvolgenti che lei praticamente ignorava, a causa del velo di silenzi e rimozioni attraverso cui la società russa aveva scelto di (ri)costruirsi, preferendo negare e dimenticare. E alla fine, persino nella sua famiglia, scoprirà colpevoli complicità.

Lisbeth voleva infrangere il silenzio sul proprio corpo e sulla propria vita all’interno della comunità di appartenenza. Ero incuriosita nel leggere che, una volta rotto il tabù, Lisbeth  si liberava come un fiume in piena di memorie, rabbia e dolore.  Ma ecco ciò che ha imparato. Se una cosa non viene nominata, non viene vista, non esiste. Ora più che mai è il momento di raccontare la storia più importante per lei e dire le parole, che siano “vagina” o “il mio patrigno mi ha stuprata”. Quando rompi il silenzio ti accorgi di quante altre persone stessero attendendo il permesso di fare lo stesso.»

Appena Lisbeth inizia a raccontare,  l’autore la inghiotte nell’universo delle macerie, nella tempesta di fuoco precipitata dal ventre dei servizi segreti, come una setta il loro rito è intimo, silenzioso, impronunciabile; nell’universo della ragazza ingrigito dalla polvere in un casa di cura sotterraneo e destinato a diventare presto regina dei castelli di carta, che pochi anni dopo deciderà di raccogliere tutte le schegge esiliate della sua drammatica storia. Nelle sue parole riprendono vita pani di sego ammuffiti, libagioni nelle segrete stanze del potere e i fantasmi del potere politico. Alla linearità del racconto per mutarsi, tra finzione e realtà, incubo e ricordo, la storia della vita e memorie al centro del quale pulsa la  vocie rotta dalla violenza di Lisbeth, braccia rose dalla rabbia e spettri inceneriti. Una storia in cui la memoria non è mai una cronaca fedele, ma il frutto polposo e amaro dell’immaginazione.

Il dottore Teleborian prepara un’ennesima falsa perizia psichiatrica su Lisbeth, per premunirsi in vista di un eventuale processo in cui lei potrebbe essere chiamata a testimoniare. Nonostante la macchinazione orchestrata dagli agenti segreti, Mikael, grazie anche all’importantissimo supporto della sorella avvocato Annika, che prende in carico la difesa di Lisbeth, e di Dragan Armanskij, dirigente della Milton Security e suo ex capo, riesce a tutelare la ragazza e a continuare la sua lotta per far emergere la sconvolgente verità che si nasconde dietro la sua storia.

"Aprì del tutto la porta e lo fece entrare di nuovo nella sua vita": è questa la frase che conclude la trilogia di "Millennium", e mai come in questo caso la parola "fine" non ha mai avuto un significato definitiv. All'orizzonte si annunciano nuovi eventi.  

Larsson, senza mai smettere, dietro e dentro nel racconto, di porre a se stesso e a noi domande sociali e politiche che chiedono risposte urgenti. L'occhio accusatorio della scrittura dell'autore, viene puntato sullo Stato svedese e in particolare su una cellula marcia all’interno dei servizi segreti nazionali.

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