Il silenzioEINAUDI
2021
Supercoralli
pp. 112
€ 14,00
All'improvviso, non annunciato, misterioso: il silenzio. La tecnologia
digitale ammutolisce. Internet tace. Tutti gli schermi diventano neri.
Don DeLillo ha disegnato la mappa per muoversi in questa nostra nuova
era oscura.
«La sua capacità di raccontare le emozioni del tempo presente è unica. DeLillo è un genio».
«The New York Times»
«La sua capacità di raccontare le emozioni del tempo presente è unica. DeLillo è un genio».
«The New York Times»
Il libro
Manhattan, 2022. Una coppia è in volo verso New York, di ritorno dalla
loro prima vacanza dopo la pandemia. In città, in un appartamento
nell’East Side, li aspettano tre loro amici per guardare tutti insieme
il Super Bowl: una professoressa di fisica in pensione, suo marito e un
suo ex studente geniale e visionario. Una scena come tante, un quadro di
ritrovata normalità. Poi, all’improvviso, non annunciato, misterioso:
il silenzio. Tutta la tecnologia digitale ammutolisce. Internet tace. I
tweet, i post, i bot spariscono. Gli schermi, tutti gli schermi, che
come fantasmi ci circondano ogni momento della nostra esistenza,
diventano neri. Le luci si spengono, un black-out avvolge nelle tenebre
la città (o il mondo intero? Del resto come fare a saperlo?) L’aereo è
costretto a un atterraggio di fortuna. E addio Super Bowl. Cosa sta
succedendo? È l’inizio di una guerra, o la prima ondata di un attacco
terroristico? Un incidente? O è il collasso della tecnologia su se
stessa, sotto il proprio tirannico peso? È l’apparizione di un buco
nero, l’aprirsi di una piega dello spazio e del tempo in cui le nostre
vite scivolano inesorabilmente? Di certo c’è questo: era dai tempi di Rumore bianco che Don DeLillo non ci ricordava con tanta accecante precisione che viviamo, disperati e felici, in un mondo delilliano.
Quella mattina, invece, mi circondava un silenzio assordante, Un vuoto sonoro che mi ha disorientato e al tempo stesso ha attirato la mia attenzione. E d'altra parte chi come me ha qualche anno in più ricorderà uno spot televisivo di successo in cui per 30 secondi non si sentiva volare una mosca. Solo alla fine, quando ci si chiedeva come mai il televisore avesse improvvisamente smesso di funzionare, la voce fuori campo annunciava, mentre una tavolata di commensali gustava piattoni di pasta: "Silenzio, parla Agnesi". Frattanto quel silenzio aveva richiamato il nostro sguardo distratto sul televisore, decretando il trionfo del messaggio.
Ce lo racconta in queste pagine Don Delillo, il nostro controverso, ambiguo rapporto con il silenzio. Prova a spiegarci come lo interpreti la scienza e quanto sia importante nel tessuto delle relazioni umane, ricordiamoci che per un gigante della musica come Miles Davis "le note non fanno che incorniciare il silenzio". E ci regala uno spunto di riflessione per questi giorni del nostro silenzio, a cui ripenseremo immersi - speriamo - nell'ordinario, adorabile frastuono della vita.
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