John M. Hull (Corryong, Australia, 1935-Birmingham, Regno Unito, 2015) è stato teologo. Docente di scienze religiose a Birmingham, nel 1983- in seguito a una patologia degenerativa della retina, ha perso completamente la vista. Il dono oscuro, uscito nel 1990, è il diario, registrato su musicassette, dei tre anni successivi dal quale nel 2016 Peter Middleton e James Spinney hanno tratto la pellicola Notes on Blindness, che si è aggiudicato il primo ai British Independent Film Award.
Ci sono libri che sembrano sottrarsi a
ogni giudizio o classificazione, perché parlano da un luogo così
distante che è difficile anche solo individuarne la fisionomia. Sono
porte che si aprono su altri mondi – mondi nei quali, senza di loro, ci
sarebbe impossibile entrare. Libri come questo, straordinario, di John
M. Hull: una delle più precise e asciutte testimonianze su che cosa
significhi...
Con una Prefazione di Oliver Sacks
Traduzione di Francesco Pacifico
RECENSIONE
Quando Hull era un ragazzo e l'olfalmologia non era quella di oggi, i suoi occhi si velarono di una cataratta precoce. Venne operato, ma al posto dell'opacità comparve un disco nero, una specie di eclissi nel campo visivo. Era questo il principio di un distacco della retina, ma gli specialisti si rifiutarono di considerarlo nella sua gravità.
Il disco nero avanzava lentamente negli occhi di Hull, ingrandendosi, duplicandosi, mentre lui si trasferiva dall'Australia all'Inghilterra, si laureava, si sposava, mentre viveva, insomma, gli eventi normali di una vita normale. Per leggere i testi sacri stampati in caratteri minuscoli doveva ricorrere a lenti d'ingrandimento sempre più spesso e pesanti, ma non ci faceva troppo caso, l'esistenza lo assorbiva. Finchè, a poco più di quarant'anni, <<i dischi neri si presero tutto>>. Due anni e mezzo dopo essere stato dichiarato cieco, Hull iniziò a tenere un diario vocale registrato su cassette.
Esistono molte esperienze per avvicinarsi, da spettatori, alla cecità. Passeggiate al buio, concerti al buio, perfino cene al buio. Nella perdita dei riferimenti visivi si provano per pochi minuti lo smarrimento e il venire in soccorso, forse, degli altri sensi.
Ma la cecità rimane, qualcosa di inimmaginabile, una condizione che, letteralmente, non può essere pensata. Non nella sua interezza almeno, non nell'infinità delle sue implicazioni, non nel suo radicale esotismo. Grazie al privilegio macabro di aver abbandonato il visibile ed essersi addentrato nel <<tunnel>> da adulto, Hull ha esplorato per noi quel mondo, inaccessibile. Nei suoi nastri, poi trascritti, ha documentato tutto ciò che ha trovato dentro il buio, sotto forma di riflessioni e appunti di viaggio, con la chiarezza espositiva di chi aveva bisogno di costruire una mappa anzitutto per sè stesso.
Ma Il dono oscuro non è soltanto un'immersione nella cecità. Non spiega solo come la mente si riconfigura dentro le tenebre, o l'importanza che il <<bastone bianco>> ha per chi deve sondare lo spazio intorno a sè; non illustra solo le innumerevoli situazioni paradossali, spiacevoli, a volte perfino buffe, in cui da ciechi è facile trovarsi. Attraverso il filtro della disabilità, Hull decodifica una serie di meccanismi del vivere quotidiano, meccanismi tanto ovvi da essere inconsapevoli per chi può vedere.
Il sorriso, ad esempio. Tutti i nostri sorrisi vivono di reciprocità, dialogano con altri sorrisi, li chiamano o rispondono a essi. Ma cosa accade quando viene meno la possibilità di sapere se l'altro ci stia sorridendo a sua volta? Del sorriso non rimane che l'imbarazzo, il timore di digrignare i denti nel vuoto, come pazzi.
La cecità finisce così per minare anche le relazioni più intime. Con il passare dei mesi le sembianze della persona amata iniziano a confondere nella memoria, finchè in un attimo sfuggono del tutto. Il desiderio e l'eccitazione sessuale si rivelano quasi impossibili da innescare senza la visione del corpo dell'altro. I figli rimangono cristallizzati per sempre alla stessa età.
Ci sono scaglie di disperazione nel diario di Hull. Per esempio quando si rende conto di non poter giocare con nessuno dei regali che il figlio ha ricevuto per il compleanno e che lui vorrebbe condividere. O quando annota brutalmente: <<Esistere è essere visti>>. Ma si tratta, appunto, di scaglie.
Nel Dono oscuro non domina lo sconforto. Perchè Hull ha una domanda fissa in testa, una curiosità teologica che lo tiene in vita nonostante l'allontanarsi inesorabile di tutto ciò che ama: <<Qual'è il significato della cecità? E' strano che quattro anni dopo essere diventato ufficialmente cieco, e dopo due anni di cecità totale, stia ancora cercando una risposta>>.
Domande come questa, sul significato, sono pertinenza della religione. Chi ha fede sa andare oltre l'accidente, la sfortuna, il perchè proprio a me. E Hull non vacilla mai nella sua.
<<La cecità fa parte della mia vita, scrive - e devo cercare di comprendere le sue caratteristiche particolari in modo da poter estendere la mia fede anche a essa, senza dimenticare tuttavia che si tratta solo di una parte di me>>.
Rischiando la blasfemia, possiamo affermare che la testimonianza di Hull vada oltre la parabola biblica nell'interpretazione della cecità. Perchè il miracolo della guarigione, la sola via d'uscita dal buio che noi vedenti sappiamo immaginare, qui non è nemmeno contemplato. Il figlio piccolo, Thomas, domanda in continuazione quando i suoi occhi staranno meglio e Hull non gli mente: non accadrà mai. E tuttavia, per lui è ancora possibile il miracolo umano della comprensione, il miracolo tutto terrestre dell'imparare a farsene qualcosa di qualsiasi disgrazia, di qualsiasi dolore, di qualsiasi disabilità.
Quando il tunnel finisce, Hull si trova davanti a un paesaggio nuovo, un paesaggio sensoriale e affettivo che non necessità più dello sguardo, e che lui ora <<vede con tutto il corpo>>. E' forse quello il dono oscuro, del quale la cecità è solo <<l'involucro>>. Come il momento in cui inizia a cadere una pioggia leggera e tutti corrono al riparo, mentre lui rimane lì, in ascolto dei ticchettii, dei gocciolamenti, e gli oggetti all'improvviso tornano a manifestarsi, acquistano volume, ripristinano lo spazio-tempo intorno. Un panorama magnifico che non avete mai visto.
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