A Joshua Cohen il premio Pulitzer per la letteratura
Joshua Cohen ha vinto il premio Pulitzer per la categoria fiction con The Netanyahus!
(Per leggere in italiano
The Netanyahus, tradotto da
Claudia Durastanti, bisognerà attendere sino a al 7 settembre)
A questo link l’elenco ufficiale dei vincitori, a questo la notizia del premio pubblicata sul Corriere della Sera e altri quotidiani.
Joshua Cohen
Il libro dei numeri
Traduzione di Claudia Durastanti
Narrativa
Pubblicazione: 4 settembre 2019
Euro: 25,00
Pagine: 752
Il libro
Quando Joshua Cohen, scrittore newyorchese fallito, viene contattato
da Joshua Cohen, il misterioso fondatore della più importante azienda
tecnologica del mondo, affinché gli faccia da ghostwriter per la sua
autobiografia, non sa che l’impresa in cui sta per imbarcarsi lo renderà
una pedina in un gioco molto più grande di quanto immagini.
Dagli albori di internet all’11/09, passando per la Shoah, il Vietnam e
l’avvento dei social network, il racconto dei due Joshua si intreccia in
un alternarsi di geniali invenzioni e cocenti sconfitte, amicizie
incrollabili e amori infelici, per diventare uno specchio duplice della
vita ai tempi della rivoluzione digitale. In fondo, nel mondo
post-Facebook, chi non può vantare almeno un avatar, un alter ego, un
altro io?
Memoir, thriller, allegoria biblica, dramma, commedia: Il libro dei numeri
si candida a diventare uno dei testi sacri dei nostri tempi, un’epica
dell’era della rete, uno di quei rari libri capaci di spingere un po’
più in là i confini del romanzo.
«L’Ulisse dell’era digitale.» “The New York Times Book Review”
«Il romanzo più incredibile pubblicato negli ultimi dieci anni, con ben pochi rivali alla sua altezza.» “The New York Times”
«Questo di Cohen è un libro di una potenza devastante.» Harold Bloom
RECENSIONE
Nell'epoca del narcisismo diffuso, ciascunodi noi si trasforma in medium per acchiappare like, da giocare nel grande mare aperto della rete. Post dopo post, il colto e l'inclita, tutti si sono sentiti parte di un rituale collettivo che rimanda al fascino di quelle grandi tradizioni che cambiano rimando sempre uguali a se stesse.
Siamo stati presi dall'euforia vertiginosa dell'illimitato. Quel che prima era dettato dalle dure leggi della necessità, o inscritto nella imperscrutabile volontà di Dio, è diventato risultato di una scelta. In breve: siamo stati educati alla cultura dell'antidestino.
Dovremmo ammettere di esserci sbagliati confidando, per il nosro futuro, nei calcoli e nelle previsioni?
Negli ultimi decenni siamo stati portati a considerare normali quei progetti straordinari che hanno modificato, più di quanto non si immagini, il nostro rapporto con la vita. I limiti sono saltati, le frontiere sono state spostate o addirittura rimosse. Sono cambiati genesi, qualità, durata ed esito della vita.
Le aspirazioni più recondite, i desideri più inesaudibili sono diventati realtà: avere figli quanto prima non era possibile, guarire da malattie congenite, sconfiggere morbi virulenti. Il prolungamento della vita ha modificato la comprensione che ciascuno ha di sè.
"Come potremmo accettare allora il caso, modifichi le nostre vite? Caso, connesso con il verbo cadere, e quel che cade, o meglio, quel che accade, è un evento che sopraggiunge, senza che ci sia una causa evidente, prevista o prevedibile, a provocarlo."
Allora, che cosa non si tenta oggi di prevedere? Dagli eventi atmosferici all'andamento della Borsa valori, dagli sviluppi demografici ai sondaggi d'opinione. L'uso smodato di misurazioni e calcoli è tuttavia la spia di un atteggiamento che, dalla scienza, si è andato pericolosamente diffondendo nella vita. Il che non solo a reso sempre più difficile accettare l'imprevisto, ma ha danneggiato il nostro rapporto con il futuro.
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