La sorella
Traduzione di Antonio Sciacovelli
Biblioteca Adelphi, 495
2006, 4ª ediz., pp. 228
Temi: Letteratura mitteleuropea
Biblioteca Adelphi, 495
2006, 4ª ediz., pp. 228
Temi: Letteratura mitteleuropea
Risvolto
«Fu quello il momento in cui
“cominciò”, in cui la mia vita si separò da tutto quello che
precedentemente ne aveva costituito la condizione e il senso, in cui
qualcosa in me morì, e io allo stesso tempo rinacqui, come se fossi
morto per la vita e nato per la morte». A poche ore dal confine
italiano, nel vagone letto di prima classe di un treno diretto a
Firenze, Z. – il grande, celebre pianista atteso in Italia per un
concerto – capisce che nulla sarà mai più come prima: che forse non
rivedrà più E., la donna alla quale è legato da un rapporto ambiguo e
morboso, in un triangolo il cui terzo vertice è un marito consapevole e
benigno; che forse quella sera suonerà per l’ultima volta (e suonerà
Chopin, perché la radio ha appena dato la notizia della caduta di
Varsavia); che tutto, insomma, sarà «diverso». Ma diverso come? Gli ci
vorranno mesi per capirlo: quelli che trascorrerà, colpito da un
rarissimo virus, in un ospedale di Firenze dove verrà condotto subito
dopo il concerto. Di rado un romanzo ha saputo raccontare la malattia
con tale precisione, tensione, crudezza, in una osmosi allucinatoria tra
fisico e psichico. Stremato dalle feroci, subdole aggressioni del
dolore, o stordito da misericordiose iniezioni di morfina, Z. compirà un
vero e proprio attraversamento della morte. Ad accompagnarlo
«sull’altra sponda» saranno quattro entità femminili – «angeliche
ruffiane», presenze vigili e benefiche ma anche inquietanti, a volte, e
sempre sfuggenti –, quattro suore. E nel momento in cui sembrerà che Z.
abbia definitivamente rinunciato a lottare sarà proprio una di loro a
dirgli: «Non voglio che lei muoia». Ma quale? Per quante ipotesi faccia,
Z. non riuscirà mai a stabilire con assoluta certezza a chi appartenga
la voce che una notte, nel buio della stanza, gli ha chiesto di vivere.
Eppure sarà proprio quella «forza femminile», quella energia che agisce
mascherata, a lottare per lui, e a ricondurlo alla vita – anche se con
tracce indelebili di quel che ha patito.
Nessun commento:
Posta un commento