Introduzione di Pino Cacucci
Traduzione di Stefano Tummolini
«Sono storie intense quelle di Arriaga
e, per quanto la violenza le attraversi lasciando solchi e lacerazioni, è
sempre la dignità e la solidarietà tra gli umili a vincere sul
cinismo».
dall’introduzione di Pino Cacucci
Città del Messico, anni Novanta.
Scendendo in calle Ritorno 201 c’è un universo sconfitto e brulicante,
solidale e febbrile, dove la speranza sembra l’ultima delle possibilità
umane: qui Guillermo Arriaga ha trascorso gran parte della sua
giovinezza e qui ha perso l’olfatto durante una rissa callejera. E il
filo rosso che unisce queste quattordici storie è proprio la strada, a
cui sono visceralmente legati tutti i personaggi di questi racconti:
dall’anonimo narratore cieco di Nell’oscurità, innamorato della moglie
anche se la sera lei torna a casa con addosso l’odore di altri uomini,
al grande uomo solitario, protagonista di New Orleans, mal visto dai
vicini, pronti a cacciarlo via perché di notte non tiene a freno le urla
e di giorno cammina per la strada marcio di whisky; dal dottor Del Rio,
medico scorretto e privo di etica che ritorna in vari racconti,
all’adolescente dalle passioni incontenibili di In pace, intrappolato
nell’amore: per la madre, per il padre e per due ragazze bellissime.
Ritrovandovi molti dei contrasti e dei colori di Amores perros –
il film che ha portato il talento dello sceneggiatore messicano al
successo internazionale – il lettore verrà ancora una volta ipnotizzato
dal mondo primitivo e pulsante di Retorno 201: un mondo sommerso cui Arriaga non smette di dar voce.
«Guillermo Arriaga è un cacciatore di storie che si avvicina senza protezione alla linea che divide la vita e la morte».
La Jornada
«Retorno 201 è un libro
pieno di storie d’amore che non funzionano, storie d’amore che
starebbero bene nel mondo di Barry Gifford e di una violenza che
avvicina Guillermo Arriaga a Claude Chabrol».
ABC
Nessun commento:
Posta un commento