domenica 6 novembre 2022

RECENSIONE "BLAKE BAILEY" DI PHILIP ROTH - EINAUDI, FRONTIERE

E L'IGANNO CHE METTE AL MONDO LA LETTERATURA AMERICANA DEL DOPOGUERRA.

LA CARNE CONSUMATA, IL SOSPETTO DEL FEMMINILE, LA FUGA DELLA DECADENZA .

L'AMERICA CHE RIBOLLE.

 Philip Roth recide il cordone familiare, restituendo la coscienza del desiderio. Roth inaugura l'era della possibilità, ignorando un dettaglio: la biografia è piena zeppa di ricordo di una umanità mandata alla rivoluzione, e alla grandezza, che lui stesso non aveva avuto il coraggio di prendersi.

La fuga e l'ossessione. Andarsene per capire, andarsene per trovare. La sua America gli sta sgtretta e rischia di estinguere la magia narrativa dopo uno o due puntate, la critica, riducendolo a simbolo dell'onanismo. L'ossessione erotica, ma anche, la lotta alla solitudine:

<<Nessuno guarda mai se i miei personaggi femminili escono dal letto dei loro amanti meno fragili>>.

C'è consumo e c'è un'alleanza invisibile. E' un libro sulla morte e sull grande fuga, intesa come commiato dall'inarrestabilità della vita. Da animali morti, cosa rimane?

Caterina Giuseppa Buttitta


Blake Bailey
Philip Roth

La biografia
EINAUDI
2022
Frontiere
pp. 1056 - € 26,00
Traduzione di

«Non voglio che mi riabiliti. Solo che mi rendi interessante». Fu questa la richiesta di Philip Roth al suo biografo. In cambio, il genio di Newark offriva a Bailey l'accesso a un'impressionante quantità di materiali esclusivi, fra documenti e interviste, sulla propria vicenda umana e artistica. Il frutto di questo patto, elaborato in quasi dieci anni di lavoro, è un ritratto vivido, esaustivo, composito, a tratti sorprendente a tratti piccante, mai agiografico, di uno dei piú grandi scrittori americani di ogni tempo; un'opera definitiva e inevitabilmente controversa, destinata a far parlare a lungo di sé.

«La vita completa di Philip Roth raccontata da Blake Bailey è un autentico capolavoro narrativo».
Cynthia Ozick, «The New York Times Book Review»

Il libro

Determinato a tutelare la propria immagine postuma – «due cose terrorizzanti mi attendono», soleva dire, «la morte e il mio biografo» ­ Philip Roth dedicò gli ultimi anni della propria esistenza a collaborare con Blake Bailey, scelto come proprio biografo perché ritenuto in grado di fornire della sua vita una versione composita e articolata, capace di dar conto dei suoi aspetti controversi ma anche di liberarlo dalla gabbia in cui lo avevano rinchiuso prima le accuse di antisemitismo e «odio per se stesso» e poi quelle di misoginia. Nel corso di una decina d’anni di lavoro, terminati poco dopo la morte di Roth nel 2018, Bailey ha rielaborato l’immensa mole di materiale raccolto – centinaia di ore di interviste e «chilometri» di lettere, appunti, diari, ritagli di giornale, prime stesure di romanzi, pubblicati e non, privatissime memorie – fino a produrre una biografia ricchissima, vivace, curiosa, mai agiografica, che si muove con ordine e misura sul crinale fra vita e opera dell’autore del Teatro di Sabbath e di Pastorale americana, soffermandosi su tantissimi episodi piú o meno noti di un’esistenza quotidiana dedicata quasi esclusivamente alla letteratura (letta, scritta, insegnata, sorprendentemente spesso criticata) e alle donne (dai giovanili flirt ai due catastrofici matrimoni, prima con Margaret Martinson e poi con Claire Bloom; dalle numerose amanti clandestine alle ragazze concupite negli ultimi anni). Donne tanto simili a uno o all’altro degli svariati personaggi femminili dei trentuno libri di Roth, quanto quelli maschili assomigliano a una qualche versione del loro creatore. Perché il piú evidente marchio di fabbrica della narrativa rothiana è lo spericolato, acrobatico e straordinariamente spassoso gioco di specchi fra la vita e l’invenzione, e la sua piú astuta strategia, come qui ben si evince, quella di nascondere l’indicibile in bella vista. In questo senso Philip Roth: la biografia è davvero un imprescindibile, prezioso vademecum per ogni lettore del genio di Newark.

«”Magistrale” e “definitiva” non rendono giustizia all’opera magna di Bailey. […] L’autore ricostruisce la carriera di uno dei titani letterari d’America, dando conto dei diavoli e degli angeli che hanno forgiato la sua scrittura».
«O, The Oprah Magazine»

 

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