martedì 20 luglio 2021

DUE VITE DI EMANUELE TREVI - NERI POZZA

 

Il premio Strega a Emanuele Trevi

Con 187 voti trionfa il libro “Due vite” edito da Neri Pozza, al secondo posto Donatella Di Pietrantonio con “Borgo Sud” per i tipi di Einaudi

Romano, classe '64, già autore de “I cani del nulla” (Einaudi, 2003) e “Il libro della gioia perpetua” (Rizzoli, 2010), Trevi — che sfiorò il riconoscimento nel 2012 con “Qualcosa di scritto” (Ponte alle Grazie, 2012) — era dato per favorito dopo l'esclusione dalla finale di Teresa Ciabatti con “Sembrava bellezza” (Mondadori).

“Due vite”

“Due vite” è un elegante memoir dedicato all'incrocio biografico di due amici scrittori, Rocco Carbone (1962-2008) e Pia Pera (1956-2016), in qualche modo legati dall'ineffabile, marmorea dedizione alla letteratura, nonostante il diverso temperamento: tetraedrico e aggrovigliato l'uno, gentile e coraggiosa l'altra. Il romanzo appartiene al genere della ritrattistica letteraria (di scuola francese) ed è stato premiato proprio per la limpida audacia con cui Trevi costruisce e interseca i due destini, prematuramente scomparsi, raccolti tra la «fobìa dell'ornamento» e la «timida sfrontatezza».

È anche il segno di adesione — commosso, privo d'infingimenti — da parte dell'autore a un preciso messaggio poetico, a un vivido testamento di letteratura come vita che si rifà allo «stile dell'unicità», al Singolo kierkegaardiano, cercando di mantenere sempre il punto di vista privilegiato di chi può osservare alla «distanza giusta». Questo perché «più ti avvicini a un individuo, più assomiglia a un quadro impressionista, o a un muro scorticato dal tempo e dalle intemperie: diventa insomma un coagulo di macchie insensate, di grumi, di tracce indecifrabili. Ti allontani, viceversa, e quello stesso individuo comincia ad assomigliare troppo agli altri». È necessario allora re-cordare, ricondurre al cuore attraverso illuminazioni, riflessioni, sottili analisi stilistiche e psicologiche per allungare la memoria nell'eterno. Scrivere è riportarsi al valore delle persone conosciute: un atto di riparazione e di amore.

 

EMANUELE TREVI

DUE VITE

NERI POZZA

Collana: Bloom

Pagine: 128

Prezzo:16,00

 

 

 

 

 

 

Il libro

«L’unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti è cercare la distanza giusta, che è lo stile dell’unicità». Cosí scrive Emanuele Trevi in un brano di questo libro che, all’apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, cosí propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, cosí seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l’ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore.
Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell’unicità di questo libro non stanno nell’impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l’amicizia.
Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all’ultimo trasparente e felice, quel legame che accade quando «Eros, quell’ozioso infame, non ci mette lo zampino».

RECENSIONI

«Questo di Trevi è un libro pervaso dalla luce dell’amicizia, dalla forza quieta e granitica del suo sentimento».
Lisa Ginzburg, Avvenire

«Una “autobiografia per interposta persona”, in cui la letteratura, l’amicizia, la vita, vengono intrecciate da una scrittura limpida e lucida».
Cristina Taglietti, Sette

«La capacità di stenografare in pochi segni un destino e di tracciare d’acchito una parabola esistenziale si confermano tratti elettivi della scrittura di Trevi, anche nei momenti di pathos e di nera malinconia che si accampano in Due vite».
Massimo Raffeli, il manifesto

«In Due vite si avverte la forza di un racconto che probabilmente da anni premeva nelle intenzioni e sul cuore, e che cuore e intelletto abbiano trovato la strada di pagine talmente essenziali e vere da lasciare i lettori a lungo senza fiato, commossi, coinvolti, perturbati».
Sandra Petrignani, Il Foglio

«Uno dei libri che ho amato di piú in questi ultimi anni».
Marco Missiroli

«Un libro che in queste settimane ho desiderato imparare a memoria, incorporare le parole come fossero mie».
Concita De Gregorio, D, La Repubblica

«Questo Due vite è un gioiello di disvelamenti psicologici, sul sadismo e il masochismo degli affetti, sull’influenza del ceto familiare nei destini individuali e sul volersi bene come cura e condanna. E unico è ormai lo stile di Trevi, di prosa d’arte umanissima, quasi prosa d’anima».
Luca Mastrantonio, Sette

 

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