Mazzucco, il museo del mondo delle donne
Vita al femminile, autoritratto attraverso l'altra metà dell'arte
MELANIA G. MAZZUCCO , ''SELF-PORTRAIT.
Il museo del mondo delle donne'' (EINAUDI, pp. 142 - 30,00 euro)
All'inizio della scrittura critico narrativa sull'arte di Melania Mazzucco c'è una bambina (per essere precisi quella che Tintoretto raffigurò in cima alla scalinata della 'Presentazione di Maria al tempio') e questo essere incuriosita, rispecchiarsi magari, in un'identità femminile diverrà via via qualcosa che la porta a mettere a fuoco il ruolo della donna, dell'artista, da secoli minimizzato o nascosto, nella storia dell'arte e non solo.Se la prima grande immersione nel mondo dell'arte sarà nel nome di Tintoretto, vi sarà assieme la scoperta e il dar rilievo alla di lui figlia e pittrice a sua volta Marietta, che compare sia nella ricostruzione della vita del padre con l'immaginazione nel romanzo 'La lunga attesa dell'angelo', sia nel narrarne poi diremmo meticolosamente, ma sempre con passione e una scrittura attenta a comunicare e coinvolgere, in oltre mille pagine la verità storica sul che emerge da documenti e testimonianze, in 'Jacomo Tintoretto & i suoi figli', frutto di una ricerca durata oltre dieci anni.
Per questo personalmente ho notato l'assenza di Marietta Robusti 'tintoretta veneziana' in questo 'Self-portrait', ultimo libro dell'autrice di 'Vita' (Premio Strega 2003), dedicato a un immaginario ''museo del mondo delle donne'', come recita il sottotitolo, galleria di dipinti in cui la donna è protagonista due volte, come autrice e come soggetto di un autoritratto o del ritratto comunque di una donna che parla di sé, del proprio ruolo. Il fatto è in verità che dei quadri di Marietta (tra cui si menziona proprio un autoritratto inviato a Massimiliano II) nessuno è mai stato identificato.
Detto questo, comunque il panorama che vanno a comporre le trentasette autrici ora proposte, da metà seicento, con Elisabetta Sirani, ai nostri giorni, con Giosetta Fioroni, appare se non certo completo, esaustivo. Vi si ritrovano anche le sole tre donne (Georgia O'Keeffe, Artemisia Gentileschi e Suzanne Valdon) tra i quarantanove uomini, che componevano il libro 'Il museo del mondo' personalissimo e non cronologico proposto della Mazzucco, che si chiude non a caso col Tintoretto e nel nome di Marietta. Tra le nuove c'è poi quella Plautilla Briccia che proprio la scrittrice ha riscoperto e indagato in un romanzo saggio intitolato 'L'architettrice' (da cui lo scorso anno nacque una mostra a lei dedicata alla galleria Corsini), qui presente con 'La nascita di S. Giovanni Battista' quadro affollato di donne, con al centro un'anziana e che, pur nel rispetto della sacra iconografia, traduce in qualcosa di quotidiano e realisticamente famigliare.
La novità del lavoro della Mazzucco è il non partire dalle biografie delle artiste, come accaduto da quando, qualche decennio fa, si è cominciato a indagare l'altra metà della storia dell'arte, quella senza maschi, ma dalle loro opere e attraverso questo arrivare a loro, alle loro particolari qualità, al loro sguardo femminile, capace di una visione che un loro coetaneo dell'altro sesso forse non avrebbe mai avuto (e la riproduzione del corpo è in questo centrale e rivelatoria). Così è il quotidiano della vita di una donna il tema, se la Mazzucco compone il susseguirsi dei quadri proposti non secondo cronologia storica delle autrici, ma seguendo il percorso vitale di una donna, con suddivisioni che vanno per tema dalla Nascita (Antonietta Raphael, solo per citare uno dei nomi) all'Adolescenza (Suzanne Valadon), dalla Giovinezza (Artemisia Gentileschi) all'Erotismo (Giulia Lama e Marie Laurencin), la Gravidanza (da Plautilla Nelli a Jenny Saville), l'Aborto (Frida Kahlo), arrivando a Sessualità (Carol Rama), Sorellanza (Olga Rozanova), Vita di madre (Tamara De Lempicka), di Donna sola (Gabriele Munter), di Moglie (Louise Bourgeois), quindi Lavoro (dalla Briccia a Emma Ciardi) e Vecchiaia (da Laura Waring alla Fioroni). ''La mia selezione rispecchia solo ciò che sono oggi e non ciò che ero o che sarò domani. Siamo fluidi e mutevoli, tutto ci cambia, e il senso del percorso è nel mutamento stesso'', scriveva la Mazzucco ne 'Il museo del mondo', frase che non perde il suo valore pure nel caso di quest'altro museo personale, self-portrait anche dell'autrice. Per questo si tratta di un libro coinvolgente, rivelatorio, intelligente e sentimentale, tutto quindi da leggere, avendo tra l'altro davanti le varie riproduzioni dei dipinti citati.