mercoledì 25 gennaio 2023

RECENSIONE "VILLA DEL SEMINARIO" DI SACHA NASPINI - EDIZIONI E/O

Un libro per il giorno della memoria: Naspini, Villa del Seminario

Un libro per il giorno della memoria: Naspini, Villa del Seminario

Amore, riscatto e Resistenza in romanzo tratto da storia vera

SACHA NASPINI

VILLA DEL SEMINARIO 

(Edizioni E/O

 pp.208 - 17.50 euro

 

Il libro

Una storia d’amore, riscatto e Resistenza.

Maremma toscana, novembre ’43. Le Case è un borgo lontano da tutto. René è il ciabattino del paese. Tutti lo chiamano Settebello, nomignolo che si è tirato addosso in tenera età, dopo aver lasciato tre dita sul tornio. Oggi ha cinquant’anni – schivo, solitario, taciturno. Niente famiglia. Ma c’è Anna, l’amica di sempre, che forse avrebbe potuto essere qualcosa di più... René non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi. Poi ecco la guerra, che cambia tutto. Ecco che Settebello scopre la Resistenza. Possibile che una rivoluzione di questo tipo possa partire addirittura dalla suola delle scarpe?

Villa del seminario evoca fatti realmente accaduti: Grosseto fu l’unica diocesi in Europa ad aver stipulato un regolare contratto d’affitto con un gerarca fascista per la realizzazione di un campo d’internamento. A Roccatederighi, tra il ’43 e il ’44, nel seminario del vescovo furono rinchiusi un centinaio di ebrei italiani e stranieri destinati ai lager di sterminio. Soprattutto Auschwitz.

Maremma toscana, novembre ’43. Le Case è un borgo lontano da tutto. Vista da lì, anche la guerra ha un sapore diverso; perlopiù attesa, preghiere, povertà. Inoltre si preannuncia un inverno feroce... Dopo la diramazione della circolare che ordina l’arresto degli ebrei, ecco la notizia: il seminario estivo del vescovo è diventato un campo di concentramento.

René è il ciabattino del paese. Tutti lo chiamano Settebello, nomignolo che si è tirato addosso in tenera età, dopo aver lasciato tre dita sul tornio. Oggi ha cinquant’anni. Schivo, solitario, taciturno. Niente famiglia. Ma c’è Anna, l’amica di sempre, che forse avrebbe potuto essere qualcosa di più... René non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi. In realtà, non ha mai avuto il coraggio di fare niente. Le sue giornate sono sempre uguali: casa e lavoro. Rigare dritto.

Anna ha un figlio, Edoardo, tutti lo credono al fronte. Un giorno viene catturato dalla Wehrmacht con un manipolo di partigiani e fucilato sul posto. La donna è fuori di sé dal dolore, adesso ha un solo scopo: continuare la rivoluzione. Infatti una sera sparisce. Lascia a René un biglietto, poche istruzioni. Ma ben presto trapela l’ennesima voce: un altro gruppo di ribelli è caduto in un’imboscata. Li hanno rinchiusi là, nella villa del vescovo. Tra i prigionieri pare che ci sia perfino una donna... Settebello non può più restare a guardare.

L'autore

Sacha Naspini
Sacha Naspini è nato a Grosseto nel 1976. È autore di numerosi racconti e romanzi, tra i quali ricordiamo L’ingrato (2006), I sassi (2007), Cento per cento (2009), Il gran diavolo (2014) e, per le nostre edizioni, Le Case del malcontento (2018 – Premio Città di Lugnano, Premio Città di Cave, finalista al Premio Città di Rieti; da questo romanzo è in fase di sviluppo una serie tv), Ossigeno (2019 – Premio Pinocchio Sherlock, Città di Collodi), I Cariolanti (2020), Nives (2020), La voce di Robert Wright (2021), Le nostre assenze (2022) e Villa del seminario (2023). È tradotto o in corso di traduzione in Inghilterra, Canada, Stati Uniti, Francia, Grecia, Corea del Sud, Cina, Croazia, Russia, Spagna, Germania ed Egitto. Scrive per il cinema.

RECENSIONE

Una storia d'amore, riscatto e Resistenza: arriva in libreria dal 25 gennaio con le Edizioni E/O, per il Giorno della Memoria, il romanzo di Sacha Naspini, "Villa del Seminario".

Il libro riporta il lettore al 1943, nella Maremma toscana, evocando fatti realmente accaduti: a Roccatederighi in provincia di Grosseto (città in cui ci fu l'unica diocesi in Europa ad aver stipulato un regolare contratto d'affitto con un gerarca fascista per la realizzazione di un campo d'internamento), tra il '43 e il '44, nel seminario del vescovo furono rinchiusi un centinaio di ebrei italiani e stranieri destinati ai lager di sterminio.

Partendo da questa suggestione storica, l'autore racconta la vicenda di René, ciabattino di un piccolo paese, chiamato da tutti Settebello.
    L'uomo, schivo, solitario, taciturno, è innamorato di Anna. Dopo che Edoardo, figlio di Anna, viene catturato dalla Wehrmacht con un manipolo di partigiani e fucilato sul posto, alla donna resta un solo scopo: continuare la rivoluzione. Quando anche Anna sarà catturata e probabilmente rinchiusa nella villa del vescovo insieme a un gruppo di ribelli, Settebello, pur non avendo in vita sua mai avuto il coraggio di fare niente se non vivere una vita ritirata e 'all'ombra', decide che questa volta è arrivato il momento di passare all'azione.

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