lunedì 9 gennaio 2023

RECENSIONE "MATILDA" DI MARY SHELLY - MONDADORI

 LA MIA STORIA TORMENTATA

L'autrice di Frankenstein la racconta in Matilda, novella d'ispirazione autobiografica scritta due secoli fa, tenuta tutta la vita sotto chiave da suo padre. Perchè il genitore della prtagonista viene descritto come pazzo d'amore per la figlia, gelosissimo del marito vendicativo come un amante tradito. Troppo per il papà della Shelly, il filosofo della libertà William Goldwin, che si è riconosciuto. 

 

 
Come un grande giardino dell'Eden per l'intelletto, la biblioteca del filosofo William Godwin offriva tutto il meglio che si potesse desiderare nella Londra del primo Ottocento: libri rari, teorie anarchiche e innovative, oltre alla frequentazione delle migliori menti del tempo, da Walter Scott a Samuel Taylor Coleridge. Al suo interno tutto era libero: amori, idee e creatività. Non c'erano limiti, paletti o divieti. Tranne uno. Un volume che il padrone di questo paradiso del sapere liberale aveva proibito ai suoi frequentatori. Lo teneva chiuso in un cassetto della scrivania, con una pesante serratura a fargli la guardia. Era un libro, o meglio un manoscritto, ch la figlia, Mary Shelly, aveva composto tra l'agosto e il settembre del 1819, un anno dopo la pubblicazione di Frankenstein, intitolato: Matilda. Un volume che lo studioso, furente di rabbia, avev definito <<disgustoso e detestabile>> e che non restituì mai alla sua autrice, impedendone così la pubblicazione, che avverrà soltanto nel 1959. Ma perchè tanto mistero? Di cosa parlava quel testo a metà tra una novella e un romanzo epistolare? Quale segreto inconfessabile racchiudeva?

Tra realtà e finzione
 
L'estate in cui la vita di Matilda, Mary ha 22 anni e la rabbia nel cuore: la malaria le ha appena portato via un figlio (aveva perso già due bambine), è in crisi con il mrito Percy Bysshe, Shelly e in attrito con il padre. Non le rimane che soccombere. Oppure impugnare la sua unica, affilatissima, arma: la scrittura, e prendersi la rivincita su tutto e tutti. Decide di farlo e intesse una storia, o mglio un atto di coraggio, che pur ammantato di finzione, racconta la verità sui torti subiti. A partire dalla protagonista, Matilda, che, come lei, ha perso la mamma da piccolissima (la sua, la femminista Mary Wollstonecraft era morta per un'infezione 10 gioni dopo averla partorita) e si trova a crescere con il padre, con cui ha un rapporto ambiguo, che definisce <<un eccessivo attaccamento romantico>>, tanto simile a quello che la scrittrice ha con il suo, di padre, William Godwin, e che, a quanto pare, presto si trasforma in un sentimento contro natura. Insostenibile. Al punto che il filosofo spedisce Mary a casa di amici in Scozia, con la scusa che il cambiamento d'aria può giovare al suo talento letterario.

La gelosia del padre
 
"Non avevo idea che tanta infelicità potesse nascere dall'amore", fa dire l'utrice all'eroina del libro, pensando in primis a se stessa. Sin da bambina si era nutrita dell'affetto senza malizia del padre, uomo colto che le fa conoscere Dante, Beatrice e i miti greci. Ma poi Mary/Matilda comincia a crescere e le cose cambiano: l'uomo si accorge che la figlia è ormai una donna, capace di suscitare le attenzioni di un altro intellettuale, il poeta romantico Percy Bysshe Shelly. Quando si rende conto che la ragazza può provare un sentimento più ardente di quello che nutre per lui, gli si risveglia dentro un demone che lo acceca di gelosia. E con la scusa che Percy è sposato è ha due figli si oppone a tutti i costi alla loro relazione. William Godwin, passato alla storia come il filosofo dell'anarchia, dell'amore libero da ogni convenzione sociale, contrario al matrimonio (anche se lui stesso si sposa due volte, come vedremo), ora che si tratta della figlia si rimangia tutto e la costringe a una scelta infame:<<Se ami lui preparati a non vedere più tuo padre>>, le intima. Ma Mary non cede al ricatto e scappa in Francia con l'amante.

Intellettuale o oppurtunista?
 
Godwin è uomo di pensiero, ma è anche abile a fare i suoi calcoli: sa bene chi è Shelly, il poeta più quotato del momento, oltre che l'unico erede maschio di una facoltosa famiglia aristocratica del Sussex. Così, quando Percy e Mary rientrano dalla loro fuga d'amore è pronto a riaccoglierli, a modo suo. Il filosofo illuminato, mosso più dalla sete di denaro che di conoscenza, non si fa sfuggire l'occasione di fruttare la situazione e assilla il giovane letterato con continue richieste di denaro. Ma è soprattutto su Mary che si vendica, con il livore che solo un amante tradito sa tirar fuori: quando le muore il figlio, Godwin tratta con crudeltà la sua disperazione, arrivando a dirle:<<Tutto questo per un bambino di tre anni?>>. E pensare che lei lo aveva chiamato William proprio in onore del padre.

Il grande bluff
 
Anche Shelly si rivela presto una delusione. Così come Woodville, il poeta di cui si invaghisce Matilda nel romanzo, dopo i primi mesi di amore folle si mostra per quello che è: un egoista ed egocentrico. (Un libro appena uscito, L'ora del destino di Victoria Shorr Sem, racconta la loro relazione). Percy predica un amore libero che a Mary non piace e la tradisce senza scrupoli. La scrittrice non è pronta al sacrificio che richiede stare accanto a un uomo come Shelley. E tantomeno a condividerne le idee: lui, per esempio, ritiene che l'incesto, come tutte le cose proibite, sia qualcosa di poetico. Mary , con maggior cognizione di causa, lo considera un atto di prepotenza maschile. Fonte di sensi di colpa. In chi lo subisce, prima di tutto. Ed espone questa teoria in Matilda. Logico allora che Godwin, che ha sempre avuto un rapporto ambiguo con Mary, probabilmente toccato nel vivo, non volesse diffondere il libro.

Una matrigna da incubo
 
Se solo la mamma, la femmista ante litteram Wollstonecraft, fosse ancora viva, lei si che capirebbe. Dell'autrice della Rivendicazione dei diritti della donna, Mary ha preso lo stesso fuoco nell'anima. E invece è costretta a vivere nella mediocrità e a scrivere di nascosto dalla matrigna, la casalinga con cui si è risposato il padre solo per paura di crescere la bimba da solo. Donna gretta e volgare, Mary Jane Clairmont preferisce i pettegolezzi alla cultura, e non perde occasione di denigrare la mamma agli occhi della ragazza, raccontandole di quella volta che la Wollstonecraft si era innamorata di un uomo sposato (il pittore svizzero Johann Heinrich Fussli), e voleva andare a vivere con lui e la moglie in nome dell'amore libero. La Shelly incassa, ma non perdona. E anche la meschinità della Clairmont finisce nelle pagine di Matilda, sotto forma del personaggio della zia anaffettiva che si occupa della bambina senza madre. Godwin coglie il riferimento e anche per questo motivo non vuole che il libro venga letto. Quale peggior smacco per un filosofo sarebbe stato far sapere di aver sposato una donna tanto povera di spirito?

 

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