Il potere della spada
- autore Wilbur Smith
- collana Best TEA Big
- dettagli 602 pagine, libro - brossura
- traduttore Brera C.
- su licenza di Longanesi
- ISBN 9788850245314
- serie
- Il ciclo dei Courteney d'Africa
- La spiaggia infuocata.
Il potere della spada.
I fuochi dell'ira.
L'ultima preda.
La volpe dorata.
Manfred De La Rey e Shasa Courteney
sono fratelli, ma non lo sanno. Si troveranno sempre su fronti avversi,
combattendosi come nemici.
Manfred De La Rey e Shasa Courteney sono figli della stessa
madre, ma non lo sanno e neppure lo sospettano. Seguiranno destini
paralleli, per quanto diversi: il primo conoscerà lo squallore e la
desolazione delle baraccopoli sudafricane, sorte ai tempi della Grande
Depressione; il secondo il fasto e l'agiatezza dei proprietari di
miniere. Saranno uniti da un tragico avvenimento, la guerra, e da due
passioni comuni, lo sport e la politica. Si troveranno sempre su fronti
avversi e si scontreranno, più d'una volta, combattendosi come nemici,
eppure consapevoli di un legame profondo, più forte dell'odio, che giace
sepolti nei loro cuori.
Biografia • Il fascino travolgente dell'avventura
Wilbur Addison Smith, maestro del romanzo d'avventura, nasce a Broken Hill, Zambia (la ex Rhodesia del Nord) il 9 gennaio 1933, da Herbert James Smith e da Elfreda Lawrence.Studia alla Natal and Rhodes University, conseguendo la laurea in scienze commerciali nel 1954.
Dopo la laurea si associa alla Goodyear Tyre and Rubber Co. di Port Elisabeth, dove lavora dal 1954 al 1958. Successivamente si associa alla H. J. Smith and Son Ltd di Salisbury, ex Rhodesia rimanendovi dal 1958 al 1963.
Dati sintetici
Data di nascita Lunedì 9 gennaio 1933
Luogo di nascita Broken Hill, Zambia
Segno zodiacale Capricorno
Età 84 anni
la stampa
- «Il maestro mondiale del romanzo d’avventura.», la repubblica
- «Meglio dirlo subito: è lo scrittore più amato dagli italiani.», la gazzetta dello sport
RECENSIONE
Il flusso dei suoi pensieri trovò Lothar De La Rey che scrutava innanzi a sè, nascere una nuova alba d'attesa. In quei caotici giorni che precedetterro la fine della Grande Guerra, quando per l'ultima volta, aveva impugnato le armi contro gli odiati inglesi. Tra le dune del deserto in quell'angolo di continente africano ricco di tesori che aspettano solo qualcuno che allunghi le mani e da allora, passo dopo passo aveva tracciato il suo destino.
L'industria della pesca, gli rendeva bene, così bene da estinguere il debito iniziale. Poi, all'improvviso, quando già Lothar s'era dato per vinto, il pesce era sparito. Era una preoccupazione ben fondata, anche il figlio Manfred, manifestò la sua preoccupazione. Era l'immagine di sua madre. Lothar aveva dovuto fare da padre e madre dal giorno in cui Manfred era nato.
Si riscosse dal ricordo, solo quando gli esattori gli presentarono il mandato di sequestro di tutte le proprietà della compagnia. Recandosi agli uffici della compagnia per avere notizie, Lothar si impietrì vedendo Shasa Courteney.
"Aveva forse un anno più di Manfred, ma era di qualche centimetro più basso. Il suo corpo era più sottile ed elegante."
Shasa si ricompose e chiese spiegazioni di quell'improvvisa attenzione nei suoi confronti. Le parole affollavano la bocca di Lothar nel dare risposta. Grande stupore costrinse Lothar quando rivide Centaine.
"Improvvisamente, del tutto contro la sua volontà e le sue aspettative, Centaine risentì quel corpo dorato sopra di sè, nudo, morbido e forte. Le parve di sciogliersi al caldo di un sole che veniva da dentro, irresistibile come la vampata di rossore che sentiva in volto. O come l'ira di scoprirsi incapace di controllare quel lato animale della sua vita emotiva. In tutto il resto era allenata come un atleta, ma quegli empiti di sensualità la sopraffacevano."
Manfred e Shasa divisi alla nascita, erano ignari della circostanza di essere fratelli. Tale circostanza li vedeva in contrasto l'uno contro l'altro. La loro posizione (per diritto di nascita), conferiva loro non solo benefici e privilegi, ma anche doveri.
Nessuno dubitava che Shasa e Manfred si sarebbero incontrati ancora e certamente avrebbero continuato la lotta iniziata il giorno prima. Manfred non conosceva neanchè la verità su Centaine. Lei era sua madre ma, lui non lo sapeva e non avvertiva nessun trasporto nei suoi confronti, nessuna emozione. Non l'aveva allattato e mai preso in braccio. Era un'estranea per lui.
Intanto Lothar cercava un modo per risollevare le proprie finanze, la collera stava montandogli dentro in ondate nere e non cercava di resistergli, anzi, lo aiutava a dimenticare d'essersi abbassato a implorare a una donna aiuto.
La miniera era la prima preoccupazione di Centaine, aveva investito tutto ciò che possedeva per poter estrarne diamanti. Niente è più duro di un diamante e niente è più bello ma, ci vuole l'attrezzatura adeguata. L'unica società che possiede tutto quanto è quella di un uomo chiamato Sir Ernest Oppenheimer e della sua società, che è la De Beers.
Shasa protestò, non era possibile che quell'uomo tenesse in pugno anche loro. Il predone più insaziabile, in ogni modo, era stato Lothar, deciso ad entrare in possesso dei diamanti della miniera, neppure il caldo e la polvere gli erano molesti.
Centaine, dovrà mascherarlo prima che possa colpire di nuovo e soprattutto dovrà risalire agli uomini che hanno guidato la sua mano. Uomini che hanno fatto del ricatto e dell'inganno una ragione di vita. Ma non tutti vogliono che la verità venga a galla. Lothar e Centaine si ritrovarono loro malgrado, a dover fare i conti con un mondo ostile fatto di cacciatori. Una terra africana che rischia di inghiottirli.
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