venerdì 28 febbraio 2020

RECENSIONE #33/2020 INFINITE JEST by DAVID FOSTER WALLACE - EINAUDI


David Foster Wallace
INFINITE JEST
EINAUDI

2016
Super ET
Traduzione di
Edoardo Nesi
pp. 1296
€ 19,00
«Infinite Jest è un'opera davvero spettacolare, capace di intossicarvi con la sua comicità e la sua inesauribile inventiva, ma anche di disintossicarvi con pagine di profonda e lucida tristezza».
Jonathan Franzen

Il libro

«Può darsi che vi giunga nuova, ma nella vita c’è di piú che starsene seduti a stabilire contatti».

In un futuro non troppo remoto e che somiglia in modo preoccupante al nostro presente, la merce, l’intrattenimento e la pubblicità hanno ormai occupato anche gli interstizi della vita quotidiana. Le droghe sono diffuse ovunque, come una panacea alla noia e alla disperazione. Finché sulla scena irrompe un misterioso film, Infinite Jest, cosí appassionante e ipnotico da cancellare in un istante ogni desiderio se non quello di guardarne le immagini all’infinito, fino alla morte. Nella caccia che si scatena attorno a questa che è la droga perfetta finiscono coinvolti i residenti di una casa di recupero per tossicodipendenti e gli studenti di un’Accademia del Tennis; e ancora imbroglioni, travestiti, artisti falliti, giocatori di football professionistico, medici, bibliofili, studiosi di cinema, cospiratori.

David Foster Wallace







Di David Foster Wallace (1962-2008) Einaudi ha pubblicato: Oblio (2004), Considera l'aragosta (ultima edizione Super ET 2014), Infinite Jest (ultima edizione Super ET, 2016), La scopa del sistema (ultima edizione Super ET 2014), Questa è l'acqua (ultima edizione Super ET, 2017), Brevi interviste con uomini schifosi (nuova edizione completa Super ET, 2016), Il re pallido (ultima edizione Super ET, 2014), Il tennis come esperienza religiosa (2012 e 2017), Di carne e di nulla (2013 e 2018) e Portatile (2017 e 2019).


RECENSIONE

Il clamore suscitato intorno a questo romanzo non smetteva di attrarci come un mulinello.
David Foster Wallace aveva scritto altri romanzi nel frattempo, alcuni molto apprezzati, ma la sua figura restava identificata con quel memorabile inizio, una voce apparsa unica e inconfondibile dalla prima nota, al punto da avvolgere in un'aura mitica anche l'esistenza di chi ha ricevuto il libro in dono.

Al centro della storia c'è la provincia straniante e depressiva del suo romanzo, magnifico anche se un tantino intransigente, e non solo per la lunghezza. Il mondo nel punto in cui scivola silenzioso nel niente portandosi dietro con estrema lentezza i poveri relitti umani aggrappati alla sua superficie.
Ma è uno scenario che si fa chiaro un pò alla volta, allargando il campo da un punto di vista limitatissimo, come quello di un adolescente che vede come il disagio porta a compiere azioni estreme.

La soggettiva del'uomo, si solleverà fino a diventare il totale di una visione onnisciente, per poi tornare alla soggettiva del figlio e poi subito trasformarsi in un altro punto di vista, quindi calarsi, poche pagine dopo, nello sguardo indagatore, come un viaggio e così avanti, ancora procedendo in un piano di sequenza composto da periodi sterminati dalla punteggiatura che ipnotizzano il lettore e di secondaria in secondaria lo inghiottono nelle loro spire.

Attraverso la combinazione di lunghi monologhi e un uso sapiente del discorso indiretto libero Wallace, ordisce così un'alternanza di voci, che si mescolano senza soluzione di continuità fino a diventare la nostra attualità e contemporaneità.

Ho parlato di ipnosi per non dire incantamento, perchè in effetti questo è lo stato che induce la scrittura per molti aspetti sadica del maestro newyorkese. Leggendo perdi l'orientamento fino a pensare che forse le frasi che ti ronzano in testa siano davvero le tue. Si crea un movimento mentale che avanza e indietreggia al passo di tango (come nella struttura di Infinite Jest appunto), con la numerazione di 1.079 pagine. 

Il flusso inesorabile del tempo ci scorre dentro istante dopo istante, ma solo in certi romanzi possiamo averne un'esperienza così' vivida. Qui lo senti pulsare a ogni giro di frase. Wallace è in dialogo con diversi giganti c'è il sarcasmo, la sua follia sintattica. Sentori di un'aria di famiglia che nulla tolgano all'originalità dell'autore il quale, come si sarò capito, non è un avversario facile, diciamo che è indicato per lettori cintura nera. Ma, a prescindere dall'esito dell'incontro, anche uscendone malconci, difficilmente si resta delusi. 

Il testo indaga il rapporto dell'uomo con il potere. Viene qui portato all'estremo, in particolare, la satira di una società opprime e violenta, in cui ottusità e crudeltà dominano incontrastate. Una società che schiaccia la libertà dei suoi abitanti, le cui grame vite si svolgono in un tempo sospeso ai confini di un' inquietante e al contempo affascinante <<fragilità umana>>, sulla quale Wallace affonda il bisturi, invitandoci in quelle zone d'ombra invalicabili. 

Il bello, invece, è che Wallace ci avvicina alla lettura con l'incedere calmo di una narrazione e confidenziale e affascinante, tenendosi in equilibrio tra la necessaria dotazione di notizie, l'approfondimento critico-letterario e il ritratto psicologico di un personaggio uomo. perciò, Infinite Jest, è una lucida analisi del presente e di quello che sta per avvenire domani, nel senso stretto di domani.

In tutte queste storie ci si imbatte nella consolidata assuefazione in cui si è adagiati, e che a un certo punto entra in crisi e provoca smottamenti. I giovani hanno assimilato libertà e democrazia, Wallace, nato nel 1962 morto nel giugno 2007, è uno scrittore che, per opere ed età, rappresenta un americano dall'identità sempre più distante dall'America continentale. Una democrazia vivace, una società che riscoprre le culture e la legalizzato le unioni omosessuali.

Sempre più pesano le generazioni che non hanno memoria personale dell'America. Anagrafe e demografia prevalgono sull'ideologia. E le tematiche sociali e ambientaliste di Wallace colgono lo spirito del tempo e del luogo.

L'eroico personaggio di Hal Incandenza, di Don Gately, coinvolti nelle spire della trama. Ecco questo episodio mi ha commosso. E cominciò ad elaborare una sua identità americana. I giovani sono orientati su una visione democratica di politica e società. L'America ha toccato la percezione del futuro e le scelte delle generazioni future. Viene da domandarsi:<<Quale sarebbe il significato della propria vita nel bel mezzo del caos, in nome di un astratto nichilistico concetto come l'unità?>>

Nel mondo lo scambio culturale è sempre stato il metodo migliore per la conoscenza reciproca. Ma la cosa più importante è il rispetto della volontà dell'individuo. E' un peccato che negli anni recenti l'America abbia, al contrario, mostrato una mancanza di rispetto proprio in un contesto di scambi culturali. Vorrei che la scrittura di Infinite Jest , tratti argomenti che toccano le persone, questioni transculturali e transnazionali.

I primi personaggi ad apparire nel romanzo appartengono ai nostri giorni: sono studenti college, club che, nell'immaginazione di Wallace, rappresentano l'incarnazione estrema della dipendenza che nei progetti dell'autore si sarebbe collocata al centro della storia scompaginandone le attese e le certezze, precipitando il protagonista in una girandola di illuminazioni e smarrimenti. 

Quello della cartuccia smarrita è una metafora efficace per una scrittura narrativa che intende riportare alla luce della coscienza fatti che la società preferisce dimenticare. In effetti, se devo definire in che cosa consiste il lavoro del libro, si tratta di una radiografia del presente. Wallace segnala i rischi reali.   

Quello che Wallace racconta non è un fatto isolato proseguendo nelle ricerche si rende conto di quanti luoghi esistessero dove sono state perpetrate, con la benedizione dello Stato, simili atrocità. Ma c'è una differenza, perchè lui è uno scrittore, e se prende ispirazione dalla realtà, poi la fase che più gli interessa è quella dell'invenzione dei personaggi. 

Veniamo alla storia del libro, l'indimenticabile protagonista del romanzo: è un ragazzino dotato di certe qualità evidenti, come la capacità di attenzione, la fame di sapere. Più in là, il suo amico e compagno di sventura, gli attribuisce anche una capacità di resistenza inaspettata per un tipo smilzo, poco incline alla violenza.

Leggendo il romanzo Infinite Jest by David Foster Wallace, mi chiedevo se nel ritratto di questo adolescente c'è qualcosa di autobiografico. In realtà, dopo una buona percentuale di pagine lette, mi sono resa conto che il problema dell'autobiografia nascosta dei personaggi.

La produzione narrativa e poetica si nutre di uno sguardo doppio: da un lato la consapevolezza dei limiti del sogno americano, intriso di irriducibile colonialismo, dall'altra l'innesto di energia che il contatto con altre culture limitrofe e spesso dominante, ha prodotto in una terra che è essenzialmente frutto di contaminazioni continue, nonostante i muri e le frontiere invocate, costruite e usate come minaccia, specie durante la presidenza di Donald Trump.

La società di domani sarà sbilanciata da questo muoversi che va governato: la restanza di chi vuole restare attivo, l'arrivanza del resto del mondo, la tornanza di chi è andato e ha fallito. Non è facile. La partenza è nostalgia di quello che hai lasciato. Ma la restanza è nostalgia di quello che hai tralasciato. E se assaggi l'America, poi è frustante tornare e restare. Il viaggio non ha sempre una meta migliore dal punto di partenza.

Conflitti che modificano le scelte di una nazione senza controllo, preda di traffici e droga. Infinite Jest di David Foster Wallace è la narrazione in bianco e nero della difficile convivenza quotidiana di una cultura giovane, vivace, di popoli tradizionali, con ineguaglianze, violenza e oppressioni diffuse e impunite. 

Wallace dà fuoco a tutte le polveri: metafore, citazioni, un uso straordinario estrovisivo braccato dall'imperativo di dover essere a tutti i costi visionario, come se da subito, dalla lingua in sè, fosse possibile per salto quantico contemplare direttamente il mistero cui queste esistenze, nella loro totale accidentalità, Wallace compreso, alludono. Non ci riesce se non nella parte finale, un futuro imprecisato in cui il progetto è superato. 

I personaggi si ritrovano incastonati nell'involucro digitale che conserva coscienza e ricordi. Qui la scrittura di Wallace, che passa anche per una tematica di tipo autobiografico, si risolve nella testimonianza dell'incarnazione estrema della dipendenza, e di un presente irredento e tremendo. 

Davanti agli occhi dello scrittore Wallace, scorrono le scene senza riscatto di una storia segnata dallo stigma dell'ingiustizia e della violenza. Così assistiti dalla natività di una guerra, vedi persone confuse, nella grana del televisore, gettarsi nel vuoto. Corpi su corpi in attesa di smistamento e poi bare allineate.

La scrittura non serve qui a commentare e giudicare, ma a trascinarci nel mezzo dell'evento. Nel fuoco dell'avvenimento dobbiamo riconoscerci, affinare il nostro piccolo <<io>> e commisurarlo all'attesa di una musica aspra, al suono oggettivo del dolore del mondo.

Infinite Jest di David Foster Wallace ha saputo rappresentare le derive nevrotiche dei singoli, non già in un contesto metropolitano, ma in un mondo inquieto e incattivito, impaurito e angosciato da un senso di fine, di un'identità smarrita, da un formalismo burocratico senz'anima. 

Wallace ha descritto con acuta sensibilità la faglia che sta spaccando le genti americane irriducibilmente antagoniste nell'atmosfera morale immersa nella Brexit: la porzione fortemente identitaria della periferia della vita, dei suoi valori tradizionali, del suo orgoglio nazionale ferito, delle sue radici antiche e provinciali e quella cosmopolita e moderna, agiata e sradicata, spavaldamente insediata nel cuore dell'America. 

Nel romanzo Infinite Jest, vengono mostrate le crepe del mondo <<inclusivo>>. Nel romanzo di David Foster Wallace a essere rappresentata è la frustazione sorda dei nuovi <<esclusi>>, dei giovani e meno giovani che vedono spezzarsi i meccanismi dell'emancipazione sociale promessa dalla modernità e non sanno come arginare la delusione di una promessa non mantenuta. 

Dettagli. Dettagli di un disagio, di una disperazione sottile ma, invincibile che spiega tante cose sulla sensibilità collettiva di questa contemporaneità europea. I dettagli che la letteratura riesce a cogliere, più e meno di un trattato di sociologia politica.

"Le università americane, come l'ETA sono ancora un luogo di confronto sui diritti civili, le guerre, la libertà di espressione? O sono <<bolle>> lontane dall'America vera?

Infinite Jest, esprime e anzi imprime una visione del mondo: oscura, lacerata, enfatica e risonante, inesorabile nell'infilzare sullo spillone dello stile tutto ciò che può esemplificarla. Non c'è desiderio che non venga punito, felicità che non venga sporcata, innocenza che possa tenere banco per più di due o tre righe. Un universo reso con un linguaggio che gli è perfettamente congruo e che preme con violenza sotto la superficie della lingua ordinaria con un effetto di necessità mai gravità. Al pari di molti altri suoi contemporanei, Wallace poggia sulla scrivania dell'arte, la società attuale.

Essa ha prodotto sia la contestazione violenta, sia il fenomeno droga (come somma di fatti individuali), sia tentativi di sviluppo sociale alternativo. Anche in questi movimenti contro culturali può essere presente la droga ma, di solito si tratta di droghe leggere che agiscono come memento aggregante del gruppo e sviluppano una ideologia destinata a cementare quella collettività.

Per coloro che fanno uso di droga, l'assunzione solitaria costituisce una pura e semplice evasione, una forma individuale di rifiuto della società. Invece, quando il consumo di droga avviene collettivamente e nell'ambito di movimenti alternativi, il fumo acquista un valore ideologico. Significa che la droga è il mezzo attraverso il quale il gruppo si amalgama e costituisce il simbolo di ribellione e alla società, che vieta questa condotta; l'assunzione di droga, in tali casi, rappresenta un rituale di appartenenza e riveste un carattere di iniziazione.

"Le manifestazioni di disfunzionalità psichica e pedagogica del nucleo familiare in correlazione con l'uso della droga, sono numerose ... Inoltre, il gap generazionale, latente nella società, è vissuo in manierea più intensa all'interno della famiglia dove è più evidente lo scarto di valori fondamentali e la primarietà dei rapporti inter-personali di essa rende drammatico il gap (distacco, vuoto), tra le due generazioni all'interno del gruppo. A questa incertezza spirituale, risponde anche la droga."

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