venerdì 3 novembre 2023

ANTON CECHOV - BIOGRAFIA

Anton Cechov (1860-1904), nipote di un servo della gleba che con i guadagni del commercio aveva potuto riscattarsi, nacque in Ucraina, studiò medicina a Mosca, ma sin da giovane cominciò a scrivere racconti preferendo la letteratura alla professione di medico che non esercitò se non saltuariamente e occasionalmente a vantaggio di contadini e di deportati. Della sua vita, abbastanza tranquilla ma non felice, basterà ricordare i viaggi in Siberia e a Nizza, la malattia e l'improvvisa morte nel pieno della maturità classica. Ci ha lasciato meravigliosi racconti e drammi ancor oggi rappresentati per la loro toccante bellezza. La sua arte dà il senso della realtà e della vita con umanità e piena aderenza a tutte le sfumature dell'animo. I suoi racconti sono pervasi da una sottile vena d'ironia, che è il suo modo di guardare agli uomini e alle cose nascondendo la profonda amarezza che gli viene dai vizi e dalle debolezze umane soprattutto dalla decadenza della società russa nella quale l'assenza di volontà e la noia prendono gradualmente il sopravvento. Questa atmosfera un pò stanca caratterizza le opere teatrali nelle quali apparentemente non capita nulla perchè lo scrittore di preferenza registra i moti dell'animo, le impercettibili avventure dello spirito e della coscienza: la vita non è fatta di grandi cose ma di sentimenti e di stati d'animo che risuonano nell'intimo e danno il senso della realtà di ogni giorno e di sempre. E' una realtà amara, grigia e senza conforto; e perciò la visione di Cechov è sconsolata e dolente, di un'angoscia sottile e disperata.

Oltre ai Racconti (1889-1900) ricordiamo i drammi più famosi Il gabbiano ('95), Zio Vania ('96), Le tre sorelle (1900) e Il giardino dei ciliegi (1903), che possiamo considerare la prima testimonianza del teatro del novecento.

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