IL CAMALEONTE
Tutto è molto relativo al mondo, ci dice Cechov in questa novella: il valore che si dà, per esempio a un cane è alto soltanto se appartiene a un uomo importante e così la giustizia è perfetta soltanto quando viene esercitata a danno dei deboli.
PER UNA LETTURA PIU' APPROFONDITA
Ci sono sempre al mondo uomini come Ociumelov (protagonista della storia) che, rivestiti di qualche autorità, sono pronti a tuonare contro i deboli, ma sono servizievoli e striscianti dinanzi ai potenti.
Se il protagonista cambia atteggiamento tante volte e passa, senza accorgersene, da una contraddizione all'altra, assumendo volta per volta i ruoli più diversi, non è perchè tema un uomo potente che gli stia davanti. Gli basta molto meno: aver paura del suo arrivo e perfino del suo solo nome. Basta cioè che gli si affacci l'idea che il cane possa essere di qualche uomo importante che ogni diritto umano, le convenzioni, le leggi ed i divieti affermati poco prima vengano messi da parte.
L'ironia con la quale l'autore insiste sui repentini cambiamenti dell'ispettore e del gendarme non nasconde l'indignazione per chi, in modo così evidente e meschino, ridicolizza la giustizia.
L'amaro sorriso di Cechov sembra volerci dire che se è triste essere schiavi di qualcuno, è addirittura grottesco e buffo essere schiavi di un'ipotesi.
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