giovedì 2 novembre 2023

REVIEW DI: ANTONY CECHOV, "IL TEATRO", OSCAR MONDADORI

Anche i grandi scrittori del Realismo russo, nel secondo Ottocento, ritraggono la realtà e la società contemporanee nei vari ambienti, con di descrizione particolareggiata e una prosa sobria, senza effusioni di lirismo compiaciuto. 

La scelta dei temi è la stessa della produzione europea e già questo, nella realtà politica sociale russa del tempo, assumeva un valore di denuncia e di opposizione che quasi tutti gli scrittori dovettero pagare con l'esilio e la sorveglianza speciale.

Tuttavia essi si distinsero per un particolare atteggiamento di pietà nei confronti degli umiliati e offesi, per la componente religiosa che è alla base della loro visione di vita e infine per il rilievo attribuito alla funzione morale dell'arte.

Nell'opera di Anton Cechov (1860-1904) (teatro e novelle), le iniziali soluzioni comico-grottesche sono seguite da una contemplazione accorata e malinconica della meschina e crudele banalità della vita, in cui vengono calati i personaggi, uomini comunissimi, destinati ad essere sempre sconfitti.

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