mercoledì 20 dicembre 2023

LA FEDE E' PUBBLICA, ANZI PUBBLICITARIA.

Dal caffè paradisiaco al Suv divino, stiamo assistendo alla fine del monopolio delle istituzini ecclesiastiche sui simboli confessionali. Un fenomeno graduale, la <<mlignità>> dei creativi no c'entra. Spiegare il crescente ricorso alla religione nella pubblicità con <<l'atribuzione all'industria pubblicitaria di una volontà perversa di sfruttamento spiegata attraverso la presunta <<malignità>> dei pubblicitari. I simboli della fedi <<appaiono al pubblico non più come parte di un sapere che richiede la mediazione di esperti religiosi, bensì come un sistema di conoscenza condiviso e noto a tutti>>. Mentre la religione tradizionale perde il controllo sui propri simboli, il istema della pubblicità trae dalla sua sintonia commerciale con il pubblico un <<patrimonio di credibilità>>, grazie al quale può permettersi di sfidare l'autorità religiosa.


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