martedì 12 dicembre 2023

LE STAGIONI DELLA LETTERATURA

 

Le stagioni della Letteratura

La primavera di E. M. Foster, George Elliot, Elizabeth von Arnim; l'estate di Francis Scott Fitzgerald, Ian McEwan, Philip Roth; l'autunno di Donna Tartt e Shirley Jackson; l'inverno di Stephen King e Agatha Christie. Questi (e altri autori) ci accompagnano in un viaggio attraverso le stagioni nella letteratura. Con due cicli completi che le abbracciano tutte e quattro: quelli, recenti di Karl Ove Knausgard e Ali Smith.

Stupisce che in tutta la storia della letteratura si sia dovuti arrivare all'oggi, al maestro dell'autobiografia Karl Ove Knausgard (in Autunno, in Inverno, in Primavera, in Estate, usciti in riginale tra il 2015 e il 2018, in Italia tradotti da Margherita Padestà Heir per Feltrinelli) e alla sottilissima inglese Ali Smith (Autunno, Inverno, Primavera, Estate - curiosamente nello stesso ordine scelto dal norvegese - dal 2016 al 2020; l'ultimo volume esce il 7 luglio tradotto da Federico Aceto per Sur, come gli altri, perchè qualche scrittore dedicasse una serie di romanzi alle quattro stagioni, tra gli archetipi più ovvi e profondi per l'essere umano.

Se invece di pretendere il quartetto vivaldiano si va sulle singole stagioni, diventa invece possibile costruire piccoli canoni letterari: si può cominciare dalla primavera, che è lo scenario di testi capitali con Camera con vista di E. M. Forster, Middlemarch di George Eliot, che non potrebbe esistere senza una certa energia primaverile - anzi, <<a certain spring energy>> - nell'aria, ma anche testi minori di gran pregio, come Un incantevole aprile di Elizabeth von Arnim, irriverente romanzo anni Venti pubblicato da Fazi, o La primavera romana della signora Stone, aspra novella di tennesse Williams a base di gigolò e attrici decadute, oggi fuori catalogo ma facilmente reperibile nell'usato viste le molte edizioni di Garzanti susseguitesi in passato.

Se la primavera è adatta a emozioni sospese e mezzitoni, l'estate chiama, invece, grandi sommovimenti interiori ed esteriori: è la stagione di riferimento per Francis Scott Fitzegerald, che vi ambienta sia Tenera è la notte che Il Grande Gatsby, è lo sfondo delle intense vicende del Buio oltre la siepe e dei drammi di Espiazione di Ian McEwan (einaudi); si presta agli autodistruttivi Misteri di Pittsburgh di michael Chabon (Mondadori, poi Rizzoli) come all'apparentemente più rilassato ma in realtà abissale Libro dell'estate di Tove Janssn (Iperborea); sui carica di disperazione con l'epidemia di polio di Nemesi di Philip Roth (Einaudi), ma si presta anche allo struggente romanzo di formazione dell'Estate incantata (Mondadori), di un Ray Bradbury per una volta fantascientifico. E' l'este fattuale (in questo caso quello del 1972) può diventare anche un luogo dell'anima, come ci ricorda L'estate infinita del nostro Eduardo nesi, Bompiani (o, in America e in epoca più recente, il sottovalutato Sag Harbor dell'altrimenti celebratissimo Colson Whitehead).

Come la primavera, l'autunno tende a evocare sentimenti meno netti, ma c'è chi sa sfruttarlo al meglio per seminare dubbi e pertuabare, come Donna Tartt nel suo Dio di illusioni (Rizzoli); e il contesto accademico, còlto sempre nel momento decisivo del rientro autunnale, è sfruttato al meglio anche da A. S. Byatt nel suo Possessione (Einaudi). Si serve delle suggestioni dell'autunno, stavolta in senso malinconico, anche John Irving nella sua elegia adolescenziale Le regole della casa del sidro (Bompiani), mentre Shirley Jackson localizza le note più oscure della stagione con l'indagine sul male di Abbiamo sempre vissuto nel castello e con lo straordinario ribaltamento dei topos horror dell'Incubo di Hill House (entrambi Adelphi).

Grande ammiratore di Jackson è Stephen King, che sceglie l'autunno per il suo It (Sperling & Kupfer) ma mostra una maggiore vocazione per l'inverno come sfondo di storie di paura: tra le tante spiccano, gelidi come una stagione invernale che anzitutto esclude e isola dal mondo esterno, i capolavori di Misery (Sperling & Kupfer) e Shinning (Bompiani). L'inverno, più che da sfondo, fa da muro: e lo sa bene Agatha Christie, che d'inverno ha ambientato il suo Assassinio sull'Orient Express (Mondadori), che dietro la facciata del giallo <<whodonit>> si candida in segreto a <<grande romanzo invernale>>. Gli sfidanti? Il dottor Zivago di Borsi Pasternak (Feltrinelli), Amabili resti di Alice Sebold (e/o) e La bambina di neve di Eowyn Ivey (Einaudi).

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