Nei labirinti d’Arianna
Il romanzo dell’esordiente Sara Benatti trasforma il mito di Teseo mostrandolo al lettore da una prospettiva tutta diversa, cruda e inaspettata
Questo originale romanzo dell’esordiente Sara Benatti,
“La Maledizione di Arianna”, trasforma il mito di Teseo mostrandolo al
lettore da una prospettiva tutta diversa, cruda e inaspettata.
Dopo
che il progetto di fuga che aveva architettato per sé stessa, la madre e
le sorelle è andato in fumo, la protagonista dovrà lottare non poco per
salvarsi la vita e uscire dal labirinto che è una metafora
incredibilmente azzeccata – e moderna - per raccontare certe storie,
certe vite al limite che sono ben presenti nella nostra contemporaneità;
ancor più quando si tratta di donne che devono lottare per affermare
ciò che sono.
Il labirinto
Il labirinto è un luogo fisico e metaforico, dunque, in cui si trova di tutto. Brava Benatti a far aumentare il pathos pagina dopo pagina, ad amplificare i sentimenti (anzi, le sensazioni) a ogni capitolo. Si tratta di emozioni variegate: rabbia, paura, incertezza. Arianna cambia mentre la storia scorre davanti agli occhi del lettore, imparando a trovare la forza in sé stessa, circondata dai suoi compagni di sventura. Troviamo Dares, per esempio, servo di Teseo, sorteggiato come sacrificio, e Calla, donna scaltra e indipendente, che pare quasi un archetipo.
Dei
Insieme a loro, tra le mura del Labirinto, gli Dei. Sono divinità “strane”, a cui l’autrice affida in questa vicenda un ruolo particolare, sembrano presentati in chiaro scuro; entità presenti ma senza mai recitare la parte di chi fa succedere le cose. Sono entità umane e in fondo coerenti – anche in questo romanzo – con la rappresentazione mitologica a cui siamo abituati.
Teseo
Teseo, invece, è la vera sorpresa. Viene rappresentato sotto una luce diversa ed ancora più sorprendente di quanto accade con Arianna e gli altri personaggi. La leggenda ce lo ha sempre mostrato come un grande eroe, ma nel labirinto mostrerà il suo lato più crudele e selvaggio. Arianna che nel mito è una controfigura o poco più, in questo racconto assume le sembianze dell’eroina, della donna artefice del proprio destino e financo capace di cambiare quello degli altri. E poi ci sono le storie degli altri prigionieri del labirinto (nella versione originale chi li aveva considerati mai?), che non sono mai una ruota di scorta di quanto accade a chi è in primo piano.La scrittura si presenta ricca di suggestioni sia nella descrizione dei luoghi – il labirinto su tutti – sia in quella dei personaggi di cui ci ha raccontato emozioni, dubbi, pensieri, paure.
“La maledizione di Arianna”, Sara A. Benatti, Sperling&Kupfer, pagg. 336, euro 17,90
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