Una voce più forte dell'oblio. Non c'è nulla di più emozionante, per chi si occupa di cronache letterarie, dell'assistere all'improvvisa riemersione di capolavori.
In un panorama, come quello della narrativa contemporanea, che appare ormai, lontano dai Grandi Romanzi e delle possenti innovazioni formali degli anni '90, dominato com'è da scrittori sempre più usciti dai master in creative writing, spicca con forza, per originalità una storia contemporanea che si domanda: Si può scrivere una storia contemporanea senza parlare di Covid? Il Covid si potrà dimenticare, l'amore e la perdita no. Dopo la pandemia dovevamo uscire migliori. Come pensi che stiamo andando?
E gli Usa? Il romanzo per noi sopravvissuti. Come sta cambiando la letteratura statunitense?
La letteratura statunitense va incontro alla diversificazione: chi può raccontare le storie e quali storie si possono raccontare. Gli uomini bianchi continuano a scrivere con grande successo, ma loro, noi, non dominiamo tanto quanto abbiamo fatto fino a tempi relativamente recenti. La storia recente influisce sul modo in cui percepiamo quella attuale, ma il tempo scorre veloce e sono convinto che sia compito di uno scrittore contribuire a creare una testimonianza di un presente che diventa passato nel momento stesso in cui accade. Come noi ci aspettiamo che i nuovi romanzi spieghino il nazismo o l'11 settembre, allo stesso modo non ci aspettiamo che parlino della pandemia in modo diretto.
E noi italiani, sopravvissuti a una stagione di crisi globali?
A partire dalla sequenza di crisi che ci hanno colpito in questi ultimi anni - da quella economico-finaziaria a quella pandemico-sanitaria, da quella sociale a quella geopolitica fino alla guerra in Ucraina - la riflessione affronta il tema di come convivere con una precarietà che pare aver assunto caratteri strutturali. A raccontare come sopravvivere alle diverse sfide della contemporaneità, tra gli altri, sono romanzi che firmano un flusso di coscienza dove trovano posto traumi, resilenza, voglia di riscatto. Ma non solo, cambia anche la percezione di sè degli scrittori e la loro produzione narrativa?
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