Graffia lo sguardo, nasconde il suo segreto. La maschera è così, concepita e incarnata. Sai cosa vuol dire sentirsi diversi, mostruosi, e, per istinto, diventarlo. "Tu non sei brutto, amministri male una bellezza fraintesa." "Fenomeni", unirsi per fare forza e sentirsi meno esclusi. Tra vuoti e pieni di nitore abbagliante, la ricerca oscilla da un'idea di fisicità potente, quasi debordante: agli antipodi rispetto al percorso intrapeso dall'idea di mostro, definito "un'autostrada in discesa che vi porterà dritti all'inferno". Eppure fino a guerra inoltrata, mentre la diversità viene esclusa e leiminata per legge, quella banda di storpi viene vista come un arcobaleno di grandi artisti. L'arte sembra salvarli, ma non sarà esattamente così, anzi. Nella figura del mostro, confluiscono temi come l'alterità, il confine con tutto ciò che non vogliamo vedere ed è nascosto nell'ombra di ogni identità, ai margini della società, fuori dai muri della città. Significa abitare l'anomalia, sia nel corpo sia da un punto di vista drammaturgia viene affiancato da una scrittura drammatica e simbolica per sostenerla.
Ma si basa sul concetto di wired (strano, bizzarro), cioè "l'inconscia convinzione, sepolta nei meandri del nostro cervello rettiliano, che oltre all'universo materiale, alla realtà quotidiana ci sia qualcosa d'altro, di ineffabile e alieno." Questa lente ci invita, a guardare i casi della storia più eclatanti; e si sofferma su correlazioni e coincidenze notate "esplorando il ventre molle della società in cui viviamo, l0mbra delle nostre convinzioni culturali."
Dopo l'orrore della guerra, nato dagli uomini, c'è un pensiero che ricorre spesso, paradossale e salvifico, chiave per comprendere:"Siamo solo gli abitanti di un sogno, e a sognarci è un minuscolo insetto addormentato in qualche posto lontano, fra le stelle."
Nel percorso sulla mostruosità, sto sviluppando un lavoro sulle maschere tra l'uomo e l'animale, dietro cui approfondisco la mia ricerca sul corpo. Riuscire a scardinare il rapporto tra performer-esecutore, sottraendo quest'ultimo alla sua comfort-zone, è semre una sfida che contribuisce a creare cortocircuiti nel conformismo della fruizione. Anche in Lingua, che è una narrazione con il mostro invitato a scrivere parole sulla mia pelle, c'è quasi un ribaltamento dei ruoli.
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