venerdì 29 luglio 2016

IL LEONE E IL CORVO

IL LEONE E IL CORVO
TRAMA
Nell’Inghilterra  medievale il dovere è tutto, l’onore personale vale più della vita stessa e l’omosessualità non è tollerata né da Dio né dalla società.
Sir Christian Brandon è cresciuto in una famiglia che lo ha sempre odiato per la sua insolita bellezza e per le sue origini. Essendo il più piccolo di sei rozzi fratellastri, ha imparato a sopravvivere usando l’astuzia e le sue doti da stratega, guadagnandosi il soprannome di Corvo.
Sir William Corbett, un imponente e feroce guerriero conosciuto come il Leone, sopprime i suoi desideri contro natura da tutta la vita. È determinato a incarnare il proprio ideale di cavaliere valoroso. Quando decide di mettersi in viaggio per salvare la sorella dal marito violento, è costretto ad affidarsi all’aiuto di Sir Christian. Il loro accordo metterà alla prova ogni briciola della sua fibra morale e, alla fine, la sua concezione di cosa significhino dovere, onore e amore.

Cover Artist: Maria Fanning

Translator: Victor Millais

 

RECENSIONE
Sir William Corbet  era un guerriero conosciuto con il soprannome di Leone. Egli non gradiva quel soprannome nemmeno nelle giornate buone. Intuiva la presenza di un nemico solo dalla vibrazione del fendente. Durante una battaglia, combatteva e avanzava, sputando fango e sangue e cercando di restare in piedi quando calpestava i morti che ricoprivano il suolo. Era un uomo fatto soltanto di muscoli, di addestramento e spada. Non conosceva altro. Ma non era ingenuo e sapeva che i postumi di una battaglia erano spesso razzie e violenze. Ora un compito gravoso lo attende, difendere l’onore della sorella Lady Elaine, dal marito violento Lord  Somerfield .  A tale scopo si mette in viaggio per chiedere l’aiuto di Lord Brandon. Qui nel suo castello, fa la conoscenza di Cristian uno dei suoi figli, soprannominato il Corvo. Aveva fatto un patto con Cristian e desiderava che lui lo rispettasse. Da parte sua Cristian sapeva che quei traditori dei suoi fratelli non lo avrebbero aiutato qualora ne avesse avuto bisogno, perché l’omosessualità era bandita sia da Dio che dalla società, così decise di accettare la proposta del Leone, in modo autonomo senza pressioni: io conosco la strada e a te serve una guida, replico il Corvo. William rappresentava la risposta alla sua richiesta di aiuto, non sarebbe stato stupido da rifiutarla. Mentre il guerriero da parte sua non voleva intraprendere una faida tra i clan. Dopo aver cavalcato per tutto il giorno, crollarono per la stanchezza e si accamparono per la notte.  Improvvisamente un’ombra lo coprì. William era in piedi sopra di lui e il suo corpo massiccio oscurava il sole. Dalla loro partenza, il ragazzo  non aveva mai osato avvicinarsi al Leone. Tuttavia, lì sarebbero stati soli e forse i loro sentimenti  avrebbero preso il sopravvento. Lo voleva. Era troppo esperto per non riconoscere i primi segnali della lussuria. Non poteva arrivare in un nuovo accampamento o su un campo di battaglia senza che il suo nome passasse di bocca in bocca. William era un uomo impossibile. La sua vicinanza non faceva che alimentare il desiderio del suo corpo contro quello di lui. In breve tempo i suoi sensi furono pervasi dall’odore di muschio, di cuoio e di cedro e dalla sensazione di pelle calda coperta di sudore. Due braccia forti lo afferrarono. I loro corpi provarono quel desiderio all’unisono. Avvertiva risentimento verso se stesso per il fatto di provare qualcosa che non riusciva a dominare. Respirò il suo profumo, che sapeva di qualcosa di dolce, come una bacca che non aveva mai assaggiato. Dove sono i vostri sentimenti? Gli urlò il ragazzo? Il guerriero tutt’a un tratto desiderava confortarlo, ma la sua posizione non gli permetteva di perdere il controllo dei sentimenti e del suo orgoglio. In tutta la sua vita non si era mai sottratto alle sue responsabilità. Aveva fatto una promessa alla sorella e la manterrà, con o senza l’aiuto di Cristian. Il ragazzo osservò il corpo ben fatto e robusto, le braccia muscolose, le gambe forti del Leone. Sentiva su di sé i suoi occhi, che accesero di nuovo quel colore ormai familiare. Il suo corpo reagì. Il sangue prese a pulsare sotto la pelle, il respiro si fece affannoso. Gli sguardi lo incendiavano e lo consumavano. Christian  non mascherò la sua natura, anzi si lasciò sfuggire il piacere che provava.  Il Leone era un uomo in età di famiglia, però, non aveva mai cercato una donna come compagna, si era sempre negato l’amore. Non si fermava davanti a nessun ostacolo, ed imperterrito procedeva passo dopo passo verso la metà, pronto a sacrificare tutto, anche se stesso in virtù di un fine più grande. Un personaggio spietato verso i nemici. Un uomo guidato dal destino, che con le sue scelte plasmerà il destino di molti che gli sono accanto o che cercheranno di fermarlo. Il Leone e il Corvo è un romanzo straordinario. Un’opera che fa rivivere un mondo fantastico, con estremo realismo. L’autrice ha curato questo libro in modo così appassionato e preciso ed riuscita ad accrescere la mia fervida immaginazione.

I miei gatti.


mercoledì 27 luglio 2016

Selène


Trama
Un mondo più volte ricostituitosi e riformato sulla base di una classicità ormai in degrado, una debole integrità sociale e un trattato che da secoli regola i rapporti fra le città – Stato sopravvissute alla guerra: Redui ed Eyodasmi. Nell’umanità complessa e delicata del sesto millennio, quattro studenti lasciano la loro città natale in vista di un’istruzione di più alto livello nella capitale culturale dell’epoca. Le tensioni sociali e i risvolti ideologici che dominano la scena trascinano e sconvolgono le vite dei quattro amici, le cui esperienze li porteranno a compiere azioni che non avrebbero mai pensato di dover giustificare né nei propri confronti che in quelli del mondo che li circonda. L’ottimismo, la fiducia nella conoscenza e nelle proprie capacità si mostrano ora in tutta la loro illusorietà. E le ragioni dei più sporchi crimini come dei meriti più alti rimangono in sospeso, imbrigliate nelle azioni e nei dialoghi dei protagonisti.

RECENSIONE di Caterina Butitta
Come può reggersi in piedi un potere senza un’idea del giusto?
Sul pianeta Selène, un lungo periodo di caos e violenza ha spento ogni parvenza di ordine sociale e politico nel sangue. Selène è un mondo avventuroso popolato da Redui e Eyodasmi, ai quali non è per niente facile inculcare il concetto di pace. Ma questo sarebbe niente se almeno su Selène ci fosse una remota possibilità di sopravvivenza.
I quattro ragazzi: Laszlo, è l’eroe del libro. Sicuramente in lui batte il cuore di un eroe (coraggioso, risoluto, spericolato). Laszlo non tiene lo sguardo a terra ma guarda tutto e tutti con occhi penetranti e curiosi. Mentre Amt, è lucido ed enigmatico calcolatore. Infine ci sono Mika e Kuka, noti per la demenza e la volgarità. Insieme  i quattro giovani sono  sbarcati su questo mondo per una istruzione di più alto livello. Il viaggio è cominciato: sono stati scelti. Ora, i quattro ragazzi devono trovare il varco di accesso, capire il più in fretta possibile le regole di sopravvivenza, dovranno superare una serie di prove che potranno condurli, ad attraversare un livello dopo l’altro. I quattro partecipanti sono agguerriti. Apparentemente tutti motivati si trovano a dover affrontare una minaccia, tanto che inizia a diffondersi il pensiero che tra di loro ci sia una spia intenzionata a fini loschi, decisa a sabotare la missione. Nell’affrontare i tanti ostacoli che si pongono di fronte a loro, tra i ragazzi cresce la tensione emotiva. Al durissimo scontro finale che li aspetta, non tutti sopravvivono. Costretti a fermarsi loro malgrado, si accorgeranno che c’è poco da stare allegri soprattutto quando, dovranno partecipare a delle prove per tentare l’unica via di fuga. I giovani protagonisti esplorano la natura della paura e della violenza e scoprono il coraggio di lottare per il futuro. Affrontano paure e indecisioni, insieme decidono di combattere, sapendo di dover lottare per riprendersi il domani.
Nel romanzo Selène, l’autore è parte integrante del mondo dipinto sulle pagine, ed è riconoscibile nel personaggio del protagonista. In questo lungo viaggio tra le pagine del libro, non c’è mai riposo, mai lentezza nella scrittura. Intrigato plot (trama, intreccio del romanzo), di Valerio Dalla Ragione, cattura anche i lettori che per la prima volta affrontano questa tematica. Saranno certamente conquistati dai protagonisti del romanzo fino all’ultima pagina. Valerio Dalla Ragione ci costringe a considerare alcuni miti dominanti nella nostra società, getta una luce inquietante sui grandi temi ecologici e politici, quali la limitatezza delle risorse del nostro pianeta, creando un potente dramma futuristico. Ma “Selène” è anche qualcosa di più: il manifesto che l’esistenza ha già in sé e per sé la propria giustificazione e che l’essere utile non ha un valore consumistico ma è all’interno della logica della conoscenza.
La ribellione non parte mai dal basso; sono gli intellettuali, personaggi di buona famiglia a fare leva sulle masse di deficienti.

giovedì 21 luglio 2016

L'EQUILIBRISTA DI MARY CALMES








L’EQUILIBRISTA
MARY CALMES
COVER ARTIST: ANNE CAIN
TRADUZIONE: REBECCA CORNIA
GENERE: CONTEMPORANY
E-BOOK: SI
PAGINE: 227
PREZZO: $5,24 su DREAMSPINNER PRESS
USCITA: 26 SETTEMBRE 2016
LIVELLO DI SENSUALITA’: MOLTO ALTO
LINK AMAZON: L’EQUILIBRISTA
TRAMA
Il quarantacinquenne professore d’inglese Nathan Quells sa come far sentire importanti tutti quelli che lo incontrano. Gli riesce meno bene, però, rimanere nei paraggi dopo. E’ una brava persona, ma non percepisce le cose come fanno gli altri. Ha passato molto tempo a prendersi cura di Michael. Il ragazzo che abita alla porta accanto, senza rendersi conto che il mafioso e muscoloso zio e tutore di Michael, Andreo Fiore, si è lentamente innamorato di lui.
Fare in modo che Nate lo veda come un potenziale partner è forse il problema minore di Dreo. Sta crescendo il nipote e sta cercando di lasciare il suo losco lavoro e aprire un’attività in proprio, un progetto che si complica infinitamente quando dei sicari eliminano alcuni personaggi chiave della malavita. Eppure, Dreo è determinato a costruire una vita di cui andare fiero, una vita con Nate come fondamento, una vita che sta cominciando ad assomigliare esattamente a ciò che Nate sta cercando. Sfortunatamente per Dreo – e per Nate – i recenti omicidi fanno parte di una profonda riorganizzazione, e l’amore di Dreo ha trasformato Nate in bersaglio.
RECENSIONE
Nulla più di uno sguardo gettato alla propria vita mostra come quante cose può essere un uomo, quante personalità si nascondono in lui, quante virtù e anche quante ombre, quante oscurità che poi nella vita moderna si possono rigettare con sdegno o abbracciare con convinzione. E’ strano come per i cicli della nostra vita dall’infanzia, l’adolescenza e la maturità, l’individuo si lega a universi di affetti diversi  e crede che non esista null’altro, per poi scoprire quando si è più grandi, che l’unica figura che conta è colui che incarna la forza in grado di guidarci nel mondo. Ed infine, quando si è adolescenti, nella stagione dei primi amori e dei primi turbamenti, ritenere che l’eroe, il modello della nostra vita sia il compagno di banco che sa tutto sul sesso e spiegarlo senza arrossire, ma anzi compiacersene. E’ un romanzo sul turbamento della vita di un uomo, dove nella gara della passione per la conquista di colui che ci fa palpitare il cuore, conta soltanto l’amore smaliziato. Il protagonista cresce è comincia a vivere la propria vita. Si fa nuovi amici e custodisce gelosamente i suoi piccoli segreti. Finchè un giorno viene il tempo della fine della stagione dell’incoscienza, il tempo del turbamento, dei conflitti e delle scelte. Così il protagonista del romanzo scopre l’amore. Ma non si può scegliere chi amare, e l’amore è una forza troppo grande, non si può contenere e tirare avanti. Nathan Quells, vive la sua esistenza da equilibrista da sempre. La felicità per Nat è l’equilibrio che  sente di aver raggiunto con se stesso. Con il presente è arrivato nella sua vita l’amore per Dreo. Ha un ottima posizione il quarantacinquenne professore d’inglese. E’ uno che piace, e sa il fatto suo sulle pubbliche relazioni. E’ uno spirito libero. Fino a poco tempo fa, poi gli amori, le emozioni, il dolore che aveva attraversato il suo cuore fino a quel momento divennero poca cosa al cospetto della sua fiamma d’amore di quel momento.
 Lui diventa il suo chevalier, capace di mentire a tutti, pur di rendere felice la persona che gli sta accanto. Crescendo, però, si fanno i conti con tradimenti, gelosie, invidie, e la bella favola rischia di essere rotta. La giustizia l’ho riscatta e l’ho acclama come eroe, mentre il vicino di casa e tutore di Michael fa il suo gioco ambiguo. E’una persona capricciosa e prepotente. Questo romanzo è la storia di Nat, dei sogni, delle fatiche e dei suoi sforzi, dei suoi umori e del suo coraggio, la storia, insomma, della sua gloria. Nella vita del protagonista irrompe un evento drammatico che sconvolge l’esistenza di tutti. Le relazioni si incrinano, facendo affiorare piccole crepe nascoste. Un’esistenza vera fatta di dramma e di azione. Il romanzo è un elogio alle opportunità che la vita a volte ci riserva. Leggendolo si finisce col pensare che tutto è possibile. Nel romanzo l’equilibrista dell’autrice Mary Calmes, sono presenti i moti dell’animo, il tutto conferisce “magia” ad una trama originale, una scrittura “leggera” e comunicativa, il tutto legato insieme da una tensione emotiva. Il romanzo si evolve, con straordinaria coerenza, attraverso una espressività ricca di significati, attinge ad una sorta di linguaggio universale che, attraverso l’equilibrio dei sentimenti e la bellezza della comunicazione. La sensibilità dell’autrice, richiama la preziosità del vivere, al desiderio del coronamento della personalità. Mary Calmes  ha catturato nella rete delle parole, nei suoi pensieri, sensazioni diverse, emozioni, fiumi di eros in piena, tumulti del cuore, e con la voce (la scrittura) li ha addolciti, li ha trascritti sulle pagine del libro e con la delicatezza li ha mescolati perché risplendessero di luce propria. E’un romanzo che si lascia scoprire un poco alla volta, con uno sgargiante senso della meraviglia, ci offre pagine, dove l’elaborazione, l’inquietitudine e le esperienze personali, approdano attraverso la scrittura, ad una gioiosa narrazione infinita della poesia della vita. Particolare attenzione l'autrice ha trasmesso all'equilibrista, ispirandosi a un dipinto di Steve Walker dal titolo Parallel Dreams. L'autrice ha commentato con questa frase la sua scelta:

L'ho visto sul sito e mi sono commossa tanto da cercare di catturare ciò che ha portato a quel momento di straziante tenerezza e fiducia nel rapporto tra i due uomini.

lunedì 4 luglio 2016

Bozza libro CRYS di ALBERTO FUMAGALLI - Editore GIULIANO LANDOLFI



TITOLO: CRYS
AUTORE: ALBERTO FUMAGALLI
EDITORE: GIULIANO LANDOLFI

Non si parla più di letteratura, ma di cervelli pronti ad esplodere come pentole a pressione tropp
piene, i colleghi sembrano sempre più preda di strategie meschine, sotterfugi miseri, maldicenze: ovunque regna l'indifferenza o un sordido, spietato risentimento. Con una scrittura attenta e curiosa e quel delicato equilibrio tra vicende umane e politiche, lo scrittore Andrea Fumagalli, ci offre un ritratto unico e incomparabile del mondo d'oggi, un paese in cui l'antico conflitto tra legge e individuo, integrità e pragmatismo, lealtà e tradimento, hanno lasciato il posto al sentimento della sconfitta morale e alla nostalgia della dignità perduta.
 Il romanzo Crys, è scritto come se l'umanità fosse sotto la lente di un fotografo che ne coglie sensibilità e sfumature. Crys, è la "Comunità Nazionale di recupero", nata per volontà del Governo e del Presidente della Repubblica, allo scopo di aiutare e riabilitare le  persone colpite da Disoccupazione e Precariato. Lo scrittore racconta la "bestia", ovvero la "pazzia", che non è solo paura, ma il riflesso di una tensione che, continua a farsi sentire, nonostante i diversi tentativi di pace fatiscenti. Dove la pace è un sogno fragile ed effimero pronto a scomparire con  molta facilità, lasciando il posto a Uomini e Donne, Padri e Madri, Primogenito, Secondogenito, che possono venire chiamati a difenderla. In un mondo in perenne conflitto, gli esseri umani devono riuscire ad ammaestrare la loro "pazzia", fino a farsela amica per poter vivere. Dicerto, quando si è persa ogni speranza, è si è ormai disposto a tutto, l'unico antidoto alla depressione che inghiotte tutto e tutti e quello di accettare lavori che non piacciono, mentre la crisi economica morde.



Crys è un romanzo che fa riflettere e offre ai lettori una chiave interpretativa, della crisi del nostro tempo. Alberto Fumagalli, nel suo romanzo, descrive l'ingiusta disparità sociale tra i ricchi e i diversi. Molti individui almeno una volta nella vita hanno provato il problema della disoccupazione. A questa tragedia umana, hanno reagito affermando, "cambio lavoro". Il paradosso e che molti altri cosiddetti "spregiudicati", decidono di licenziarsi, di cambiare vita. Ma il più delle volte resta un impulso isolato. Perchè non è possibile abbandonare il lavoro, esso è il riferimento più importante sia dal punto di vista economico, ma anche sociale e familiare, nella vita di una persona. La perdita del lavoro e il suo relativo cambiamento, possono ripercuotersi con sentimenti negativi, portando ansia, frustazione, senso di inadeguatezza, sono le spie che ci logorano l'esistenza, dovuti ad una vita che non è adatta a noi, e che difficilmente riusciamo a globalizzarci. Fumagalli offre al lettore, attraverso i suoi personaggi vari esempi di luoghi comuni come: la perdita del lavoro, è questo un'evento che può sfociare nell'autocommiserazione. Ogni individuo nello scorrere del tempo, lascia una traccia di se stesso, a volte sono vere e proprie cicatrici. E, come sempre, le ferite interiori sono le più difficili da guarire. L'individuo in questo stato di cose, vuole sfuggire al resto dell'umanità e alla ipocrisia, convincendosi che è meglio far da sè. Lui è tutto il suo mondo, non ha bisogno d'altro, e con questa convinzione porta avanti la sua vita. Ma si renderà conto che, affinchè la vita sia piena e vissuta bene, è necesaria la condivisione. Crys è una romazo, per il quale il destino degli uomini uguali e diversamente soli. Lo scrittore ci svela il lato oscuro dei sentimenti, che ci sforziamo di dimenticare, come se fosse un evento degradante, che ci fa apparire fragili agli occhi degli altri, così ci sforziamo di dimenticare, per non soffrire, ma che restano racchiusi nell'anima. Fumagalli, ci guida attraverso le pagine del suo romanzo, mostrandoci l'umanità attraverso la lente dell'ipocrisie e del perbenismo. In questo carosello umano, si alternano le voci e le vicende della casa Tricolore, del Padre- Marito. della Moglie-Madre, del Primogenito e del Secondogenito. A quest'ultimo riservo tutta la mia attenzione, poichè sebbene ancora piccolo, subisce la derisione dei compagni di scuola, perchè indossa sempre "lo stesso maglione e la pelle sempre bianca". Macchiando il suo diario scolastico con l'onta del diverso.




Nel romanzo i "pazzi" sono i disoccupati e i precariati, cioè coloro che sono alla ricerca del primo impiego, costoro ignorano che a nulla servono le arti diplomatiche, nè la capacità di fingere, tacere o sopportare. E come se, mentre la crsi corrode l'esistenza, gli animi diventano incandescenti, provocando menzogne, sotterfugi, conseguenze fatali, troppo a lungo taciute e represse. La vita degli uomini sembra andare a pezzi. Svaniti i sogni, repressi i sentimenti, spaventati, si ritrovano con l'amore chiuso dentro un cassetto. Ma anche in questo sanatorio mentale, fatto di segreti problemi che è Crys: una voce interna all'individuo gli sussurra di riaquistare la fiducia in se stesso. E l'Italia contemporanea, gli antichi intrigthi politici e mediocri, baroni della burocrazia dei nostri tempi, dove la violenza che si nasconde tra i "pazzi" e la precarietà nei: ragazzi, uomini, donne d'oggi, anche i migliori, sono costretti a crescere e a diventare adulti. Un romanzo su un'affresco di una società sull'orlo di un abisso e dal quale se non nè prende coscienza in tempo, difficilmente potrà salvarsi, perchè Crys è già qui ora, nel nostro tempo, nel nostro Presente. Un romanzo toccante, schietto, senza edulcorazioni, che non assomiglia a nessun altro. Alberto Fumagalli ci accompagna con naturalezza in un cammino sul mondo di oggi. Ci descrive un quadro colmo di umanità, personaggi reali, un intricato gioco di sopravvivenza, che risulta al lettore, sorprendente e familiare. Egli descrive il tema della dignità umana spesso calpestata dal morboso potere e del coraggio di sfidarlo. Siamo tutti prodotti di una fabbrica votata al consumismo, il cui unico interesse è il prezioso profitto.
Una società che ci vuole assolutamente perfetti uguali come fotocopie. Siamo proprio sicuri, che essere assolutamente perfetti sia sempre la soluzione migliore? L'Italia è scossa, da quello che i suoi abitanti chiamano Crys, ovvero un vivace affresco della società e degli uomini del nostro secolo, con i diversi destini, di personaggi diversi, ora ambiziosi, ora idealisti, caratterizzano il romanzo. In una Società di consumi, fa la sua comparsa il "miracolo tecnologico", con una pubblicità, marketing, giornalismo spregiudicato, televisione. Alberto Fumagalli, combina l'occhio sagace del giornalista accomunato al tocco magico dello scrittore esperto, per dipingere un ritratto unico e verosimilmente affascinante della nostra Italia di oggi. Uomini fragili e un pò folli, alla costante ricerca di un pò di stabilità e del riscatto sociale. Il racconto di una vita dura e commovente, un lungo percorso attraverso il silenzio e la desolazione, verso la rinascita, fino al superamento delle rigide barriere imposte dall'èlite della sindrome di Crys (succhia vite umane). Una umanità ora grigia e prevedibile, ora improvvisamente fragile e disperata, personaggi che popolano il romanzo, persi ognuno alla ricerca ossessiva della felicità, di poter occupare un posto in questo mondo. Inconsapevole degli eventi che stanno per travolgere l'umanità, lo scrittore con occhi attenti a cogliere ogni sfumatura, come una macchina fotografica scatta foto straordinarie di una umanità sull'orlo della crisi. Il filo logico che percorre il romanzo è lo scontro tra la libertà di espressione e il controllo sociale, tra l'arte e l'ideologia, tra scrittori e politica, un attacco al potere, al sistema, all'opinione pubblica, che pare voglia a tutti i costi classificarci, come pedine di una stessa scacchiera. Il disoccupato, coinvolto suo malgrado nell'effetto domino, messo in moto da un meccanismo che lo stritola, dove i personaggi e gli innocenti, come spesso accade, pagano per i colpevoli. Un'ambiente perso, proiettato a scalare i gradini dell'economia, dell'imprenditoria, della malavità, dell'informazione e della politica, che  convivono non sempre pacificamente e dove nessun uomo può mai considerarsi veramente al sicuro. Una umanità splendida e insidiosa, perchè non provvedendo da subito (con progetti mirati), ci si troverà difronte a qualcosa di terribile : il Futuro.



 La quotidianità a cui è costretta l'umanità, fatta solo di una fascia di accademici tediosi, interessati solo alla teologia e alla politica. Uomini emerginati e malvisti dalla società, in un mondo corrotto e corruttibile, fondato su un precario equilibrio di menzogne, meschinità, sotterfugi, dalla cupidigia dei potenti, dalla stupidità del popolo, sempre pronto a seguire i leader del momento, di cultura, di religione o di politica. Crys, parla dell'essenza dell'uomo, mentre sullo sfondo cambia l'Italia e il modo di fare e parlare di politica, di cultura di massa e di costume. La "pazzia", è quindi un'etichetta di comodo, per descrivere il mondo sul quale viviamo, retto sull'equilibrio tra il Bene e il Male. Questo ecosistema è fragile ed è pronto a distruggersi da un momento all'altro. La società non risparmia neanche gli adolescenti, che vengono "sedotti", nel peggiore dei modi: violenze domestiche e pubbliche. Mentre gli adulti vanno contro i giovani addossandogli tutti i problemi del vivere la quotidianità, sotto l'indifferenza del mondo stesso. Un mondo che sembra arrivato al limite, al punto di non ritorno, arriva in soccorso il progetto Crys, un centro che aiuta gli individui fragili.
Fumagalli, ha un talento naturale, nel raccontare la vita quotidiana e l'ambivalenza della cultura Tricolore. Il bisogno del soggetto è quello di trovare la sua collocazione in società, ma senza successo, poichè l'uomo non supera lo stallo nel quale si sta assuefando, per cui non riesce a superare i propri problemi. Crys, ha come scopo, una specie di globalizzazione di tutti i casi umani più disperati. Grazie al suo programma sovvenzionato dai privati, dovrebbe trasformare la tragedia umana, in una rivincita sulla vita. Nato come aiuto per uscire dalla vita piatta, riscattarsi e riinserirsi nella società. Il fine ultimo è la felicità, la serenità,  che per i protagonisti del romanzo si produce nella vita quotidiana. Purtroppo il tunnel del baratro della solitudine e dell'emarginazione è capace di far precipitare il più motivato degli umani, ed è qui che entrano in scena individui con intenzioni e parvenze discutibili, ma che si prodigano nel volere dare aiuto. Nel gioco del destino ci sono eventi che decidono la nostra sorte, ci sono  quelli favorevoli che portano benessere, e quegli eventi negativi che distruggono il nostro posto nella partita con la vita. Come il fallimento del lavoro. Non essere all'altezza delle aspettative del mercato del lavoro, che vive per un solo obiettivo e un unico tormento: successo, succdesso. Per la politica del lavoro non esiste altro. L'uomo non riuscendo a tenere il passo diventa un perdente, per ciò sente dentro di sè una rabbia cieca, mentre una "forza" cerca di fagocitarlo. Cos'era diventato? Un fuorigioco, l'epic fail, il flop. Quel bicchiere eternamente mezzo vuoto, un peso. Così con decisione all'improvviso, è stato invitato a sgomberare la sua scrivania, a togliere ogni traccia della sua presenza da quel luogo. Al padre-marito, resta quest'ultima scena in testa abbastanza umiliante e vischiosa, tanto quanto quel sole di una estate torrida, troppo offensiva nei riguardi di un disoccupato che non può permettersi una gita al mare. Erano trascorsi già diversi mesi, ma non era riuscito a trovare nessun lavoro, così si butto sul gioco d'azzardo, pensando che avrebbe potuto smettere quando voleva. Nella sua testa, si era fatto un progetto, voleva vivere dignitosamente e ottenere solo ciò di cui lui e la sua famiglia hanno bisogno. Nel giro di poche settimane, la continua abitudine a scommettere era diventata come una droga. Agli occhi della moglie-madre, non era più il suo principe azzurro, l'uomo che le dava garanzie, un padre affettuoso e presente alle necessità della famiglia.



 Aveva bisogno di una propsettiva esistenziale completamente nuova. Non immaginava che da quella variegata baraonda umana era difficile riemergere.Il paradosso del sistema sociale, entro il quale possono verificarsi situazioni "gravi", è che chi è vittima dell'oppressione finisce per favorire e promuovere il suo stesso sfruttamento. Il romanzo mette in luce un altro aspetto del problema che ci costringe a nutrire serie riserve sulla "libertà". La legge stessa, fa intendere lo scittore sancisce giusta l'ingiustizia più scandalosa. Nella vita di ogni individuo ci sono traguardi da raggiungere, una mèta nella vita. Esistono traguardi di natura materiale, e traguardi di natura spirituale. Solo per l'ingegno umano non esiste un traguardo limitato definitivo. Ogni traguardo è il punto di partenza per il traguardo successivo. Anche la vita di scuola è fatta di tanti traguardi. E' altresì, innegabile il grande progresso tecnico dell'umanità, ed è evidente il suo sviluppo economico, nel nostro paese. Ma di questo colossale sviluppo economico non tutti gli individui, non tutti i popoli, hanno beneficiato in modo euguale. Nella nostra nazione esistono ancora disparità economiche troppo stridenti fra cittadino e cittadino. Spesso i giovani non hanno uno stipendio fisso, non hanno entrate regolari. Quindi si appoggiano al bilancio dei genitori, per soddisfare i propri desideri. Molte volte, per appagare i mille desideri pur di guadagnare molto e presto, abbandonano certi principi di onestà, che dovrebbe essere alla base della nostra vita.  Purtroppo, al rilassamento dei costumi, l'aspirazione legittima al benessere diventa spesso brama di denaro che si serve dei mezzi più illeciti come omicidi, rapine, sequestri di persone, commercio di stupefacenti. Se tutti fossero convinti, che l'interesse del singolo deve essere sempre subordinato all'interesse della comunità e che a ciascuno deve dare un suo positivo contributo all'attività comune, questi mali potrebbero essere evitati. Anche la donna nel corso del tempo ha acquistato consapevolezza di sè. Una donna nuova non più presenza silenziosa al fianco dell'uomo. Una protagonista artefice allo stesso livello, dell'equilibrio tra il Bene e il Male, sacrificando il matrimonio, infatti le chiamano "vedove bianche",  chiudendo i sentimenti dentro un cassetto.
La società non risparmia neanche gli adolescenti, che vengono "sedotti" nel peggiore dei modi: violenze domestiche e pubbliche. Mentre gli adulti vanno contro i giovani, addossandogli tutti i problemi del vivere la quotidianità, sotto l'indifferenza del mondo. Un mondo, che sembra arrivato al limite al collasso, al punto di non ritorno. Lo scrittore si auspica di reagire subito, tempestivamente, perchè Crys è già presente, qui, adesso.