LA FANTASCIENZA
RECENSIONE
Tra i generi letterari che godono del favore del pubblico di
lettori, la fantascienza è uno dei più
recenti. Questo genere letterario ha le sue radici nella narrativa fantastica,
ma la sua nascita è legata all’impetuoso sviluppo scientifico e tecnologico della
nostra epoca. Tra i più importanti precursori del genere fantascientifico
ricordiamo Jules Verne con i suoi romanzi Viaggio
al centro della terra, Dalla terra alla luna, Ventimila leghe sotto i mari e Mary
Shelley con Frankenstein, la cui
“creatura” è stata, in un certo senso, il capostipite della lunga serie di
robot, androidi e cyborg della moderna fantascienza.
Questo genere letterario ha tratto infatti alcuni motivi dal
romanzo d’avventura e dal genere gotico: il fascino, ma anche la paura dell’ignoto,
il desiderio della scoperta, il viaggio verso altri mondi, la lotta contro le
forze della natura, il senso del mistero, il timore di un futuro disumanizzato,
ma anche la fiducia nel progresso e nello sviluppo tecnologico.
Caratteristica fondamentale della letteratura di
fantascienza è l’antinomia tra scienza e morale che in essa si rispecchia. Il
problema del rapporto tra lo sviluppo scientifico, l’esigenza dell’uomo di
conoscere e di modificare la natura e le conseguenze di queste trasformazioni
sul futuro dell’umanità, è profondamente avvertito nella nostra epoca; ed anche
la letteratura di fantascienza lo ha fatto suo e trattato sotto varie forme.
“E’ diventato banale parlare della dipendenza della
fantascienza dalla rivoluzione tecnico-scientifica, ma non è possibile farne a
meno. Il crescente progresso della scienza e della tecnica influenza la vita
quotidiana e le conoscenze di ogni uomo civile. L’attività industriale, che sta
assumendo proporzioni gigantesche, è paragonabile ai grandi sommovimenti
geologici. Il rapporto fra la rivoluzione tecnico- scientifica da un lato e i
mutamenti sociali del nostro tempo, la formazione di nuovi stati indipendenti
dall’altro, ha dato origine ad una situazione singolare: nella vita di una sola
generazione centinaia di milioni di uomini in diverse parti del mondo hanno
avuto per la prima volta la possibilità di servirsi dei benefici del progresso.
Ci sono però elementi contraddittori coi quali bisogna misurarsi. I danni
causati da un’eccessiva urbanizzazione, l’influenza disastrosa sulla natura, la
rottura dell’equilibrio ecologico, non preoccupano oggi solo gli scienziati che
fanno previsioni a lunga scadenza. Il decongestionamento e la ricostruzione
delle grandi città, la difesa dell’ambiente che ci circonda, del mondo animale
e vegetale costituiscono un problema globale. E quanti problemi ancora sono
generati dagli effetti sensibili e dalle prospettive immediate della
rivoluzione tecnico-scientifica! L’uomo non si limita ad adattarsi alle nuove condizioni, ma
le crea. Deriva da qui tutto il complesso dei nuovi rapporti sociali e morali
tra uomo e uomo, fra uomo e società, fra uomo e tecnica, fra uomo e natura. Simili problemi, proiettati nel futuro, costituiscono la
tematica della fantascienza contemporanea che, non a caso, è stata definita
lente di ingrandimento del presente. Ciò che esiste oggi allo stato latente può
svilupparsi domani in forme attraenti o ripugnanti. I paradossi del progresso
tecnico, proiettati col pensiero attraverso il tempo, danno origine a diversi
modelli di un futuro più o meno desiderabile a seconda della visione del mondo soggettiva, della posizione filosofica
e sociale degli autori”.(1.)
( 1)
E. Brandis
– La fantascienza e l’uomo nel mondo
contemporaneo in G. Petronio (a cura di), Letteratura di massa, letteratura di consumo, Bari, Laterza, 1979.
E’ difficile trovare un
criterio accettabile per riordinare la ricchezza e la varietà delle
opere che il genere fantascientifico ha prodotto in meno di un secolo. Mi
sembra però utile, dato lo stretto legame che intercorre tra questo genere e la
realtà sociale in cui esso nasce, dare, se pur a grandi linee, un inquadramento
di tipo storico, cercando di individuare il rapporto tra le tematiche
prevalenti in alcuni racconti e romanzi e il periodo in cui essi sono stati
scritti.
Già Herbert G. Wells ( 1866–1946) nei romanzi La macchina del tempo, L’isola del dottor
Moreau, La guerra dei mondi, alla fine del 1800 trattava alcuni motivi che
sarebbero stati poi variamente ripresi e sviluppati dagli autori del nostro
secolo: viaggi nel tempo, ipotetiche società del futuro, invasione della terra
da parte di extraterrestri visti come nemici da distruggere, creazione di
esseri mostruosi ottenuti con innesti biologici.
Ma la data di nascita ufficiale del genere è il 1926 quando,
negli Stati Uniti, viene pubblicata la prima rivista specializzata di
fantascienza ed è proprio in quell’occasione che viene coniato il termine science fiction, da cui il nostro
fantascienza.
In quegli anni gli scrittori, mossi da una visione molto
positiva dello sviluppo scientifico e da una grande fiducia nelle possibilità
della scienza, tendono a dare alle loro opere un carattere propagandistico e costruiscono
storie piuttosto ingenue in cui protagonisti intellettualmente molto dotati risolvono
i problemi più incredibili che si trovano a dover affrontare.
E’ in questo primo periodo che nasce la space opera, o melodramma spaziale, il cui nome ironicamente si
riferisce ad un contenuto fatto di drammi nello spazio, avventure scontate su
pianeti lontani in cui il terrestre coraggioso e intelligente sconfigge
l’alieno stupido e cattivo.
Ma il tema delle avventure spaziali sarà più tardi
sviluppato da ottimi scrittori del genere che cureranno i particolari tecnici e
la verosimiglianza scientifica, e utilizzeranno l’avventura come pretesto per
indicare suggestive soluzioni tecnologiche e per operare stimolanti riflessioni
filosofiche.
D’altra parte, già intorno agli anni ’40 la fantascienza,
diventata più matura, preferisce costruire le sue storie non più intorno al
personaggio eccezionale che affronta le situazioni più incredibili, ma intorno
ad un’idea, ad un problema, legato in qualche modo a temi e discipline
scientifiche.
Protagonista diventa il futuro con le sue prospettive, i
rischi e i vantaggi che potrebbero portare con sé, in opere caratterizzate da
un maggiore rigore scientifico e dalla consequenzialità logica degli avvenimenti.
Sono questi gli anni migliori per la letteratura di
fantascienza che vede comparire scrittori come Asimov, Heinlein, Van Voght,
Bradbury, ed estende il proprio mercato a un pubblico più vasto e più
qualificato.
Oltre a quello dei viaggi spaziali, della colonizzazione e
dei rapporti con gli altri mondi, viene sviluppato in questo periodo anche il
tema del rapporto uomo-macchina, con la nascita del filone dei robot.
L’esperienza drammatica della seconda guerra mondiale e lo
scoppio della bomba atomica, con le gravi conseguenze che ne derivano per la
vita dell’uomo sulla terra, mettono in crisi i valori tecnologici che stavano
alla base della letteratura di fantascienza e diffondono un senso d’incertezza
e di timore verso il futuro che si riflette nel cosiddetto filone sociologico.
Nelle opere del dopoguerra prendono corpo tendenze sempre
più marcate verso la critica sociale e proposte che vanno in un senso più
umanitario e antitecnologico; appaiono romanzi che vedono l’alieno in modo
diverso, positivo, e parlano di fratellanza cosmica.
Sono di questo periodo anche le opere del filone catastrofico in cui si immagina
che la terra venga distrutta ad opera di eventi di vario genere: si immagina
che altri esseri prendano il sopravvento sul nostro pianeta e che i
sopravvissuti debbano ricostruire faticosamente un nuovo modello di vita,
dovendo lottare con una realtà completamente trasformata.
All’inizio degli anni ’60 si assiste al tentativo di alcuni
scrittori, di “elevare” in un certo senso la narrativa di fantascienza,
legandola al dibattito culturale dell’epoca.
James Ballard, ad esempio, uno dei migliori narratori di
fantascienza contemporanei, nel 1962 in un articolo che divenne famoso,
proponeva addirittura di abbandonare le tradizionali tematiche spaziali e
avventurose per esplorare invece lo “spazio interno” dell’uomo, i suoi processi
psichici.
E’ in questi anni che si sviluppa anche un movimento di
scrittori, la new wave (nuova ondata),
che sperimenta tecniche nuove e particolari modi di scrittura e produzione
dell’immagine.
Questa corrente, al di là delle opere che vennero prodotte,
dimostrava chiaramente l’esigenza, che rimarrà una costante anche nei decenni
seguenti, della fantascienza di rinnovarsi sia da un punto di vista linguistico
che tematico.
Tra i temi nuovi, caratteristici di molte opere degli ultimi
decenni, ci sono quelli della destrutturazione della società, dello
sconvolgimento delle città, della mutazione della specie umana, vista come
necessità per sfuggire ad un declino inarrestabile, dello sconvolgimento
dell’ambiente che, in molti casi, rispecchia lo sconvolgimento psicologico dell’individuo,
della presenza di esseri artificiali che non si distinguono dall’uomo e di
macchine eccezionalmente intelligenti, dell’invadenza delle multinazionali e
dei mass media.
Il panorama attuale è comunque molto vario e difficilmente
inquadrabile in tendenza ben definite.
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