mercoledì 6 dicembre 2017

RECENSIONE - LA FANTASCIENZA - UN PIONIERE JULES VERNE

LA FANTASCIENZA
 

 
 RECENSIONE

Tra i generi letterari che godono del favore del pubblico di lettori, la fantascienza  è uno dei più recenti. Questo genere letterario ha le sue radici nella narrativa fantastica, ma la sua nascita è legata all’impetuoso sviluppo scientifico e tecnologico della nostra epoca. Tra i più importanti precursori del genere fantascientifico ricordiamo Jules Verne con i suoi romanzi Viaggio al centro della terra, Dalla terra alla luna, Ventimila leghe sotto i mari e Mary Shelley con Frankenstein, la cui “creatura” è stata, in un certo senso, il capostipite della lunga serie di robot, androidi e cyborg della moderna fantascienza.

Questo genere letterario ha tratto infatti alcuni motivi dal romanzo d’avventura e dal genere gotico: il fascino, ma anche la paura dell’ignoto, il desiderio della scoperta, il viaggio verso altri mondi, la lotta contro le forze della natura, il senso del mistero, il timore di un futuro disumanizzato, ma anche la fiducia nel progresso e nello sviluppo tecnologico.

Caratteristica fondamentale della letteratura di fantascienza è l’antinomia tra scienza e morale che in essa si rispecchia. Il problema del rapporto tra lo sviluppo scientifico, l’esigenza dell’uomo di conoscere e di modificare la natura e le conseguenze di queste trasformazioni sul futuro dell’umanità, è profondamente avvertito nella nostra epoca; ed anche la letteratura di fantascienza lo ha fatto suo e trattato sotto varie forme.

“E’ diventato banale parlare della dipendenza della fantascienza dalla rivoluzione tecnico-scientifica, ma non è possibile farne a meno. Il crescente progresso della scienza e della tecnica influenza la vita quotidiana e le conoscenze di ogni uomo civile. L’attività industriale, che sta assumendo proporzioni gigantesche, è paragonabile ai grandi sommovimenti geologici. Il rapporto fra la rivoluzione tecnico- scientifica da un lato e i mutamenti sociali del nostro tempo, la formazione di nuovi stati indipendenti dall’altro, ha dato origine ad una situazione singolare: nella vita di una sola generazione centinaia di milioni di uomini in diverse parti del mondo hanno avuto per la prima volta la possibilità di servirsi dei benefici del progresso. Ci sono però elementi contraddittori coi quali bisogna misurarsi. I danni causati da un’eccessiva urbanizzazione, l’influenza disastrosa sulla natura, la rottura dell’equilibrio ecologico, non preoccupano oggi solo gli scienziati che fanno previsioni a lunga scadenza. Il decongestionamento e la ricostruzione delle grandi città, la difesa dell’ambiente che ci circonda, del mondo animale e vegetale costituiscono un problema globale. E quanti problemi ancora sono generati dagli effetti sensibili e dalle prospettive immediate della rivoluzione tecnico-scientifica! L’uomo non si limita ad adattarsi alle nuove condizioni, ma le crea. Deriva da qui tutto il complesso dei nuovi rapporti sociali e morali tra uomo e uomo, fra uomo e società, fra uomo e tecnica, fra uomo e natura. Simili problemi, proiettati nel futuro, costituiscono la tematica della fantascienza contemporanea che, non a caso, è stata definita lente di ingrandimento del presente. Ciò che esiste oggi allo stato latente può svilupparsi domani in forme attraenti o ripugnanti. I paradossi del progresso tecnico, proiettati col pensiero attraverso il tempo, danno origine a diversi modelli di un futuro più o meno desiderabile a seconda della visione del  mondo soggettiva, della posizione filosofica e sociale degli autori”.(1.)

( 1)    E. Brandis – La fantascienza e l’uomo nel mondo contemporaneo in G. Petronio (a cura di), Letteratura di massa, letteratura di consumo, Bari, Laterza, 1979.

E’ difficile trovare un  criterio accettabile per riordinare la ricchezza e la varietà delle opere che il genere fantascientifico ha prodotto in meno di un secolo. Mi sembra però utile, dato lo stretto legame che intercorre tra questo genere e la realtà sociale in cui esso nasce, dare, se pur a grandi linee, un inquadramento di tipo storico, cercando di individuare il rapporto tra le tematiche prevalenti in alcuni racconti e romanzi e il periodo in cui essi sono stati scritti.

Già Herbert G. Wells ( 1866–1946) nei romanzi La macchina del tempo, L’isola del dottor Moreau, La guerra dei mondi, alla fine del 1800 trattava alcuni motivi che sarebbero stati poi variamente ripresi e sviluppati dagli autori del nostro secolo: viaggi nel tempo, ipotetiche società del futuro, invasione della terra da parte di extraterrestri visti come nemici da distruggere, creazione di esseri mostruosi ottenuti con innesti biologici. 

Ma la data di nascita ufficiale del genere è il 1926 quando, negli Stati Uniti, viene pubblicata la prima rivista specializzata di fantascienza ed è proprio in quell’occasione che viene coniato il termine science fiction, da cui il nostro fantascienza.

In quegli anni gli scrittori, mossi da una visione molto positiva dello sviluppo scientifico e da una grande fiducia nelle possibilità della scienza, tendono a dare alle loro opere un carattere propagandistico e costruiscono storie piuttosto ingenue in cui protagonisti intellettualmente molto dotati risolvono i problemi più incredibili che si trovano a dover affrontare.

E’ in questo primo periodo che nasce la space opera, o melodramma spaziale, il cui nome ironicamente si riferisce ad un contenuto fatto di drammi nello spazio, avventure scontate su pianeti lontani in cui il terrestre coraggioso e intelligente sconfigge l’alieno stupido e cattivo.
Ma il tema delle avventure spaziali sarà più tardi sviluppato da ottimi scrittori del genere che cureranno i particolari tecnici e la verosimiglianza scientifica, e utilizzeranno l’avventura come pretesto per indicare suggestive soluzioni tecnologiche e per operare stimolanti riflessioni filosofiche.

D’altra parte, già intorno agli anni ’40 la fantascienza, diventata più matura, preferisce costruire le sue storie non più intorno al personaggio eccezionale che affronta le situazioni più incredibili, ma intorno ad un’idea, ad un problema, legato in qualche modo a temi e discipline scientifiche.

Protagonista diventa il futuro con le sue prospettive, i rischi e i vantaggi che potrebbero portare con sé, in opere caratterizzate da un maggiore rigore scientifico e dalla consequenzialità logica degli avvenimenti.

Sono questi gli anni migliori per la letteratura di fantascienza che vede comparire scrittori come Asimov, Heinlein, Van Voght, Bradbury, ed estende il proprio mercato a un pubblico più vasto e più qualificato.

Oltre a quello dei viaggi spaziali, della colonizzazione e dei rapporti con gli altri mondi, viene sviluppato in questo periodo anche il tema del rapporto uomo-macchina, con la nascita del filone dei robot.

L’esperienza drammatica della seconda guerra mondiale e lo scoppio della bomba atomica, con le gravi conseguenze che ne derivano per la vita dell’uomo sulla terra, mettono in crisi i valori tecnologici che stavano alla base della letteratura di fantascienza e diffondono un senso d’incertezza e di timore verso il futuro che si riflette nel cosiddetto filone sociologico.

Nelle opere del dopoguerra prendono corpo tendenze sempre più marcate verso la critica sociale e proposte che vanno in un senso più umanitario e antitecnologico; appaiono romanzi che vedono l’alieno in modo diverso, positivo, e parlano di fratellanza cosmica.

Sono di questo periodo anche le opere del filone catastrofico in cui si immagina che la terra venga distrutta ad opera di eventi di vario genere: si immagina che altri esseri prendano il sopravvento sul nostro pianeta e che i sopravvissuti debbano ricostruire faticosamente un nuovo modello di vita, dovendo lottare con una realtà completamente trasformata.

All’inizio degli anni ’60 si assiste al tentativo di alcuni scrittori, di “elevare” in un certo senso la narrativa di fantascienza, legandola al dibattito culturale dell’epoca.

James Ballard, ad esempio, uno dei migliori narratori di fantascienza contemporanei, nel 1962 in un articolo che divenne famoso, proponeva addirittura di abbandonare le tradizionali tematiche spaziali e avventurose per esplorare invece lo “spazio interno” dell’uomo, i suoi processi psichici.

E’ in questi anni che si sviluppa anche un movimento di scrittori, la new wave (nuova ondata), che sperimenta tecniche nuove e particolari modi di scrittura e produzione dell’immagine.
Questa corrente, al di là delle opere che vennero prodotte, dimostrava chiaramente l’esigenza, che rimarrà una costante anche nei decenni seguenti, della fantascienza di rinnovarsi sia da un punto di vista linguistico che tematico.

Tra i temi nuovi, caratteristici di molte opere degli ultimi decenni, ci sono quelli della destrutturazione della società, dello sconvolgimento delle città, della mutazione della specie umana, vista come necessità per sfuggire ad un declino inarrestabile, dello sconvolgimento dell’ambiente che, in molti casi, rispecchia lo sconvolgimento psicologico dell’individuo, della presenza di esseri artificiali che non si distinguono dall’uomo e di macchine eccezionalmente intelligenti, dell’invadenza delle multinazionali e dei mass media. 

Il panorama attuale è comunque molto vario e difficilmente inquadrabile in tendenza ben definite.
 

Nessun commento:

Posta un commento