La casa in collina EinaudiET Scrittori
pp. X - 212
€ 11,50 «Un romanzo complesso, molto piú vasto della sua brevità. Di guerra e solitudine, della colpa».
Donatella Di Pietrantonio
Con una nota di Laura Nay e Giuseppe Zaccaria; la cronologia della vita e delle opere.
Il libro
Corrado
è un professore che ogni sera lascia una Torino buia e bombardata per
rifugiarsi sulle colline circostanti. Ma quando la guerra lo raggiunge
fin lí, decide di ritirarsi su altre colline, piú lontane ancora, quelle
in cui è cresciuto. Lungo la strada incontra sparatorie, morti, sangue
umano misto alla benzina fuoriuscita dagli autocarri. L’innocenza è
perduta per sempre e il conforto non può arrivare neppure dalla terra
delle origini, perché niente è piú come prima. Il momento piú alto della
maturità dello scrittore Cesare Pavese, la storia di una solitudine
individuale di fronte all’impegno civile e storico; il superamento
dell’egoismo attraverso la scoperta che ogni caduto somiglia a chi
resta, e gliene chiede ragione. Il romanzo simbolo dell’impegno politico
e del disagio esistenziale di un’intera generazione.
RECENSIONE: CESARE PAVESE - LA SOLITUDINE DELL'INTELLETTUALE.
Donatella Di Pietrantonio
Con una nota di Laura Nay e Giuseppe Zaccaria; la cronologia della vita e delle opere.
Il libro
Corrado è un professore che ogni sera lascia una Torino buia e bombardata per rifugiarsi sulle colline circostanti. Ma quando la guerra lo raggiunge fin lí, decide di ritirarsi su altre colline, piú lontane ancora, quelle in cui è cresciuto. Lungo la strada incontra sparatorie, morti, sangue umano misto alla benzina fuoriuscita dagli autocarri. L’innocenza è perduta per sempre e il conforto non può arrivare neppure dalla terra delle origini, perché niente è piú come prima. Il momento piú alto della maturità dello scrittore Cesare Pavese, la storia di una solitudine individuale di fronte all’impegno civile e storico; il superamento dell’egoismo attraverso la scoperta che ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione. Il romanzo simbolo dell’impegno politico e del disagio esistenziale di un’intera generazione.
L'opra di Cesare Pavese (1908-1950), che per certi aspetti è stata letta in chiave di Realismo e di Neorealismo, è soprattutto volta a cogliere nel vissuto e nella realtà le forme archetipe che la trascendono. Lungi quindi da un realismo documentario, la sua narrativa, come quella di Vittorini, si configura quale ricerca di dimensioni mitiche. Pavese è uno scrittore essenzialmente lirico che assorbe le esperienze del Decadentismo inserendosi su un piano europeo.
La sua tematica di fondo è il mito dell'infanzia, età ideale e perduta.
I suoi personaggi e ambienti, pur definendosi in modo apparentemente oggettivo, sono invece filtrati dallo stato d'animo lirico dell'autore, attratto soprattutto dalla realtà lontana della sua collina e della sua infanzia.
Il protagonista è solo e svincolato dalla società e dalla storia, sradicato dal proprio mondo: vive soltanto di echi assopiti del passato che vengono a tratti risvegliati.
La condizione dello sradicato lo porta inevitabilmente alla solitudine, all'incomunicabilità, per cui gli unici legami che gli restano sono il ricordo, il paese, il mondo della sua infanzia.
In questa visione, pertanto, l'arte non può essere registrazione o naturalistica rappresentazione dei fatti, ma avrà il compito di recuperare il mondo mitico primigenio che è in ciascuno di noi e che si è formato al nostro primo contatto col mondo. Niente infati, può dare al personaggio pavesiano, tranne la natura colta attraverso fugaci sensazioni, le emozioni della prima età, nemmeno quando la realtà è quella della guerra, come nel romanzo La casa in collina.
In esso c'è tutta la tematica della narrativa di Pavese: la solitudine, l'amore, la collina, la città, la storia e la politica. Ma il protagonista è ancora un inadatto alla vita: intellettuale inquieto, contemplativo, non riesce a partecipare alla lotta partigiana. E le immagini della morte, i giorni tragici della guerra civile, gli fanno sentire come colpa e vergogna i limiti della solitudine dell'intellettuale.
Il personaggio raggiunge la sua altezza poetica in questa sua progressiva catarsi. E la sua novità consiste in questo suo guardarsi dolorosamente e riconoscersi nella sua limitatezza e aprire lo sguardo alle sofferenze che coesistono nella quiete della campagna.
RECENSIONE: LA CASA IN COLLINA by CESARE PAVESE - EINAUDI
Alla luce
della realtà odierna, interpretare questa altissima pagina di Pavese,
il suo esame di coscienza, le sue riflessioni sulla guerra e la sua
conclusione. Soprattutto nelle ultime pagine del romanzo in cui "l'io
narrante", che si guarda vivere, scopre il tormento del drammatico
scontro fra il dovere di agire e l'intima disposizione alla
contemplazione; ma soprattutto si pone l'inquietante interrogativo sul
significato della guerra civile e dei morti.