venerdì 30 aprile 2021

RECENSIONE: CESARE PAVESE - LA SOLITUDINE DELL'INTELLETTUALE - RECENSIONE: LA CASA IN COLLINA by CESARE PAVESE - EINAUDI


La casa in collina 
Einaudi
ET Scrittori
pp. X - 212
€ 11,50
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
«Un romanzo complesso, molto piú vasto della sua brevità. Di guerra e solitudine, della colpa».
Donatella Di Pietrantonio

Con una nota di Laura Nay e Giuseppe Zaccaria; la cronologia della vita e delle opere.

Il libro 

Corrado è un professore che ogni sera lascia una Torino buia e bombardata per rifugiarsi sulle colline circostanti. Ma quando la guerra lo raggiunge fin lí, decide di ritirarsi su altre colline, piú lontane ancora, quelle in cui è cresciuto. Lungo la strada incontra sparatorie, morti, sangue umano misto alla benzina fuoriuscita dagli autocarri. L’innocenza è perduta per sempre e il conforto non può arrivare neppure dalla terra delle origini, perché niente è piú come prima. Il momento piú alto della maturità dello scrittore Cesare Pavese, la storia di una solitudine individuale di fronte all’impegno civile e storico; il superamento dell’egoismo attraverso la scoperta che ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione. Il romanzo simbolo dell’impegno politico e del disagio esistenziale di un’intera generazione.

RECENSIONE: CESARE PAVESE - LA SOLITUDINE DELL'INTELLETTUALE.

L'opra di Cesare Pavese (1908-1950), che per certi aspetti è stata letta in chiave di Realismo e di Neorealismo, è soprattutto volta a cogliere nel vissuto e nella realtà le forme archetipe che la trascendono. Lungi quindi da un realismo documentario, la sua narrativa, come quella di Vittorini, si configura quale ricerca di dimensioni mitiche. Pavese è uno scrittore essenzialmente lirico che assorbe le esperienze del Decadentismo inserendosi su un piano europeo.

La sua tematica di fondo è il mito dell'infanzia, età ideale e perduta.

I suoi personaggi e ambienti, pur definendosi in modo apparentemente oggettivo, sono invece filtrati dallo stato d'animo lirico dell'autore, attratto soprattutto dalla realtà lontana della sua collina e della sua infanzia.

Il protagonista è solo e svincolato dalla società e dalla storia, sradicato dal proprio mondo: vive soltanto di echi assopiti del passato che vengono a tratti risvegliati.

La condizione dello sradicato lo porta inevitabilmente alla solitudine, all'incomunicabilità, per cui gli unici legami che gli restano sono il ricordo, il paese, il mondo della sua infanzia.

In questa visione, pertanto, l'arte non può essere registrazione o naturalistica rappresentazione dei fatti, ma avrà il compito di recuperare il mondo mitico primigenio che è in ciascuno di noi e che si è formato al nostro primo contatto col mondo. Niente infati, può dare al personaggio pavesiano, tranne la natura colta attraverso fugaci sensazioni, le emozioni della prima età, nemmeno quando la realtà è quella della guerra, come nel romanzo La casa in collina.

In esso c'è tutta la tematica della narrativa di Pavese: la solitudine, l'amore, la collina, la città, la storia e la politica. Ma il protagonista è ancora un inadatto alla vita: intellettuale inquieto, contemplativo, non riesce a partecipare alla lotta partigiana. E le immagini della morte, i giorni tragici della guerra civile, gli fanno sentire come colpa e vergogna i limiti della solitudine dell'intellettuale.

Il personaggio raggiunge la sua altezza poetica in questa sua progressiva catarsi. E la sua novità consiste in questo suo guardarsi dolorosamente e riconoscersi nella sua limitatezza e aprire lo sguardo alle sofferenze che coesistono nella quiete della campagna.

RECENSIONE: LA CASA IN COLLINA by CESARE PAVESE - EINAUDI 

Alla luce della realtà odierna, interpretare questa altissima pagina di Pavese, il suo esame di coscienza, le sue riflessioni sulla guerra e la sua conclusione. Soprattutto nelle ultime pagine del romanzo in cui "l'io narrante", che si guarda vivere, scopre il tormento del drammatico scontro fra il dovere di agire e l'intima disposizione alla contemplazione; ma soprattutto si pone l'inquietante interrogativo sul significato della guerra civile e dei morti.


giovedì 22 aprile 2021

RECENSIONE - IQ84 by MURAKAMI HARUKI - EINAUDI

1Q84

E' un viaggio irrinunciabile negli errori umani. E quasi mai la bellezza nascosta è un catalogo di perfezioni; somiglia piuttosto a un bouquet di errori.

EINAUDI

2014
Super ET
pp. 1170
€ 26,00

Il libro

Tokyo, 1984. Aomame è spietata e fragile. È un killer che in minigonna e tacchi a spillo, con una tecnica micidiale e invisibile, vendica tutte le donne che subiscono una violenza. Tengo è un ghost writer che deve riscrivere un libro inquietante, pericoloso come una profezia. Persi sotto un cielo ostile in cui brillano due lune, entrambi si giocano la vita in una storia che sembra destinata a farli incontrare.
Mai come in 1Q84 Murakami ha esplorato i nostri incubi per dare vita a un mondo cosí personale, onirico e malinconico, in cui nessuna realtà parallela ripaga per la nostalgia di un’amicizia d’infanzia, per un amore mancato.

***

«Chiunque può raccontarci una storia che somiglia a un sogno, ma sono rari gli artisti che, come Murakami, ci convincono che siamo noi a sognarlo».
«The New York Times Book Review»

«Un’impresa grandiosa: dentro c’è tutto ciò che ci aspettiamo da un capolavoro».
«San Francisco Chronicle»

«Al caos e alla futilità del mondo Murakami trova un antidoto teneramente antiquato: l’amore».
«Corriere della Sera»

«1Q84 sta a Murakami come il White Album sta ai Beatles o come 2001: Odissea nello spazio sta a Kubrick».
«L’Indice dei libri del mese»



RECENSIONE 

 

E' un romnzo capolavoro che ha dominato le classifiche delle librerie. Haruki racconta la storia di un uomo e di una donna che si innamorano e finiscono nel lato oscuro della Luna. Ed è infatti, la storia di un amore di un uomo, oppresso e depresso per via di com'è il mondo, conduce un'esistenza grigia, priva di aneliti di riscatto. Un giorno incontra una rgazza sensuale e piena di vitsa, così sensuale da far presagire un pericolo. Un pericolo che in effetti c'è. I due si innamorano. Così sconfinano nel lato oscuro, il lato nascosto, dove tutte le cose si mostrano in una luce diversa, soffusa, dove si celano spietate certezze del mondo così com'è o come si pretende che sia. La storia non ha un lieto fine. Il loro resta un amore mancato,  perchè spingersi nel lato oscuro non è mai impresa da poco. Ma dovevano comunque tentare. Senza quello sconfinamento, anche il semplice slancio amoroso sarebbe stato impensabile. Ed è proprio questa la parte più bella della storia, la più toccante e umana: il tentativo (non importa se fallito), di reinventare il mondo. 

L'uomo è un giovane insegnante di matematica, Tengo è oppresso e depresso. Aspira a relazziare sogni letterari, ma il massimo che ottiene è un ingaggio, come ghostwriter. La ragazza è sensuale e piena di vita, Aomame, è invece un'assassina prezzolata. La sua soecialità consiste nell'infilare un ago nella nuca della vittima, in modo da procurare un arresto cardiaco. Un tempo, da bambii, Tengo e Aomame si conoscevano. Ora sono lontani. Vivono im mondi diversi. Nel 1984, lui. Nel 1q84, lei. Forse il mondo di lei è una fantasia di lui, una introspezione del personaggio che Tengo sta scrivendo. Nel mondo di Murakami le cose sono come scatole che ne contengono altre all'interno. La cosa che si nota che un amore perduto conduca a un ritrovato amore.

Non è comunque, un romanzo di specchi, di doppi, di mondi paralleli, bensì di porte, di vie d'accesso, di vasi che ci mettono in comunicazione con un qualcosa che, pur nuovo e inesplorato, era già qui, nascosto in noi. Tuttavia il romanzo non è perfetto. Molto prolisso, a ripetute ripetizioni e chiarimenti superflui. Nonostante ciò, malgrado i suoi difetti, è un romanzo che sta suscitano interesse. Forse perchè è libero e sincero. 

Murakami è un maratoneta, una sorta di trance in cui la soffrenza fisica, diventa un fiume, diventa una corrente, il fiume lungo il quale, come una barca, scorre il corpo. 1Q84 sembra scritto in uno stato simile, accettando che gli sbandamenti, inevitabili come lo è il dolore quando si corre, sono anche la chiave che apre la porta del lato oscuro, la bellezza che dorme in noi.

venerdì 16 aprile 2021

POST - SPLENDI COME VITA by MARIA GRAZIA CALANDRONE - PONTE ALLE GRAZIE

 La donna che non coincide con la madre


Maria Grazia Calandrone

Splendi come vita

PONTE ALLE GRAZIE

Genere: Narrativa italiana

Collana: SCRITTORI

Pagine: 224

Prezzo: 15.50 € 

 

Il libro

Storia del tormentato amore fra una madre adottiva e sua figlia.

Splendi come vita fa quello che fa la letteratura alla sua massima potenza: ridà vita a ciò che non c'è più, illuminando di riflesso la vita del lettore. Ma lasciamo che a parlarne sia l'autrice.

«Splendi come vita è una lettera d’amore alla madre adottiva. È il racconto di una incolpevole caduta nel Disamore, dunque di una cacciata, di un paradiso perduto. Non è la storia di un disamore, ma la storia di una perdita. Chi scrive è una bambina adottata, che ama immensamente la propria madre. Poi c’è una ferita primaria e la madre non crede più all’amore della figlia. Frattura su frattura, equivoco su equivoco, si arriva a una distanza siderale fra le due, a un quotidiano dolore, a un quotidiano rifiuto, fino alla catarsi delle ultime pagine. Chi scrive rivede oggi la madre con gli occhi di una donna adulta, non più solo come la propria madre, ma come una donna a sua volta adulta, con la sua storia e i suoi propri dolori e gioie. Quando si smette di vedere la propria madre esclusivamente come la propria madre, la si può finalmente “vedere” come essere separato, autonomo e, per ciò, tanto più amabile».
Maria Grazia Calandrone


 

mercoledì 14 aprile 2021

PICCOLI LETTORI A CACCIA DI MONDI SELVATICI.

 



Buongiorno. I giovani lettori vanno in cerca di belle storie, ben raccontate e poco addomesticate, che detta così sembra una banalità, ma non lo è. Perchè il mercato editoriale per ragazzi, che vive anche e soprattutto grazie alle scuole e ai libri scelti non direttamente dai giovanissimi lettori ma, piuttosto da genitori, nonni, zii, educatori e insegnanti, produce una quantità importante di testi che più che alla selvatichezza della letteratura sembrano badare ai temi da trattare - dal bullismo al razzismo alle questioni di genere - oppure, si occupano di anniversari, di fatti storici, di personaggi edificanti.

Di per sè non c'è niente di male in tutto questo, anzi. Non c'è niente di male finchè, questa valanga di testi non finisce per andare a detrimento di una letteratura che, come quella per adulti, ha bisogno di grminare da cortocircuiti che non siano strettamente didattici o da urgenze che non siano meramente pedagogiche. 

Parlano di <<storie poco addomesticate>>, vengono in mente personaggi come Pippi Calzelunghe, ragazzina anticonformista nata dlla penna rivoluzionaria della scrittrice svedese Astrid Lindgren. Che una volta disse:<<I bambini leggono i libri, non le recensioni. Se ne fregano delle opinioni dei critici. Non leggono per trovare la propria identità e non sanno che farsene della psicologia. Amano le storie interessanti, non i commentari e le note a piè di pagina. E quando il libo è noioso sbadigliano senza pudore, senza preoccuparsi dell'autorità>>.

I giovani lettori sono diversi. Come scrive Nadia Terranova in un libretto intitolato Un'idea di infanzia. Libri, bambini e altra letteratura, pubblicto dall'editore Italo Svevo, <<non esistono libri per ragazzi che piacciono a tutti i ragazzi come non esistono libri per adulti che piacciono a tutti gli adulti>>.

Più libri più liberi fa della bibliodiversità una bandiera e una vocazione. Nelle librerie e negli stand e nelle biblioteche, si celano racconti meravigliosi, anarchici e imprevedibili, che stupiscono e che spaventano, che mirano a ribaltare il tavolo per rimetterlo poi in ordine, un ordine nuovo, e più consapevole. Lasciamo che bambini e ragazzi in giro per le librerie, stand e biblioteche in cerc della lettura del cuore.

martedì 13 aprile 2021

Post: Ti metti in gioco? O sei solo una meteora? Idea per un Video o una Reel. La tua idea di felicità? La città in cui vorresti vivere? Il tuo peggior difetto?La qualità che preferisci in un uomo? Il tuo stato d'animo attuale?

Buongiorno. Oggi ti propongo delle domande semplicissime, dalle quali puoi facilmente rispondere con un video o una Reel. Sei pronto/a a metterti in gioco? O sei solo una meteora?


 

Le domande sono: La tua idea di felicità?

                               La città in cui vorresti vivere?

                               Il tuo peggior difetto?

                               La qualità che preferisci in un uomo?

                               Il tuo stato d'animo attuale?


lunedì 12 aprile 2021

SCUOLA SENZ'ARTE.

 

Scuola senz’arte. L’arte si vendica. La cultura visiva resta cenerentola dei programmi. Mentre le mostre vengono snobbate ed i libri riempiono le vetrine dedicati alle arti figurative. Se c’è una prova dell’inutilità della scuola come fucina dei moderni consumi culturali, è questa. Perché la storia dell’arte continua a essere la grande negletta nei programmi scolastici, un riempitivo più che un impegno autentico. E le file alle mostre sono la sua vendetta. Deborda l’immancabile retorica sull’immenso patrimonio di cui l’Italia sarebbe custode ma, nella scuola, la storia dell’arte, che dovrebbe fornirci le chiavi culturali per decifrarne il significato, stazione stabilmente nell’irrilevanza. Persino la venerabile e antiquata riforma ormai, obsoleta Gentile, che pure consacrava le materie umanistiche come cuore pulsante nella formazione della classe dirigente, ha relegato la storia dell’arte nella desolazione degli orari di nicchia. A scuola la parola scritta ha sempre goduto di un’indiscussa supremazia sull’immagine, sulle forme delle arti visive, sui colori, sulle geometrie espressive. Interminabili discussioni sulla permanenza dell’insegnamento del latino, proteste per la condizione di ignoranza inflitta agli studenti nei confronti della storia più recente, ma sul triste destino della storia dell’arte siamo sempre fiacchi e svogliati. Gli studenti di chissà quante generazioni: conservano memoria dell’ora di storia dell’arte come di una parentesi quasi vacanziera, la coda rilassante di una faticosa mattinata, possibilmente da disertare, come l’ora di religione o di ginnastica. La storia dell’arte viene vissuta come l’ultima ruota del carro, collocata nel gradino più basso delle materie umanistiche. Oggi, la condizione miserevole in cui a scuola versa la storia dell’arte è identica.

POST LIBRI

 Buongiorno. Non sono sparita. Sto scrivendo.