sabato 18 marzo 2023

RECENSIONE "POESIE" DI FILIPPO MARINETTI - EINAUDI. Camminare per guarire i mali dell’animo di Armando Torno - MARIETTI 1820

 

Filippo Tommaso Marinetti

Di Filippo Tommaso Marinetti (Alessandria d'Egitto 1876 - Bellagio, Como, 1944)Einaudi ha pubblicato le Poesie a Beny(«Collezione di poesia», 1991). Sua è inoltre la traduzione ai Versi e prose di Stéphane Mallarmé («Collezione di poesia», 1987).

«Occorre forse scegliere queste parole ad una ad una con cura...»

1991
Collezione di poesia
pp. 84
€ 4,39
ISBN 9788806121631
Traduzione di

 

Il libro

Del tutto inedita sino al 1971, questa sequenza di poesie di Marinetti ha piú di una ragione per destare sorpresa. Intanto l’occasione dei singoli componimenti: offrire via via, in circostanze diverse, alla moglie Benedetta, un dono non solo affettivo, ma squisitamente creativo e poetico. Poi, l’uso del francese, cioè della lingua della prima stagione di Marinetti, qui recuperata come elemento di intimità espressiva.
Le Poesie a Beny, composte tra l’inizio degli anni ’20 e il 1938, mettono dunque il lettore a parte di un dialogo di varia intonazione fra Marinetti e la compagna della sua vita: dai primi incontri, alla nascita delle figlie, dai soggiorni a Capri o a Levanto, a viaggi, o ad altre occasione private.
Diario d’amore, vivido e intenso, questo libro consente un diverso discorso su Marinetti: lascia intravedere che l’immagine «ufficiale» dello scrittore ha alle sue spalle un retroterra umano e poetico ben diversamente atteggiato. L’ebbrezza libera e felice, la stessa sensualità di queste pagine sono di tutt’altra marca da quelle piú esibite: vi circola un’eco della pesia d’inizio secolo, mai del tutto spenta neppure nel pieno dell’avventura futurista.

RECENSIONE

Camminare per guarire i mali dell’animo

di Armando Torno

“Camminare” realizzata da Alessandro Pugliese per Marietti 1820 (pp. 104, euro 9,5 0).

  • Argomenti
  • Henry David Thoreau
  • Camminare
  • Karl Barth
  • Luigi Santucci
  • Marina Corradi

“Da quando ho imparato a camminare - ebbe a scrivere Friedrich Nietzsche - mi piace correre”. Oggi, è il caso di aggiungere in margine a questa non modesta frase, bisognerebbe smettere di correre per ricominciare a camminare.
Henry David Thoreau (1817-1862), uno dei protagonisti del “Rinascimento americano”, all'antico verbo “camminare” ha dedicato un piccolo libro. O meglio, ha scritto una raccolta di considerazioni meditate durante le sue escursioni nei boschi o in altri ambienti naturali o selvaggi. Ne è nato quasi un diario delle sue esperienze di vita nella natura.
Camminare significa per Thoreau mettersi alla ricerca di quella parte del creato rimasto intatto, che è in grado di guarire i mali dell'animo. Significa inoltre riscoprire quella libertà dell'uomo che la vita in società tende a minare, corrompere se non a cancellare.

Camminare è combattere la fretta, la frenesia che ci tormenta, rinunciare alla lotta che gli impegni scatenano contro il nostro tempo. La stessa armonia si può conoscere soltanto affidandosi alle gambe e rinunciando a questi accidenti. L'ansia e i malesseri si possono vincere anche imparando a vagabondare.
“Walking” - così il titolo originale - nacque dal testo di una conferenza tenuta da Thoreau per la prima volta al Concord Lyceum il 23 aprile 1851; per ragioni che non è difficile immaginare, divenne presto il suo testo preferito e fu progressivamente da lui ampliato.
Sono pagine nelle quali il simbolismo legato all'escursione si trasforma in modello di vita: l'anelito al movimento è anche desiderio di liberazione. Camminare diventa persino elevazione spirituale, libertà, itinerario che conduce verso la purezza (o a quella che tale riteniamo).
Un saggio breve e folgorante, che ora possiamo definire profetico, in cui si cerca l'esistenza di un mondo incontaminato, oggi in estinzione: “Posso agevolmente camminare - scrive Thoreau – per dieci, quindici, venti, per qualsiasi numero di chilometri partendo dall'uscio di casa mia, senza incontrare nessun'altra abitazione, senza attraversare una strada se non quella battuta dalla volpe e dal visone…”.
Non mancano traduzioni italiane di questo delizioso libretto, anzi forse è uno dei titoli più disponibili nel nostro mercato della letteratura americana. Una nuova riproposta va comunque salutata con interesse: è ora uscita, con una nota di Marina Corradi, la traduzione di “Camminare” realizzata da A lessandro Pugliese per Marietti 1820 (pp. 104, euro 9,5 0).
E' il caso di aggiungere che questo titolo fa parte di una nuova collana della rinata Marietti 1820, “Le madrepore”, dove si alternano testi come questo o inediti di Luigi Santucci; oppure riproposte di Karl Barth o di altri autori, tra novità e ristampe. Quest'ultime, tra l'altro, data l'aria che tira, si possono considerare anche vere scoperte.

 

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