La storia si svolge a Itaca, il tempo è quello del mito; ogni notte la
tela, come una quinta teatrale, unisce e separa, incessantemente. Più
ossessione che pazienza. Tre personaggi si muovono in questo romanzo
breve e intenso di Maria Grazia Ciani. Penelope, Antinoo e Ulisse. Non
ombre, ma corpi. Corpi che esitano. Penelope è rimasta, Antinoo è
arrivato, Ulisse è tornato. Penelope l’ha aspettato. Ma l’attesa, più
che un tempo, si è rivelata uno spazio, e lo spazio è stato occupato da
Antinoo, principe e pretendente. Che cosa succede quando l’ospite si
sostituisce all’atteso? Che cosa accade ai miti, a Penelope e Ulisse, e a
noi? Dell’uomo Ulisse sappiamo molto, della donna Penelope – che se ne
sta, impenetrabile e irraggiungibile, a guardia della fedeltà coniugale –
assai meno. Eppure, quando Ulisse parte, lei non ha nemmeno vent’anni, e
come tutti, a un certo punto, dovrà pure aver cercato un sorriso... Con
una scrittura nitida ed esatta, sensuale, riprendendo e ampliando una
versione narrata da Apollodoro, Maria Grazia Ciani, grecista e
traduttrice dell’Odissea, ci regala una Penelope inedita e segreta,
attraverso il volto, i gesti e il desiderio di una delle figure più
celebri e affascinanti della mitologia.
Come ci si trasforma in persone adatte al mondo, capaci di capire se
stesse, di capire gli altri, capaci di amare qualcuno e di essere amate?
Come si sopravvive a un abbandono? E come si governa una perdita?
Soprattutto, cosa significa essere liberi? Le risposte che Annalisa De
Simone immagina attraverso i romanzi di Jane Austen e le sue eroine –
Lizzy Bennet, Fanny Price, Anne o Emma –, attraverso gli eroi delle sue
storie e gli antieroi – come Mr Darcy e George Wickham –, hanno a che
fare con la misura dell’essere adulti: inciampare per poi ricredersi dei
propri errori, subire lo sguardo impietoso degli altri, che sempre
precede uno stato di coscienza, e imparare a cavarsela fra i pieni e i
vuoti della vita. Se pure non si può ambire al “vissero felici e
contenti”, che si trovi almeno un piccolo – anche fugace – rimedio al
tran tran malinconico in cui vanno a immergersi i nostri giorni, perché è
fra il sempre e il mai che scorre la vita di ognuno di noi. Con uno
sguardo profondo, una scrittura agile e aneddoti esilaranti, Annalisa De
Simone, giovane scrittrice, racconta la sua passione vecchissima per
Jane Austen.
Ritorno all'isola
1° ed.
2019
978-88-297-0082-0
Sono i giorni più bui e più freddi dell’anno, il Natale è alle porte e
una fitta bufera di neve si abbatte sulle spiagge e le strade vuote
dell’isola di Sandhamn, nell’arcipelago di Stoccolma. Il mattino del
giorno di Santo Stefano, non lontano dal celebre hotel Seglar addobbato a
festa, viene trovato il corpo congelato di una donna, presumibilmente
morta assiderata. Dalle prime ricerche, risulta che la vittima era
Jeanette Thiels, una nota corrispondente di guerra, più volte minacciata
per i suoi articoli di denuncia sui crimini commessi nelle zone
lacerate dai conflitti, oltre che per le sue inchieste sui movimenti
xenofobi in Svezia. È davvero stato un incidente? Dalla sua stanza
d’albergo manca il computer, e qualcuno ha chiaramente frugato tra le
sue cose: non potrebbe essersi trattato piuttosto di un delitto
politico? Oppure di una vendetta contro la giornalista per qualche sua
parola di troppo? A indagare è l’ispettore Thomas Andreasson, costretto a
lasciare la moglie e la figlia di pochi mesi proprio nei giorni di
festa. Intanto, Nora Linde, avvocato e sua amica da sempre, deve
affrontare problemi molto diversi: la sua integrità professionale è in
discussione e lei, messa con le spalle al muro, deve capire fino a che
punto la carriera conti davvero nella sua esistenza. Sullo sfondo del
tempestoso scenario dell’inverno nordico, l’indagine di Thomas tra
l’isola e la capitale cerca di andare a fondo nella vita di una donna
coraggiosa che, a quanto sembra, non era stata capace di offrire a chi
le era vicino la stessa dedizione riservata al lavoro. Più l’ispettore
impara a conoscerla, più il ritratto di Jeanette si fa complesso,
lasciando emergere speranze disattese e vicende messe a tacere, che per
qualcuno sono ancora una minaccia.
L'aula vuota
Come l'Italia ha distrutto la sua scuola
1° ed.
2019
978-88-297-0029-5
Grazie non poco alla sua scuola – in particolare grazie alle sue
maestre che per prime affrontarono l’ignoranza nazionale – l’Italia del
Novecento, partita da condizioni miserabili, arrivò a essere tra le
principali economie del mondo. Ma oggi quella stessa scuola è lo
specchio del declino del paese. Abbandonata dalla politica con la scusa
dell’«autonomia», essa appare sempre più dominata dal conformismo
intellettuale, da un’inconcludente smania di novità e da un burocratismo
soffocante che ne stanno decretando la definitiva irrilevanza sociale.
Ernesto Galli della Loggia cerca di comprenderne le ragioni sullo
sfondo della nostra storia indagando le origini e l’impatto, deludente
quando non distruttivo, che hanno avuto le riforme succedutesi negli
ultimi decenni e smontando le interpretazioni più convenzionali su cosa
fecero o dissero veramente personaggi chiave come Giovanni Gentile e don
Lorenzo Milani.
Chi l’ha detto che cambiare sia sempre meglio di conservare? E che la
prima cosa sia necessariamente di sinistra e la seconda di destra? Il
libro mette sotto accusa i miti culturali responsabili della crisi
attuale: l’immagine a tutti i costi negativa dell’autorità, l’obbligo
assegnato alla scuola di adeguarsi a ciò che piace e vuole la società
(dal digitale al disprezzo per il passato), la preferenza del «saper
fare» sul sapere in quanto tale, la didattica «attiva» e di gruppo.
Altrettanti ideologismi che sono serviti a oscurare il ruolo
dell’insegnante, la misteriosa capacità che dovrebbe essere la sua di
trasmettere la conoscenza e con essa di assicurare un futuro al nostro
passato.
Freud
Sette lezioni sulla psicoanalisi
1° ed.
2019
978-88-297-0091-2
Lo psichiatra che più di tutti ha esplorato e descritto le
contraddizioni del mondo moderno affronta una nuova sfida: un «viaggio
immaginario nella testa di Freud». Vittorino Andreoli ci riporta nella
Vienna di fine Ottocento, per poi attraversare il Novecento e arrivare
ai giorni nostri, alla ricerca delle radici di concetti e riflessioni
che hanno profondamente influenzato il nostro modo di guardare alla
storia dell’uomo e del suo comportamento. Con il tono della divulgazione
scientifica, le vicende del padre della psicoanalisi vengono ripercorse
in sette tappe: dai fondamenti della teoria – psiche, sessualità,
inconscio, rimozione, complesso di Edipo, libere associazioni –, ai
pilastri della tecnica psicoanalitica, dai sogni ai casi specifici, dal
transfert alle critiche, iniziali e più recenti, fino al rapporto con la
psichiatria e al tentativo di individuare quel che resta della sua
eredità e cosa invece si può serenamente abbandonare. Nella
consapevolezza che, per quanto il risultato dell’indagine porti a dubbi
fondati, si tratta di una figura cardine della cultura moderna: «Non so
quante guarigioni si possano attribuire alla psicoanalisi freudiana, non
so se Dora sia stata felice dopo l’analisi, ma certo, al di là dei
risultati terapeutici, Freud ha offerto un’idea capace di sconvolgere il
modo di pensare di un’epoca».
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