Care lettrici e cari lettori,
vi presentO le due novità di questa settimana, da ieri disponibili in libreria.
Buona lettura! |
Juli Zeh L'ANNO NUOVO
Henning
ha una quarantina d’anni ed è sposato con Theresa, con la quale ha due
figli. La famiglia sta trascorrendo le
vacanze di Natale sull’isola di Lanzarote, dove il vento impetuoso
spazza via tutti i pensieri e il sole accecante allontana lo stress
quotidiano. Henning si ripete di essere un uomo fortunato: vive in un
bell’appartamento di Gottinga, lavora per una casa
editrice, ha una famiglia felice. Nonostante ciò, da alcuni mesi soffre
di attacchi di panico. Non è sereno, non riesce a dormire, litiga in
continuazione con la moglie, che lo esorta a comportarsi «come un uomo,
un uomo che io possa amare». Il mattino del
primo giorno dell’anno, durante un’escursione in bicicletta verso uno
dei punti più alti dell’isola, quel malessere torna a fargli visita. A
soccorrerlo è Lisa, un’artista tedesca che lo invita a casa sua
offrendogli acqua e cibo. Dettaglio dopo dettaglio,
la casa della donna gli appare sempre più familiare, una strana
sensazione di déjà-vu comincia a farsi strada nella sua mente e, quando
Lisa gli mostra un pozzo nel giardino, quella che sembrava una strana
suggestione si trasforma in certezza: in quella casa
c’è già stato, tanto tempo fa. E poco alla volta tornano a galla i
ricordi di un’esperienza terrificante vissuta fra quelle mura,
un’esperienza che lo ha segnato per sempre.
Un tranquillo viaggio in famiglia a Lanzarote che si trasforma in un incubo: con una parabola vertiginosa, L’anno nuovo racconta la storia di un uomo in crisi d’identità e di due bambini che nel bel mezzo di una vacanza paradisiaca si ritrovano all’inferno. L’ultimo romanzo di Juli Zeh, all’uscita subito al primo posto nelle classifiche tedesche, conferma lo straordinario talento dell’autrice.
«Il thriller e l’analisi sociale sono interconnessi in maniera tanto efficace da rendere L’anno nuovo forse
il miglior libro di Juli Zeh».
«Süddeutsche Zeitung»
«Con una penna leggera, Juli Zeh combina un’intelligente riflessione sul ruolo dell’uomo moderno al cupo racconto
di un trauma infantile che si trasforma in un thriller psicologico».
«Der Tagesspiegel» |
Léo Malet
NESTOR BURMA E LA BAMBOLA
Tempi
duri per Nestor Burma: le casse dell’Agenzia Fiat Lux sono
drammaticamente vuote e la pioggia primaverile rende
Parigi sempre più cupa. Così, fiutata la possibilità di un mistero, il
detective privato si reca di nascosto presso un’isolata villa di
Boulogne, dove sarà l’involontario e sbigottito testimone di una strage,
messa in atto da un losco individuo dal volto deturpato.
La vittima, tale Mauffat, sembra essere a sua volta un personaggio poco
raccomandabile: un ex medico radiato dall’ordine, che custodiva nella
propria cassaforte mazzette di banconote e bottiglie di benzina… A
complicare le cose si aggiunge il fatto che Mauffat
venga anche considerato il responsabile della morte della giovanissima
Yolande Bonamy, deceduta in seguito a un aborto mal praticato: ad
accusare l’ex medico sono i nonni della ragazza, che, in mancanza di
prove concrete, affideranno al protagonista il compito
di incastrare l’assassino rimasto impunito. Ma come fare, ora che
l’assassino stesso è stato a sua volta brutalmente assassinato? Ancora
una volta toccherà a Nestor Burma risolvere l’intrigo, muovendosi tra
sicari prezzolati, locali a luci rosse, chanteuses
decadute e “bambole”, reali o sognate… E sarà proprio una “bambola” la chiave per decifrare il mistero.
Nestor Burma torna in libreria, pronto a riconquistare i lettori con l’irriverenza e l’umanità che lo contraddistinguono, espresse al loro meglio in questa nuova avventura, finora inedita in Italia.
Nestor Burma torna in libreria, pronto a riconquistare i lettori con l’irriverenza e l’umanità che lo contraddistinguono, espresse al loro meglio in questa nuova avventura, finora inedita in Italia.
«Se
non ci fossero i soliti, pigri confronti con cui vedersela – un
giallista migliore di Simenon,
l’adattamento francese di Chandler – gusteremmo in pieno ogni
pubblicazione di Léo Malet come l’irrompere dell’anticonformismo,
schietto e irritante, su una scena dominata dai canoni della
correttezza. A maggior ragione nel caso di un inedito».
Roberto Iasoni, «Corriere della sera»
Roberto Iasoni, «Corriere della sera»
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