martedì 4 giugno 2019

RECENSIONE #55/19 CANTA, SPIRITO CANTA by JESMYN WARD - NNEDITORE



  Canta, spirito, canta

Jesmyn Ward

NNEDITORE 

Traduttore : Monica Pareschi
Numero Pagine : 272
Prezzo : 18 €
ISBN : 978-88-94938-29-6
In libreria da : 02-05-2019 
SINOSSI
Jojo ha tredici anni, e cerca di capire cosa vuol dire diventare un uomo. Vive con la madre Leonie, la sorellina Kayla e il nonno Pop, che si prende cura di loro e della nonna Mam, in fin di vita. Leonie è una presenza incostante nella vita della sua famiglia. È una donna in perenne conflitto con gli altri e con se stessa, vorrebbe essere una madre migliore ma non riesce a mettere i figli al di sopra dei suoi bisogni. Quando Michael, il padre di Jojo e Kayla, esce
di prigione, Leonie parte con i figli per andarlo a prendere. E così Jojo deve staccarsi dai nonni, dalla loro presenza sicura e dai loro racconti, che parlano
di una natura animata di spiriti e di un passato di sangue. E mentre Mam si spegne, gli spiriti attendono, aggrappati alla promessa di una pace che solo la
famiglia riunita può dare.
Dopo Salvare le ossa, Jesmyn Ward torna nel suo Mississippi, una terra in cui il legame con le origini, i vincoli di sangue e la natura sono fatti di amore e violenza, colpa e speranza, umanità e riscatto. Scritto in una lingua aspra e poetica, Canta, spirito, canta guarda nelle profondità dell’animo umano come dal ciglio di uno strapiombo si guarda l’infinita distesa del mare, che lascia sgomenti, inebriati e commossi.



 
Autore:

Jesmyn Ward

Jesmyn Ward vive in Mississippi, dove insegna scrittura creativa alla Tulane University. Salvare le ossa ha vinto il National Book Award nel 2011, e il memoir Men We Reaped è stato finalista al National Book Critics Circle Award. Con il suo ultimo romanzo, Canta, spirito, canta, Jesmyn Ward ha vinto il National Book Award per la seconda volta, prima donna dopo scrittori come William Faulkner, John Cheever, Bernard Malamud, Philip Roth, John Updike. NNE pubblicherà anche il terzo capitolo della Trilogia di Bois Savage: Where the Line Bleeds.

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 RECENSIONE

Ed è la vita che Jesmyn Ward sceglie questa volta di raccontarci ad exemplum, il suo apprendistato di quella libertà che è poi il tema di fondo di tutti i suoi romanzi e il filo rosso che unisce i suoi multiformi personaggi che siano i legami familiari, la Storia dei neri americani, quella che ancora si respira negli stati del Sud, mista di razzismo e minaccia, ma anche di umanità e  riscatto.

Se già nel Salvare le ossa, ce l’ha raccontata Jesmyn Ward, ci ha rivelato quanto un’esistenza, lontana dalle convenzioni e dal superfluo, possa essere un antidoto alla schiavitù della routine e dei condizionamenti, qui Ward si spinge ancora più in là e più a fondo nella sua riflessione. Dal ragazzino Jojo che riesce a passare attraverso il traballante ponte sospeso dell'adolescenza, quello in cui un passo falso equivale ad una cadtuta rovinosa e di sua sorella Kayla, nel viaggio che intraprendono insieme alla madre Leonie per andare incontro a Michael, il padre appena uscito di prigione. Del nonno Pop, rimasto a casa ad accudire la nonna Mam, ormai in punto di morte. Pop era il suo modello d'insegnamento, e nella sua vita ordinaria e grigia era quel raggio di sole che filtrava dalle finestre. 

"Non voglio fargli credere che ci metto tanto perchè ho paura, per debolezza, o perchè non sono abbastanza grande per guardare in faccia la morte come un uomo, e così stringo forte e tiro."

A questa grande famiglia si aggiunge la presenza della nonna Mam, che portavano in quell’angolo sperduto di campagna le notizie e le passioni del grande mondo passato. Jojo era sempre stato uno spettatore della vita. Avverte il vortice delle altre esistenze roteargli attorno: amicizie vere e amori che mettono a repentaglio la sua viscerale indipendenza, Ward ci offre il suo vissuto, non per darci di sé un ritratto ideale, anzi con un’onestà e un rigore che sono già di per sé una lezione di libertà intellettuale, ma per passarci quanto la vita gli ha insegnato sul cammino. 

I pensieri diventano un vortice di possibilità che si agitano nel vuoto e da questo momento in poi appare chiaro che nel romanzo non vi sarà più vera azione se non quella del virtuale dimenarsi della coscienza del protagonista. L’incontro con una possibilità di armonia, di bellezza e di appartenenza all’esistere che resta l’inappagabile nostalgia dell’anima. Quella terra promessa dell’anima dove è possibile riconciliarsi con la vita.

 E' a Bois Sauvage che spera di trovare la guarigione, la riconciliazione con se stesso e con la vita, in quella terra promessa dell’infanzia che va a cercare, nell’illusione che esista ancora quel mondo intatto di un’esistenza immutabile fuori dal tempo, il paese delle perdite, del tempo del sogno, dei canti, degli spiriti dai nomi come incantesimi.

Pagina dopo pagina, la vita dei personaggi si rivelano inestricabilmente legate alla storia del loro paese, sconvolto dall'imperversare degli spiriti, dei riti, con divinità vecchie e nuove. Che la libertà esige parità e reciprocità, che non è raggiungibile senza immaginazione e sogni, ma anche senza realismo e disciplina,  in un’epoca di proclamato individualismo e di reale conformismo, levare la propria voce contro per ricordare il bisogno di amicizia, di tolleranza e di solidarietà.

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