domenica 9 giugno 2019

RECENSIONE #57/19 NINFA DORMIENTE by TUTI ILARIA - LONGANESI



Ninfa dormiente

Ilaria Tuti

Titolo Ninfa dormiente
LONGANESI EDITORE 
Dettagli Cartonato
N° di pagine 480
ISBN 9788830451551

SINOSSI
Con la sua protagonista, Ilaria Tuti fa il miglior regalo che uno scrittore possa fare ai suoi lettori: qualcuno cui affezionarsi.
Donato Carrisi, Corriere della Sera
 
Ilaria Tuti sa conquistare e mantenere alta l'attenzione dei lettori.
Claudia Morgoglione, Robinson - La Repubblica
 
Il primo romanzo di Ilaria Tuti, Fiori sopra l'inferno, è un thriller. Ma racconta, attraverso il mistero e la morte, la vita.
Antonella Lattanzi, Vanity Fair
 
Un thriller che entra nelle pieghe dell'animo, e ci fa scoprire un'autrice da seguire attentamente.
Marta Cervino, Marie Claire
 
Una vicenda piena di colpi di scena con una scrittura tesa, rapida e che sa sfruttare l'ambientazione a dovere: le montagne, la natura primitiva, il bosco.
Alberto Grandi, Wired.it
 

Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi, ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d’improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa.

Dopo Fiori sopra l’inferno – l’esordio italiano del 2018 più amato dai lettori – torna la straordinaria Teresa Battaglia: un carattere fiero e indomito, a tratti brusco, sempre compassionevole. Torna l’ambientazione piena di suggestioni, una natura fatta di boschi e cime montuose, di valli isolate e di bellezze insospettabili. Tornano soprattutto il talento, l’immaginazione e la scrittura piena di grazia di una grande autrice.

Biografia

Ilaria Tuti

Ilaria Tuti vive a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Da ragazzina voleva fare la
fotografa, ma ha studiato Economia. Ama
il mare, ma vive in montagna. Appassionata
di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice
per una piccola casa editrice. Il
suo romanzo d’esordio, Fiori sopra l’inferno
(Longanesi 2018), è stato un vero e proprio
caso editoriale in Italia e all’estero, selezionato
come Crime Book of the Month
dal Times nel marzo 2019. Tra i punti di
forza, un’ambientazione suggestiva e inquietante,
uno stile fresco e maturo allo
stesso tempo, un meccanismo narrativo impeccabile
e una protagonista, Teresa Battaglia,
da subito indimenticabile.
 

 

RECENSIONE

Una telefonata le ordina di presentarsi alla Cella, la famosa galleria d'arte. Teresa Battaglia insieme alla sua squadra, dovranno risolvere un caso riapparso come dalla polvere del passato. A renderla consumata nell'aspetto non era l'età, bensì un tormento interiore che per l'ispettore Massimo Marini, non aveva ancora un nome che trovava riflesso nel taccuino che Teresa stringeva tra le mani.

Quello che stava accadendo a Teresa aveva un nome che oscurava il suo futuro, non era mai arretrata davanti ad una parola scritta nel referto, non le aveva concesso spazio per invadere il proprio mondo. Le sue maniere erano spesso brutali e il caschetto di capelli che incorniciava il viso era di un rosso talmente artificioso da essere quasi imbarazzante. Lo custodiva in fondo all'anima e in un diario. La sua  memoria di carta.

Nel silenzio della Cella, ogni macchia di luce cadeva su una delle opere esposte, facendola emergere dalla penombra come un gioiello. Lì esposta c'è la Ninfa dormiente, prende forma sotto le mani del pittore. Nasce, rossa di passione e amore. Ed è questo il momento di capire se, per salvare un innocente Teresa è pronta ad abituarsi alla presenza di Massimo, l'uomo che la guarda come un figlio che non ha mai avuto, l'uomo che adesso trema come se lì, a danzare nel buio, ci fosse il demonio. Temeva che con il trascorrere dei giorni, diventasse una pericolosa abitudine per entrambi, quella di cercare la compagnia dell'alttro. 

Il procuratore Gardini, pur ignorando le notizie più dettagliate, si stava chiarendo i pensieri. Alto e magro, Gardini era un magistrato in gamba, che non si dava tregua. Il suo aspetto sembrava suggerire la fretta con cui viveva. Lo accompagnava un uomo dall'aspetto curato. Teresa cercò nel suo diario le annotazioni di quell'uomo. Non riconoscere le persone era il suo incubo più ricorrente, la paura più pressante.

Le venne presentato Giannmaria Gortan, il proprietario della galleria d'arte. In riferimento al caso qualcosa non tornava, pensò Teresa. Il quadro la Ninfa dormiente, è un quadro dipinto con sangue vivo. Il ritratto era il viso di una giovane donna. Era un bellezza magnetica e soave, algida e impetuosa, raffinata e selvatica. Rossa e nera, come la passione. Sul bordo inferiore c'era una data vergata a mano 20  aprile 1945. Mancava la firma. Il ritratto viveva su un altro piano rispetto al loro, uno spazio distante più di settant'anni.

Ma su cosa si doveva indagare? Teresa e la squadra vennero messi al corrente che il quadro era dipinto con sangue umano. Ci volle un momento perchè Teresa riordinasse i pensieri. Non si stava forse correndo con la fantasia. Lei guardò nuovamente il ritratto, quel volto pallido che sembrava esalare un respiro. L'ultimo. Il suono della Ninfa dormiente, forse, era quello della morte.

Il quadro della Ninfa dormiente è legato a quella del pittore, Alessio Adrian. Adrian dalle indagini risultò che era ancora vivo, ma era ridotto ad un vegetale. In realtà non era malato, non lo era mai stato. Non cammina per sua stessa volontà. Non parla. Qualunque cosa sia successa dopo aver dipinto la Ninfa dormiente, lui ha deciso di morire vivendo. E' una tomba che respira. 

Sperare di risolvere il mistero della Ninfa dormiente, dopo settant'anni, era un pò troppo ottimistico per come la vedeva Massimo. Lui non rientrò subito a casa. Aveva voglia di camminare, di immergersi nel silenzio di strade più tranquille. Notò una coppia che si baciava e pensò alla sua Elena, anche loro un tempo avevano vissuto momenti magici. Poi le cose erano cambiate, l'aveva lasciata dopo che le ultime parole di lei erano state d'amore.

Ora, Massimo sentiva rabbia non solo pre se stesso. Arrivò al pianerottolo dove l'aspettava una sorpresa: Elena. Restarono a guardarsi senza dire nulla, la vicinanza aveva cancellato tutto il passato. C'era ancora una notizia che Massimo non conosceva. Fu come una frustata ai sensi, una doccia fredda. <<Aspetto un bambino.>>

Non passava giorno che Teresa non affrontasse i demoni della sua vita privata e i riti a cui la costringeva il diabete. La malattia che giorno dopo giorno si cibava della sua memoria, l'avrebbe allontanata molto presto da tutto ciò che amava. L'indomani era previsto l'incontro con il pronipote del pittore e forse avrebbe ottenuto qualche dettaglio in più sulla storia della Ninfa dormiente.

"Ha intinto le mani nel suo cuore e disegnato la ragazza. Il sangue è un simbolo potente. E' la vita calda che ci inonda, guarisce e trasforma." 

Per Teresa si tratta di un delitto passionale. La Ninfa dormiente, è diventata l'ossessione dei collezionisti. In Teresa si risvegliò quell'istinto che conduceva alla risoluzione di un caso. Quel disegno era l'eredità di un enigma.

La Ninfa dormiente era la chiave per risolvere il mistero. Il corso delle indagini subì un nuovo slancio e cambiava il suo modo di approcciarsi al caso. Teresa sapeva che la Ninfa dormiente, nascondeva un'ombra densa, quella della morte chiusa sulla vita. Quella donna del ritratto cosa avrebbe raccontato, se la carta si fosse fatta carne?

Quando l'indagine rivela un oscuro intreccio, Teresa deve fare i conti con le proprie convinzioni, la propria storia e il senso della propria esistenza.

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