lunedì 27 maggio 2024

Review: Il nostro grande niente di Emanuele Aldrovandi, Einaudi.


Emanuele Aldrovandi
Il nostro grande niente
Einaudi
2024 Stile Libero Big
pp. 200 - € 17,00
 
Puoi ancora amare sapendo che sei sostituibile per chi ti sta accanto? La storia di un'ossessione che ci sfiora, o ci ha sfiorati, tutti. Un romanzo d'esordio che spiazza, manda in crisi, commuove.

Aldrovandi riflette sulla natura delle relazioni. Romanzo su fugacità di amore e vita
 
 
 
 
 

Il libro

Tra pochi giorni lui avrebbe sposato la ragazza con gli occhi grandi, se non fosse morto in un incidente stradale. E adesso la vede tornare in quella che era la loro casa, trovare il suo computer sul tavolo e le ciabatte che lei gli aveva regalato in corridoio, dove lui le ha lasciate. La tazza invece è sul bordo del lavandino: lei ci infila il naso dentro e scoppia a piangere. Non vuole mangiare, anche se la madre insiste, ha perso la fame. Poi però, distrattamente, beve un sorso di caffè, morde un biscotto, e si stupisce di trovarlo buonissimo, come prima che lui morisse, come sempre. Forse è in quel momento che inizia il suo faticoso ritorno alla vita, ed è la voce di lui a raccontarlo. Giorno dopo giorno, vede scorrere l’esistenza di lei – che cambia città, si sposa, ha figli – catturando le istantanee di un tempo che non gli appartiene; le alterna ai ricordi di un amore che credeva unico. Ma se avesse l’occasione di vivere ancora, come reagirebbe alla certezza che del suo grande amore, nel giro di un attimo, potrebbe non restare niente? Con leggerezza e disincanto, Emanuele Aldrovandi si interroga sulla natura delle relazioni, mettendo in scena il desiderio indicibile che il mondo finisca con noi.

«Se l’universo restasse fermo, anche solo per un secondo, la gravità lo farebbe collassare su sé stesso. Per questo motivo, nonostante io sia appena morto, i pianeti continuano a roteare intorno alle proprie stelle, le galassie procedono nel loro costante allontanamento le une dalle altre e tu giri la chiave nella porta di quella che fino a qualche ora fa era casa nostra».

 

Tutto scorre e il mondo non finisce con noi. Dopo la nostra morte, le stelle continuano a brillare, i fiumi a scorrere e l'universo procede al solito ritmo. È il tema chiave del romanzo d'esordio di Emanuele Aldrovandi, regista e autore di cinema e teatro. La storia ha il sapore di una sceneggiatura e il protagonista e io narrante, deceduto in un incidente stradale, è un novello Ghost; osserva dall'aldilà cosa succede sulla terra, segue la vita dell'amata che, a poco a poco, superato il dolore della perdita, si guarda intorno alla ricerca di un nuovo compagno. I capitoli scandiscono il tempo: al giorno duecentocinquantacinque lei si sta già tuffando tra le braccia di una vecchia fiamma e pianifica notti piccanti, seppur tra sensi di colpa. 
 
Al giorno milleventitre è pronta ormai per i fiori d'arancio:"Domani ti sposi", prende atto il Lui-fantasma che tiene d'occhio ogni cosa dal cielo; si mette anche a paragone con l'uomo che lo ha sostituito:"è ordinato, si prende cura delle cose tipo l'auto, il giardino, le lampadine da cambiare e le varie impellenze domestiche che io tendevo a procrastinare all'infinito".
    Aldrovandi costruisce una struttura gradevole e metafisica, per riflettere sulla caducità della vita e delle relazioni. 

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