sabato 14 ottobre 2017

IL CASTELLO D'OTRANTO DI HORACE WALPOLE




Il castello di Otranto

by Horace Walpole
pubblicato da Mondadori 
Collana   Oscar classici 
  Pubblicato 01/01/2002 
 Pagine  281
Lingua Italiano
Titolo Originale The Castle of Otranto
Lingua Originale Inglese 
 Isbn o codice id 9788804503323



 SINOSSI

Edito per la prima volta nel 1764 e presentato come la traduzione di una storia italiana del tempo delle crociate, "Il castello di Otranto" è il primo esempio di romanzo gotico; esso inaugura quel gusto per un medioevo notturno e sepolcrale, popolato di terrificanti fantasmi e di eventi prodigiosi, di ven
dette e di antiche profezie che influenzerà profondamente tutta la letteratura europea. "Sai, le visioni sono sempre state la mia terra," scriveva Walpole a uno dei suoi più vecchi amici "e lungi dall'essere invecchiato abbastanza da questionare sulla loro vacuità, sono prossimo a credere che non ci sia saggezza più grande di scambiare ciò che chiamiamo la realtà della vita con i sogni. Antichi castelli, antichi quadri, antiche storie e le chiacchiere degli anziani ci riportano a vivere in secoli passati che non possono deluderci."


 

RECENSIONE

<<Volete che vi confessi quale fu l'origine di questo romanzo? Un mattino, all'inizio dello scorso giugno, mi svegliai da un sogno di cui riuscivo soltanto a ricordare che m'era parso di trovarmi in un antico castello e che sul pianerottolo più elevato d'un grande scalone avevo visto una mano gigantesca, rivestita d'un'armatura>>. (1)
Così scriveva Horace Walpole in una lettera ad un amico spiegandogli che l'idea del romanzo Il Castello d'Otranto gli era nata da un sogno, da un incubo notturno scaturì alcuni decenni dopo anche il romanzo Frankenstein di Mary Shelley.

La dimensione del sogno, dall'irreale, del magico è una caratteristica costante del genere gotico ed è alla base del romanzo di Walpole che prende le mosse da una misteriosa predizione, da <<un'antica profezia che si diceva avesse decretato che il castello e la signoria di Otranto sarebbero venuti a mancare all'attuale famiglia, quando l'autentico possessore fosse divenuto troppo grande per abitarvi>>. (2)

Signore del castello è Manfredi, l'usurpatore che, proprio per evitare che la profezia si avveri, vuol far sposare al figlio Corrado la giovane Isabella, ma il figlio verrà fatalmente ucciso da un elmo gigantesco che si abbatterà su di lui.

Da qui scaturiranno una serie di eventi e di strani fenomeni che ostacoleranno il tentativo di Manfredi di far sua Isabella, ripudiando la moglie legittima: lo spettro di Alfonso, il legittimo proprietario ucciso da un avo di Manfredi che, uscendo da un quadro appeso a una parete del castello, predice al principe la sua rovina; un colossale guerriero di pietra che terrorizza i servi e minaccia l'usurpatore; le mura del castello abbattute da un terremoto; l'uccisione involontaria della figlia di Manfredi da parte del padre.

Alla fine l'intrico si scioglie: Teodoro, il giovane contadino che aveva aiutato Isabella a sfuggire al perfido inseguitore, scoprirà di essere il vero erede della dinastia d'Otranto e potrà giustamente rientrare in possesso del suo dominio e sposare Isabella.

La storia, di per sè piuttosto banale e melodrammatica, è tutta incentrata su alcuni momenti chiave, su situazioni-limite in cui le vittime devono superare gli ostacoli che forze magiche e soprannaturali pongono sul loro cammino. L'angoscia, il terrore del personaggio che si trova di fronte a queste situazioni pervade tutta l'opera  che è ambientata in un'Italia feudale, secondo l'idea inglese del tempo che vedeva nei paesi dell'Europa mediterranea il regno dell'esotico, del pittoresco, del primitivo.

I luoghi sono quelli tipici del genere nero: castelli, rovine, conventi, sotterranei, labirinti. E' appunto in un labirinto sotterraneo, simbolo di una situazione di crisi e di incertezza, che Isabella, in uno stato di profonda angoscia cerca di sfuggire in una corsa disperata al principe Manfredi che la vuole concupire: è la fuga da una realtà conosciuta ma insidiata, verso una realtà sconosciuta, che si presenta carica di pericoli e di minacce.

(1). La citazione della lettera di Walpole, tratta da The Yale Edition of Horace Walpole's Corrispondence, a cura di W. S. Lewis, Oxford, Oxford University Press, 1937, è riportata nell'introduzione a cura di A. Cane di H. Walpole, Il Castello di Otranto, Roma, Theoria, 1983.

(2). H. Walpole, op. cit., pp. 41-42.

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