La rilegatrice di storie perdute
di Cristina Caboni
Quanto ami i libri? Scoprilo con il quiz ispirato al romanzo.
Il coraggio può nascondersi tra le pagine di un libro
Ecco, il libro è quasi pronto.
«Avete terminato?»
Annuisce, gli occhi sul libro. «Sì, maestro.»
Qualcosa di dolce si spande dentro di lei. «Adesso sono una rilegatrice?»
«La migliore.»
Ma sa che quel mondo le è interdetto. Perché lei è solo una donna.
Un giorno però tutto cambierà, ne è sicura.
La copertina finemente lavorata avvolge le pagine ingiallite dal tempo. Sofia con gesti delicati ed esperti sfiora la pelle e la carta per restaurare il libro e riportarlo al suo antico splendore. La legatoria è la sua passione. Solo così riesce a non pensare alla sua vita che le sta scivolando di mano giorno dopo giorno. Quando arriva il momento di lavorare sulle controguardie, il respiro di Sofia si ferma: al loro interno nascondono una sorpresa. Nascondono una pagina scritta a mano: è la storia di una donna, Clarice, appassionata di arte e di libri. Un’abile rilegatrice vissuta in nel primo Ottocento, quando alle donne era proibito esercitare quella professione. Una donna che ha lottato per la sua indipendenza. Alla luce fioca di una candela ha affidato a quel libro un messaggio lanciato nel mare del tempo, e una sfida che può condurre a uno straordinario ritrovamento chi la raccoglierà.
Sofia non può credere al tesoro che ha tra le mani. Quella donna sembra parlare al suo cuore, ai suoi desideri traditi. È decisa a scoprire chi sia, e quale sia il suo segreto. Ad aiutarla a far luce su questo mistero sarà Tomaso Leoni, un famoso cacciatore di libri antichi ed esperto di grafologia. Insieme seguono gli indizi che trovano pagina dopo pagina, riga dopo riga, città dopo città. Sono i libri a sceglierci, e quel libro ha scelto Sofia. Dopo più di duecento anni, solo lei può ridare voce a Clarice. E solo la storia di Clarice può ridare a Sofia la speranza che aveva perduto. Perché la strada per la libertà di una donna è piena di ostacoli, ma non bisogna mai smettere di mirare all’orizzonte.
Successo dopo successo, Cristina Caboni è diventata una delle autrici italiane più amate dalla stampa e dai lettori. Dopo Il sentiero dei profumi e Il giardino dei fiori segreti, bestseller sempre in classifica, un nuovo romanzo sul potere dei libri. Grazie a loro due donne coraggiose, così lontane nel tempo, si incontrano diventando una la forza dell’altra, nella ricerca della libertà e di un futuro migliore.
Il coraggio può nascondersi tra le pagine di un libro
Ecco, il libro è quasi pronto.
«Avete terminato?»
Annuisce, gli occhi sul libro. «Sì, maestro.»
Qualcosa di dolce si spande dentro di lei. «Adesso sono una rilegatrice?»
«La migliore.»
Ma sa che quel mondo le è interdetto. Perché lei è solo una donna.
Un giorno però tutto cambierà, ne è sicura.
La copertina finemente lavorata avvolge le pagine ingiallite dal tempo. Sofia con gesti delicati ed esperti sfiora la pelle e la carta per restaurare il libro e riportarlo al suo antico splendore. La legatoria è la sua passione. Solo così riesce a non pensare alla sua vita che le sta scivolando di mano giorno dopo giorno. Quando arriva il momento di lavorare sulle controguardie, il respiro di Sofia si ferma: al loro interno nascondono una sorpresa. Nascondono una pagina scritta a mano: è la storia di una donna, Clarice, appassionata di arte e di libri. Un’abile rilegatrice vissuta in nel primo Ottocento, quando alle donne era proibito esercitare quella professione. Una donna che ha lottato per la sua indipendenza. Alla luce fioca di una candela ha affidato a quel libro un messaggio lanciato nel mare del tempo, e una sfida che può condurre a uno straordinario ritrovamento chi la raccoglierà.
Sofia non può credere al tesoro che ha tra le mani. Quella donna sembra parlare al suo cuore, ai suoi desideri traditi. È decisa a scoprire chi sia, e quale sia il suo segreto. Ad aiutarla a far luce su questo mistero sarà Tomaso Leoni, un famoso cacciatore di libri antichi ed esperto di grafologia. Insieme seguono gli indizi che trovano pagina dopo pagina, riga dopo riga, città dopo città. Sono i libri a sceglierci, e quel libro ha scelto Sofia. Dopo più di duecento anni, solo lei può ridare voce a Clarice. E solo la storia di Clarice può ridare a Sofia la speranza che aveva perduto. Perché la strada per la libertà di una donna è piena di ostacoli, ma non bisogna mai smettere di mirare all’orizzonte.
Successo dopo successo, Cristina Caboni è diventata una delle autrici italiane più amate dalla stampa e dai lettori. Dopo Il sentiero dei profumi e Il giardino dei fiori segreti, bestseller sempre in classifica, un nuovo romanzo sul potere dei libri. Grazie a loro due donne coraggiose, così lontane nel tempo, si incontrano diventando una la forza dell’altra, nella ricerca della libertà e di un futuro migliore.
RECENSIONE
Sofia Barner tiene tra le mani un libro, il cui autore è Christian Von Fohr,
celebre scrittore dell'Ottocento, di cui lei ama ogni riga. Questo perché è la
testimonianza di qualcosa di prezioso: un’amicizia che le dà tanta gioia. La
copertina antica finemente lavorata avvolge le pagine ingiallite del tempo, al
suo interno nasconde un segreto. Specchio delle curiosità, degli umori e delle
ansie che formano la personalità delicata e penetrante della sua proprietaria
Clarice Marianne von Harmel. Sofia si era limitata ad accettare la proposta di
scoprire il segreto nascosto del libro come un dato di fatto.
Lei non dimenticherà mai la sua conversazione con il marito
anche se non è stata niente di speciale è marchiata a fuoco nella sua memoria
come parte indelebile di quel giorno. Entrambi si trovavano ad un mondo di
distanza, come se avessero appena reciso il loro legame.
In quel momento
esisteva solo lei. Si era dimenticata del resto del mondo. Era inciampata in
una crepa di cui ignorava l’esistenza. L’ha appuntata sulla mappa mentale della
sua personalità, la mappa che stava tracciando un passo alla volta. Allora
tutto le è parso sotto una nuova luce. Era audace, coraggiosa e determinata,
stava cercando una soluzione, ma all’epoca non si era resa conto.
Cominciava già a sperare di poter svelare il segreto e
conoscere bene la storia che c’era dietro, prima o poi, tanto che sarebbe
diventato semplicissimo esplorare a ritroso la storia che accompagna il libro. Gli
appunti, stesi con stile incisivo e rapido danno una documentazione di ciò che
ella fa, della gente che vede, dei libri che legge e che scrive.
Giorno dopo giorno Sofia, scopre un altro pezzo della
storia, grazie all’aiuto del grafologo Tomaso Leoni. Ci sono momenti,
situazioni che modificano per sempre la traiettoria della nostra vita.
Qualunque cosa Sofia avesse fatto quel giorno avrebbe assunto un’importanza
particolare, sarebbe rimasto per sempre impressa dentro di lei, nella sua
mente, nel suo cuore, sarà per sempre una parte della sua storia.
Le era venuta voglia di conoscere Clarice, leggendo la sua
prima lettera; quelle pagine l’hanno commossa, nelle frasi risuonava l’ironia
di una donna come noi, la grafia suggeriva l’audacia con cui questa sconosciuta
si era precipitata verso di lei, con il pensiero. Era come se quelle pagine fossero state
scritte di getto, senza essere rilette prima di scomparire, nella fessura della
copertina del libro. Le faceva pensare che Clarice fosse in fuga da una
situazione spiacevole, che la faceva soffrire.
La lettera era come una scappatoia, una fuga spiacevole
dalla sua realtà. La rabbia di Clarice aveva a che fare con il rifiuto da parte
della società del ruolo della donna alla quale venivano vietati i privilegi e le
opportunità per realizzarsi.
Quello che la lettera rivelava è che dentro Clarice vivevano
più emozioni, che faticava a conciliare. Doveva di continuo murarle nel
silenzio della sua intimità e di conseguenza celarle alla vista altrui. La
giovane sconosciuta autrice delle lettere non era mai riuscita a sviluppare se
stessa come avrebbe voluto, in base ai suoi veri desideri, o nelle sue
sfumature più sottili. Qualcosa nel contenuto di quelle lettere convinceva che
fossero state scritte da una donna abituata a essere vista come nient’altro che
ordinaria, era convinta che tutto in lei accadesse in forza di un’intensità per
lo più interiore: gli sguardi della vita quotidiana dovevano scivolare sulla
sua persona senza notarla, senza nemmeno immaginare la ricchezza di quanto
succedeva nella sua testa.
Il libro resta soprattutto un fatto personale: vi si nota lo
sforzo inteso che Clarice fa per esprimersi in completa sincerità artistica,
raffigurando la realtà con uno stile che non ne faccia disperdere varietà e
freschezza.
Questo sembra a Sofia il segreto del suo appassionante
mestiere di legatoria che per lei si identifica con l’avere un’anima affine con
cui condividere le esperienze di vita e
trova sfogo proprio nelle pagine del libro dove ella impara a confidare a se
stessa ciò che sente, pensa e vuole prima di scriverlo per gli altri.
La tensione che le aveva creato l’intera vicenda l’aveva
sfinita e aveva timore di quella realtà sconosciuta. Quant’è raro che una
persona sappia allargare la propria sensibilità tanto da abbracciare altri modi
di sentire.
Anche quando parla dei propri entusiasmi e delle stanchezze,
o della stesura di un romanzo, oppure descrive Londra o i volti dei passanti
sollevano il suo pensiero, gli impediscono di posarsi. Il suo problema è quello
di cogliere <<il pensiero che svapora>>, sfugge qua e là, e fissarlo servendosi della <<difficile
arte dello scrivere>>. Un romanzo alle prese con l'identità, la memoria, la libertà.
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