"L'indifferenza è più colpevole della violenza stessa."
In un momento delicato della storia della schiavitù: la fine dell'era Obama, il presidente che ha fatto della <<speranza>>, il motto della sua battaglia per la Casa Bianca, una parola in cui potevano riconoscersi tutti, soprattutto le comunità afroamericane e quelle ai margini della società, vessate da secoli di ingiustizie. La stessa epoca che verrà ricordata per la scioccante serie di giovani neri uccisi, il motivo di una scelta così oltraggiosa? Le condizioni dei neri che, nonostante i progressi dell'ultimo mezzo secolo restano infami. Tanto vale allora, tornare a negargli i diritti acquisiti grazie al XIII emendamento per cui si è battuto Lincoln, per spingerli a combattere di nuovo a inseguire ideali di libertà.
"Costruire muri, abbattere ponti." Il motivo?
Oggi i neri hanno meno paura dei cani rispetto a una volta.
Nell'epoca di Trump, il libro è sembrato profetico.
Il retaggio schiavista persiste nella profonda povertà, nelle disuguaglianze strutturali, nelle morti premature, piaghe che colpiscono di più gli afroamericani. Le navi negriere salpano ai confini della consapevolezza moderna, erseguitandoli come vascelli fantasma.
C'è sempre maggiore consapevolezza che la schiavitù non sia stata solo un periodo spiacevole o una violenta catastrofe. E' stata un crimine contro l'umanità che ha influenzato la società intera per generazioni. Fino a oggi.
"E' un stora che si ripete in tutta la sua crudeltà quella della schiavitù."
Ma le porte del non ritorno sono nuove, più sofisicate. Anche se poi, alla fine, il risultato non cambia. Milioni di donne, uomini e bambini continuano a essere privati della loro libertà e dignità: braccia per il lavoro forzato o la servitù domestica; merci per il mercato del sesso o i matrimoni precoci, carne da macello nelle tante aree di crisi o per il traffico di organi.
Romanzo popolare sulla storia degli schiav, vi si scorge, la memoria come via di fuga. La denuncia di Coates, raccoglie le sopraffazioni di due tragedie: q?uella delle popolazioni indigene d'America e quelle degli schiavi africani. In virtù di ciò si è scontrato, Coates, con la reazione del governo Trump, che considera assoluti e prioritari i diritti, dei bianchi americani.
Quanto valgono 250 anni di schiavitù?
Hiram, protagonista de "Il danzatore dell'acqua" è un ragazzino che cresce spaventato dal mondo ce lo circonda, fatto di violenze e brutalità, vive in una piantagine di tabacco, in una baracca, al Servizio. Hiram ha visto la sua famiglia sparire, la madre, la zia e uno dopo l'altro il resto della famiglia. Non a caso il luogo d'inferno in cui vive si trova nel cuore della Virginia, si chiama Lockless, significa senza via d'uscita.
Il luogo ha un suo doppio, (la casta), Hiram sebbene sia orfano, povero e abbandonato, è figlio del padrone di quella casta di Qualità. Howell Walker, aristocratico lo assume per occuparsi del fratellastro Maynard, ragazzo goffo e bianco, e quindi ha tutti i diritti che vengono negati a Hiram.
Hiram ha una memoria formidabile e viene notato dall'istruttore privato di Maynard che inizia a impartirgli delle lezioni. Hiram conquista così una fetta del suo futuro che nella sua vita si rivelerà fondamentale. leggere e scrivere, saper formulare una frase corretta, i cui effettincomincia a comprenderne solo adesso.
La fragilità dell'età sembrano avergli fatto dimenticare tutti gli avvertimenti impartitegli da Thena, la donna che lo ha aiutato e cresciuto, dopo la perdita della madre. Il sogno di una vita diversa, lontano da quella frontiera selvaggia e lontano dal giogo dei capricci a cui lo sottopone Maynard, fino a quando, non avviene un fatto che scompagina il corso degli eventi.
Durante un viaggio, Hiram e Maynard, subiscono un incidente. Il calesse sul quale viaggiano viene travolto dalla corrente del fiume, Maynard annega e Hiram entra in un universo parallelo, che è andato dilatandosi, dove rivede e rivive la sua vita con le persone che lui ha amato: la madre, la zia, come un rituale di danza sull'acqua, il rituale delle popolazioni africane portate in America, vede molte morti, allontanandosi da me e dalle pagine del mio destino che li avevano tenuti a battesimo.
E' stata un'ulteriore occasione per tornare a frugare nella scatola nera e svelarne gli arcani, perchè nel perpetuo desiderio insoddisfatto, siamo immersi tutti, come i pesci di quella storia raccontata da David Foster Wallace che non hanno consapevolezza dell'elemento che li circonda.
Hiram non riesce a soffocare il suo desiderio di fuggitre insieme a Sophia, schiava come lei, e concubina di Nathaniel Walker, suo zio. Non riusciranno a soddisfare i loro desideri di libertà, i due verranno catturati e separati ma per Hiram, si apre la possibilità di entrare a contatto con una organizzazione, la "Sotterranea", formata da bianchi colti e istruiti, che si interessano ad aiutare i neri a fuggire a nord, attraverso la linea ferroviaria.
Oggi, Harriet Tubman capisce chi è Corrine Quinn, promessa sposa di Maynard, è una donna emancipata che lotta per la liberazione dei neri, infine, la famiglia dei White fuggiti dal sud e impegnati a catturare altri come loro.
Dicono che le buone storie siano costruite sulla capacità legata alla memoria, al racconto delle vite e all'acqua, elemento fluido di passaggio. Come a specificare la possibilità anche quando le storie sono scritte al presente indicativo, che debbano confutare l'impressione retrospettiva di inevitabilitò (non poteva che andare così) e ricordare come il domani sia tutto da inventare. Altrimenti non sono buone storie, altrimenti sono solo gli imperativi di una realtà, immutabile.
Coates ha rimarcato la storia. "Per una vita ho cercato di stare un passo avanti al futuro, di misurare le incognite, di trovare l'attimo giusto; in queste pagine ho provato a ricordare che il futuro è solo di chi ha il coraggio per scriverlo. Del resto, è sempre una questione di tempo. O di tempi. Nella scrittura saggistica di Coates, come in letteratura."
Una frase rende gli effetti ambivlenti, precisa in una intervista Coates: <<Lo schiavismo li umiliava perchè metteva in crisi la loro convinzione di essere fondamentalmente buoni. Una sorta di vanità. In cui i fatti narrati tra le pieghe dello schiavismo alla fine lo rendono molto più forte dell'amore per lo schiavo.>>
Una frase, che fa pensare molto, da cui si intuisce una sorta di natura del personaggio emergente <<chiave>>, una donna che è Corrine Quinn: aristocratica, libera, lotta per lo schiavismo, non è facile soprattutto perchè il romanzo è ambientato nell'ottocento, che vuole le donne intelligenti, ma inoffensive.
Romanzo corposo, profondo, nel quale proprio i temi dell'identità e del trovare sè stessi sono centrali.
Il danzatore dell’acqua
EINAUDI
2020 Supercoralli
pp. 400 € 21,00
Ta-Nehisi Coates ha scritto l'epopea di una nazione
soffocata, un romanzo di formazione irresistibile come
un libro d'avventura, intimo come una storia d'amore,
potente come la promessa di un mondo piú giusto.
«L'oblio è la vera schiavitú, dice un personaggio
del romanzo, l'oblio è la vera morte. È ciò che rende
Il danzatore dell'acqua un'opera senza tempo, degna
di essere annoverata tra i classici della letteratura
contemporanea».
«Rolling Stone»
Il libro
Hiram
Walker è nato schiavo in una piantagione della Virginia. Quando un
giorno precipita nel fiume gli manca il respiro, come se fosse spinto a
fondo dalle sue stesse catene. Ma il misterioso potere di una luce
azzurra lo salva dalla morte: è l’inizio di una storia di rabbia e
passione destinata a cambiare la sua vita e quella del suo popolo. Nella piantagione di Lockless vive Hiram Walker: ha diciannove anni
ed è nato schiavo, ma possiede qualcosa che lo rende unico. Il padre di
Hiram è il proprietario della piantagione: come spesso accadeva
all’epoca, ha messo incinta una schiava e l’ha poi venduta quando Hiram
era solo un bambino. Della madre Hiram non ricorda niente, nonostante la
memoria portentosa che, insieme alla sua intelligenza, gli ha permesso
di lavorare a stretto contatto con i bianchi. Un giorno, quando Hiram ha
diciannove anni, succede qualcosa di inspiegabile: gettato nelle acque
tormentose di un fiume, il giovane scopre di possedere un misterioso
potere. Un potere, una visione che si trasformerà in una missione, per
sé e per tutto il suo popolo. La storia della sua fuga dalla piantagione
e di come imparerà a controllare la «Conduzione» è la storia della sua
presa di coscienza, individuale e collettiva. È la storia di un riscatto
e di un amore: perché è la storia di una rivolta. Quando negli Stati
Uniti è uscito Il danzatore dell’acqua di Ta-Nehisi Coates il
mondo editoriale ha capito di essere di fronte a un evento storico: il
primo romanzo dell’intellettuale invitato piú volte alla Casa Bianca da
Obama ha esordito direttamente al primo posto nella classifica del «New
York Times», è stato scelto da Oprah Winfrey per il suo Book Club, è
stato nominato tra i migliori libri del decennio dalla rivista «Paste» e
inserito tra i libri dell’anno nelle liste di «Time», «The Washington
Post», «Chicago Tribune», «Vanity Fair», «Esquire», «Good House-
keeping», The New York Public Library, «Kirkus Reviews», «Library
Journal» e dalla National Public Radio. A distanza di mesi il libro, se
possibile, appare ancora piú urgente: attraverso l’immaginazione
letteraria e la sua magia, Coates ci dà la possibilità di credere per un
attimo in un’altra Storia, piú clemente nei confronti di coloro che per
secoli furono oppressi dalla schiavitú. Ma dura solo un istante, perché
Il danzatore dell’acqua è soprattutto una riflessione profonda su quella che, purtroppo, è stata l’unica, vera, Storia.