giovedì 17 dicembre 2020

RECENSIONE "TOPEKA SCHOOL" by BEN LERNER - SELLERIO

Topeka School

SELLERIO EDITORE

Traduzione dall'inglese di Martina Testa
Titolo originale: The Topeka School

2020

384 pagine

Euro 16,00

 

 
 
Una storia di famiglia ambientata negli anni Novanta nel Midwest americano, un racconto di adolescenza e trasgressione, una diagnosi delle condizioni economiche, sociali, individuali che hanno sospinto l’ascesa di un linguaggio sprezzante e conflittuale che è diventato la nuova norma nella vita di tutti i giorni. 

«Topeka School è un romanzo di esilarante ricchezza intellettuale, di penetrante sguardo sociale e di profonda sensibilità psicologica. Per quanto sia possibile parlare di futuro, credo che il futuro del romanzo sia questo» (Sally Rooney, autrice di Persone normali).
 
 
Il libro
 

Adam Gordon è uno studente dell’ultimo anno di liceo alla Topeka High School. La madre è una celebre autrice femminista, il padre ha il talento di convincere i ragazzi difficili a parlare e ad aprirsi. Entrambi lavorano in una prestigiosa clinica psichiatrica che ha attratto medici e pazienti da ogni parte del mondo. Il figlio è un campione nell’arte del dibattito pubblico, una disciplina agonistica in cui le parole sono armi fatali e ci si scontra al fuoco di argomenti e controargomenti fin quando non si lascia l’avversario senza fiato. Adam sogna di diventare un poeta ma al tempo stesso è riuscito a integrarsi nel branco e ha capito che non bisogna mai mostrarsi deboli per non soccombere nella brutale competizione dei giovani maschi. Tra i suoi amici c’è un ragazzo problematico, che ha deciso di aiutare accogliendolo nel suo giro. Ma il risultato sarà una catastrofe.
Topeka School è una storia di famiglia ambientata negli anni Novanta nel Midwest americano, un racconto di adolescenza e trasgressione, una diagnosi delle condizioni economiche, sociali, individuali che hanno sospinto l’ascesa di un linguaggio sprezzante e conflittuale che è diventato la nuova norma nella vita di tutti i giorni. Ben Lerner narra da diversi punti di vista i fallimenti e i successi dei Gordon, lo spettro di un passato violento, i tradimenti tra i coniugi, la sfida di crescere un figlio immerso in un tossico ambiente maschile. E il romanzo è anche una sorta di preistoria del nostro presente, del collasso del discorso pubblico sepolto dal diluvio delle parole dei social, e intuisce l’emergere di un nuovo pensiero che dalla crisi di identità dei maschi bianchi fa scaturire un desiderio di rivalsa e di potere. È stato definito il libro migliore del più talentuoso tra gli scrittori della sua generazione, e il maggiore romanzo dell’epoca di Donald Trump. Di certo è un’opera complessa, ambiziosa, unica, che conduce i lettori lungo una strada poco frequentata della letteratura di oggi.


RECENSIONE 

Topeka, la capitale del Kansas, dove Lerner è nato, era <<un posto fuori di testa, pieno di metanfetamine e ragazzi bianchi annoiati e con le pistole>>. E' famosa perchè da qui partì la denuncia di una famiglia afroamericana che nel 1954 portò alla storica sentenza dela Corte Suprema Brown v. Board of Education sull'incostituzionalità della segregazione razziale nelle scuole. E' meno noto, invece, che tanti poeti contemporanei vengono da Topeka, dall'editor del <<New York>>, Kevin Young e Anne Boyer, Cyrus Console, Linda Spalding ... 

<<E' un luogo dove circola una molteplicità di linguaggi diversi>>, spiega Lerner. Topeka School è la storia di un adolescente e di una famiglia bianca di una certa classe sociale: non pretende di essere il grande romanzo americano del Midwest o una finestra sull'emergere dell'era Trump, anche se riflette sulla bancarotta del discorso politico e sul voto identitario della classe media e degli uomini bianchi in particolare.

Negli anni Novanta si parlava della fine della storia dopo la caduta del Muro di Berlino, di un futuro post-ideologico e post-razziale esemplificato da Bill Clinton: è sempre stato falso ma allora c'era chi lo pensava, adesso devi essere matto per crederci.

Ogni generazione si convince di essersi liberata dal peso della ripetizione. I baby boomer vi sono legati come tutti nonostante la liberazione degli anni. Sessanta per opera di Clinton che convinse i <<baby -bomer>> ad abbracciare quelle che in pratica erano politiche reaganiane? Bill Clinton, rappresenta l'ingresso dei baby-boomer in politica, l'idea che gli hippie erano cresciuti e avrebbero portato la fine del conservatorismo sociale, ma in realtà ha realizzato il progetto neoliberale del consolidamento del potere di classe. Quando i Clinton entrarono in politica appartenevano al ceto medio, sono diventati parte dell'elite neoliberale.

Il romanzo è modulato su diversi teatri di discorso estremo, quello politico, i dibattiti scolastici, l'imbarazzante appropriazione culturale, la conversazione sotto pressione in terapia - discorsi che sono indicativi di certi periodi storici.

Ma d'altro canto, proprio nei momenti di collasso linguistico, il giovane Adam sperimenta un senso di possibilità e di speranza nello scorrere del linguaggio come pura forma e nel suo miracolo sociale.

Ben Lderner, nel suo libro racconta la fragilità dei maschi bianchi: ragazzi medioborghesi, figli perduti del privilegio, <<uomini di massa senza una massa>>, <<uomini-bambini perchè l'America è un'adolescenza senza fine>>. Si chiama: boys will be boys, ci sarà violenza e misogenia perchè "i maschi sono fatti così".

Il libro di Lerner vuole spezzare quella tautologia e immaginare qualcosa di diverso dalla pura rièetizione. Gli uomini biachi privilegiati sono interessanti se non altro perchè stanno distruggendo questo dannato pianeta. Nel libro si fa riferimento ad una tecnica di dibattito che consiste nell'asfaltare il rivale sotto una raffica di parole.

E c'è un America in cui i bisogni della gente sono asfaltati e i discorsi dei politici da tempo suonano insignificanti. Quella tecnica precisa Ledrner, si chiama spread, ironico che sia la stessa parola che si usa per la diffusione di un contagio. Il linguaggio che Trump esprime nela politica Americana, è morto.

Mentre Joe Biden è un ritorno a un modello passato del Partito democratico attraverso un patriarca più benevolo, un altro tipo di Make America Great Again, aanche se migliore. Lerner fa dire allo psicologo Klaus, sopravvissuto all'Olocausto, che più profonda è un'affermazione, più è rovesciabile. Esempio: <<O è marzo o non lo è. Ma se dico che la vita è dolore, è vero come è vero che la vita è gioia>>.

Il libro evidenzia la metafora di un mondo in cui la promessa di accesso liberatorio a nuove informazioni si è trasformata in sopraffazione attraverso la doppiezza di un linguaggio corporativo sganciato dalla realtà. E' chiaro che il vecchio linguaggio della politica non può più andare avanti anche se vincesse Biden, hai la stessa possibilità di ricostruire il linguaggio, e il mondo.

 

 

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