mercoledì 16 dicembre 2020

RECENSIONI: LESSICI FAMILARI - I PADRI E I FIGLI -

Ho già presentato in un video e in una recensione (che trovi su questo blog), che i romanzi sono un affare di famiglia. Riguarda i rapporti tra genitori e figli non sempre registra rapporti felici. Ai tempi di Lev Tostoj - ogni famiglia infelice era infelice a modo suo, e quindi merita un romanzo, scriveva l'autore russo, ed è stato mai vero nell'anno editoriale che si sta chiudendo in questi giorni.

Per tutto il 2020  i personaggi di padri e madri hanno dominato la maggioranza dei romanzi pubblicati in Italia e all'estero, con una frequenza che non accenna ad affievolirsi. E che forse nasconde anche qualcos'altro.

Non meno complicati sono i rapporti dei figli con i padri. Un esempio viene da La clausola del padre di Jonas Hassen Khemiri -  (Einaudi), scrittore svedese figlio di un immigrato tunisino. Nel romanzo, un padre immigrato lavora lontano e ritorna solo raramente a Stoccolma, dove mantiene la famiglia; ma ogni volta in cui decide di tornare, i bambini, quasi paralizzati e in silenzio, sono obbligati ad andarlo a prendere al terminal degli autobus all'aereoporto, a portargli il cappotto, a farsi carico delle sue valigie. Non solo, cresendo continueranno ad accudirlo, a pulire e riordinare la casa, lo accompagneranno quando sarà infermo: cresceranno in questa <<regola>>. Accadrà così per molti anni, finchè il padre, ormai diventato nonno, non capirà che anche i figli hanno bisogno di accudimento.

 

 

Un altro padre quasi mitico, severo nella sua lontananza eppure cercato con ostinazione, è quello narrato da Franco Ferrotti in L'uomo di carta (Marinetti 1820): tra i più noti sociologi italiani, Ferrarotti non esita a raccontare nel suo memoir l'nfanzia all'ombra di un padre nemico dei libri e della carta <<Lasciatemi stare>>, gli ripete il genitore.nChe cosa significano le chiusure assolute del robusto padrone di casa nella vita del figlio, e a che cosa portano? Forse al fatto che Ferrarotti maturerà a sua volta un profondo senso critico e diventerà un innovatore tra gli intellettuali di punta del Novecento italiano.

 

 

 

 

Un'altro libro che porta con sè questa eredità è: Nel segno dell'anguilla, dello svedese Patrick Svenson (Guanda): un libro singolare, che è insieme un saggio su un animale quasi fantastico come l'anguilla, e il romanzo del rapporto con il padre, che guida il figlio a pesca di anguille nei rigagnoli e negli acquitrini, e senza troppe parole gli fornisce anche lezioni, o meglio esempi, di vita. Nella parte saggistica Svensson descrive le caratteristiche e le abitudini del pesce, la sua nascita ammantata di leggenda nel Mar dei Sargassi, il rischio d'estinzione con l'inquinamento lo condanna. Nella parte romanzesca rievoca le giornate con il padre, i posti buoni per la psca, i consigli, la lenta costruzione del rapporto, ma anche la malattia che sopraggiunge e alla fine sconfigge il genitore. Sono dunque due esisestenze, quelle che racconta Svensson, quella dell'animale e quella del padre: quest'ultima intravista in un baleno nel colore giallastro degli occhi, e forse ancora più nello sguardo elusivo, pudico, di chi non vuole mostrarsi debole.

 


Ma un figlio non è solo un osservatore e un esploratore di mondi segreti, è anche un giudice, almeno nel romanzo Quasi tutto velocissimo di Cristopher Kloeble (Keller). Qui il protagonista Albert tracorre quasi tutta la vita con un padre <<impossibile>>, Fred, un handicappato dai modi fanciulleschi ma dal cuore grande, e incontra solo da adulto il vero padre, Julius, che lo ha abbandonato, e che gli rivela con freddezza la verità prima di allontanarsi di nuovo e per sempre.

 

 

 

 

Ce ne sono tanti di padri che si allontanano, nei romanzi di quest'anno: ne Il contrario di padre di Sebastiano Mondadori (Manni), Geremia si è diviso dalla mogli e porta in vacanza il piccolo Giulio, che non dimenticherà mai quell'ultima estate con il padre, nel 1977. Trascinato a San Felice Circeo, sulle spiagge della Liguria, nella selvatica Capri, Giulio scopre la libertà assoluta nelle scorribande con la Saltafoss, la bicicletta trovta in una delle case al mare, e si immerge nell'altra vitya del padre: il bambino si diverte a esplorare tutti i limiti, incoraggiato dalla presenza conturbante dell'amante del padre, Clementina, dall'atmosfera godereccia delle serate con gli amici paterni nelle bische improvvisate. Ma tutto finirà lì, il padre scomparirà dalla sua vita e non tornerà più, rendendo il ricordo di quell'estate tanto più vivido di quanto più lancinante.

 


Lancinante anche l'assenza dei genitori nel romanzo di Manuel Villas In tutto c'è stata bellezza (Guanda); il racconto dell'infanzia povera e disordinata di Villas è interrotto dal richiamo drammatico del figlio al padre e alla madre morti: dove siete?

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche il prossimo lavoro di Villas, Alegria (Planeta, 2019), inedito in Italia, sarà una ricerca dell'autore nella storia di famiglia, attraverso le figure del padre e della madre.

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